Varie, 1 luglio 2010
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Rampl Dieter
• Monaco di Baviera (Germania) 5 setttembre 1947. Banchiere. Presidente di UniCredit • «[...] “Ein Deutscher in Mailand”, un tedesco a Milano - come lo chiama il quotidiano di casa Handelsblatt [...] arrivato con la fusione Unicredit-Hvb, nell’estate 2006 [...] fumatore a catena dai modi gentili [...] ha sempre praticato la virtù dei rapporti con gli azionisti [...]» (Francesco Manacorda, “La Stampa” 17/1/2009) • «Nato a Monaco da padre austriaco e mamma bavarese, passaporto austriaco, ci tiene a rimarcare che è austriaco ma si sente tedesco [...] ha sul curriculum la disastrosa gestione di Hvb, poi finita in pancia a Unicredit. Dal 1995 al 2003 Rampl è stato infatti un membro del board della Bayerische Vereinsbank di Monaco e alla fine del 2002 è stato catapultato, per le sue doti di ristrutturatore, in prima linea, per cercare di risollevare una Hvb in grossissime difficoltà a causa del fallimento di molte imprese tedesche a cui la banca bavarese aveva concesso crediti a cuor leggero. Nel terzo trimestre 2002 Hvb dovette accantonare 1,25 miliardi di dollari, cifra che rappresentava più del doppio dell’utile operativo di 545 milioni. Solo un mese dopo l’arrivo di Rampl nella veste di ad la banca annunciò una perdita prima delle tasse di 800 milioni che si confrontava con l’utile di 1,5 miliardi dell’anno precedente. Le cose andavano così male che Rampl chiese aiuto al cancelliere Gerhard Schroeder per creare una "bad bank" che comprendesse i crediti in sofferenza di Hvb. Il colpaccio non andò in porto ma Rampl si dimostrò sempre ottimista sulle sue capacità di raddrizzare la baracca, secondo un piano che prevedeva la vendita di asset e lo scorporo dell’area immobiliare, piena di mutui in sofferenza. E a chi gli faceva notare che così Hvb avrebbe perso la seconda posizione nel mercato tedesco rispondeva serafico: "Si, è vero che tutto ciò è un cambiamento rispetto alla nostra strategia di espansione, ma cosa potremmo fare dopo una perdita di 821 milioni di euro?" (Banker, 1 maggio 2003). Gli analisti poi rimasero stupefatti nel vedere un profitto di 107 milioni nel novembre 2003, ottenuto vendendo asset, ma con la parte difficile del lavoro, il business in Germania, ancora tutto da fare. E quando cominciarono a circolare sul mercato voci di una possibile fusione tra Hvb e Commerzbank, Rampl cercò di calmare le acque dichiarando a Bloomberg: "Al momento la cosa giusta da fare è contare sulle nostre forze e focalizzarci sulla crescita dei profitti". Fino a quando non arrivò l’Unicredit di Profumo a togliere le castagne dal fuoco a Rampl e al malconcio sistema bancario tedesco» (Giovanni Pons, "la Repubblica" 2/10/2010).