PAOLO BERIZZI sandro de riccardis, la Repubblica 1/7/2010, 1 luglio 2010
MILANO, GLI ALLOGGI POPOLARI ASSEGNATI DAI BOSS
Gli alloggi comunali a Milano non sono più un problema: basta scendere a patti coi boss delle «case fantasma» e, grazie anche a funzionari "amici", un tetto si trova. Un bilocale a Niguarda. Tre vani a Quarto Oggiaro. Due stanze a Baggio. Luce-acqua-gas compresi nell´"affitto". Prendere e pagare.
All´ombra del Duomo, nella nebulosa dei lunghi silenzi di Palazzo Marino, per avere una casa "convenzionata" non devi nemmeno aspettare il tuo turno nella lista per l´assegnazione: c´è una graduatoria parallela, molto più rapida ma a pagamento. La gestiscono i burattinai del racket degli alloggi pubblici. I capi bastone delle occupazioni abusive e i dipendenti infedeli dei gestori pubblici. Che nella città della finanza contano più di un consigliere comunale, più di un assessore. Donne-boss che hanno in mano interi caseggiati; portinai che sparano per chiudere la bocca a chi protesta o a chi non paga; funzionari e dirigenti dell´Aler - l´azienda lombarda per l´edilizia residenziale - conniventi. Bene oliati dagli "amministratori-scassinatori" con l´unico passpartout che apre tutte le porte: le "stecche". Pagate soprattutto dagli inquilini a chi, per potere conquistato con metodi da gangster, si è sostituito al Comune nell´amministrazione dei pubblici alloggi. «La lista parallela esiste ed è il risultato di troppi anni di inefficienza da parte delle amministrazioni - denuncia Aldo Brandirali, consigliere comunale Pdl e già assessore allo sport - . Palazzo Marino continua a non conoscere la situazione di illegalità diffusa: e questo è un grosso problema».
Un business da 20 milioni di euro all´anno, 5 mila case controllate da una decina di clan della malavita organizzata di origine campana, pugliese, calabrese e siciliana. Finiscono nelle loro casse le mazzette scucite alle famiglie che aspettano da anni. Da 1000 a 7000 euro. Accordi a domicilio o attraverso inserzioni su giornali e online. «Affittasi bilocale in viale Fulvio Testi»; «appartamento a Corvetto, privato, telefonare a...». Si vendono, in pratica, i contratti di affitto. Si sfondano porte di acciaio e si mette a reddito la casa. L´ultimo l´hanno beccato un mese fa: cercava di piazzare su Ebay un appartamento in via Forze Armate, 25 mila euro con la possibilità, in futuro, di passare all´acquisto.
Come si è arrivati a questa situazione lo spiegano bene le parole pronunciate dal pm Antonio Sangermano nell´udienza dello scorso 11 maggio contro il clan Pesco-Cardinale. Che al quartiere Niguarda controlla decine di immobili. «Il Comune ha tollerato per anni una sacca purulenta, è inutile che i cittadini facciano segnalazioni se poi si resta inerti». Chi denuncia o si oppone alla legge dei furbetti riceve un trattamento "dedicato": minacce, aggressioni, colpi di pistola. Come nella notte tra il 4 e il 5 aprile. Dieci spari contro una finestra in via Console Marcello. Per "avvertire" una donna che doveva testimoniare a un processo per pestaggio. L´accusato è il figlio della portiera, L. A., donna boss alla quale l´Aler ha affidato il controllo degli appartamenti sfitti di un palazzo a Niguarda: lei disinnesca gli allarmi e fa salire la gente a dormire dietro compenso. lei l´alter ego di Anna Cardinale, appena tornata in libertà, figlia della "signora Gabetti" Giovanna Pesco, chiamata così perché è stata un vera e propria agenzia immobiliare di alloggi da occupare. Tutte e due arrestate dalla polizia che mesi dopo ha pure pizzicato un ispettore Gefi che chiedeva sesso per evitare lo sfratto.
Tra Aler e Comune sono 93 mila le case pubbliche a Milano. Cinquemila vuote. Quattromila occupate abusivamente. E i tempi di attesa (20 mila domande) si allungano. «Dal primo ottobre il Comune ci ha riaffidato la gestione del suo patrimonio (30 mila case) che prima era in mano a tre privati (Gefi, Romeo, Pirelli Re) - dice Domenico Ippolito, direttore generale dell´Aler - . Stiamo cercando di eliminare le sacche di illegalità laddove è possibile».
Ma le case fanno gola a tanti. Dietro i meccanismi dell´assegnazione "parallela" c´è l´affare dei servizi di manutenzione e ristrutturazione. Mafia da una parte, sponde istituzionali dall´altra. Uno degli arrestati nell´inchiesta "Parco-Sud" sui rapporti tra ”ndrangheta, politica, e imprese edili, il consigliere comunale Pdl di Trezzano, Michele Iannuzzi, intercettato con un imprenditore «accenna alla possibilità di ricevere dei lavori dall´Aler per tramite dell´interessamento di Marco Osnato», consigliere comunale milanese del Pdl e funzionario Aler (non indagato).
Un altro spaccato riguarda i rapporti tra l´Aler e lo studio De Luca. Che dal 2005 amministra 600 appartamenti popolari tra via Ciriè e via Racconigi. La moglie di Antonio De Luca, Anna Bubbico, socia nel suo studio fino al 2006, siede nell´ufficio di presidenza dell´Aler e si occupa di lotta all´abusivismo. Quanto basta all´associazione "Sos racket e usura" per denunciare connivenze e opacità. Il materiale raccolto attraverso 500 questionari nei quartieri più problematici è diventato un dossier, ora in Procura. Una fotografia in chiaroscuro dei rapporti ambigui tra controllati e controllori. Con più di una sorpresa. A chi spetta il compito di fronteggiare il potere dei mammasantissima delle periferie? L´Aler ha mandato in trincea quindici ispettori. Tutte donne. Dicono all´Aler che «sono più convincenti di noi uomini».