Giuseppe Marino, il Giornale 29/6/2010, pagina 15, 29 giugno 2010
IL TRAMONTO DEL LOW COST: VOLI SEMPRE PIU’ CARI
Vedevi Michael O’Leary,il signor RyanAir, arrivare in bicicletta in maniche di camicia a una conferenza stampa per sfottere i ritardi di Alitalia e ti stupivi: ecco cosa sono le compagnie «no frills». Niente fronzoli così parti in scioltezza. Andavi sul sito della compagnia, prenotavi un volo per Londra a due euro e realizzavi: ecco cosa sono le compagnie low cost.
Costi bassi così parti senza svenarti. Ascolti le ultime uscite degli irlandesi volanti, pipì a pagamento in aereo, sovrapprezzo sui bagagli e niente ciccioni a bordo e realizzi, alla Nanni Moretti: come sono invecchiati, come sono inaciditi. Che i voli low cost fossero cambiati, in peggio, non è storia di oggi. E non è solo questione di atteggiamento, come se all’improvviso O’Leary abbia smesso di essere il geniale mattacchione che era. Alcune delle iniziative più assurde, come la tassa sugli obesi, RyanAir le ha messe da parte. E passi per i disagi tipici di questo tipo di vettori: corsa alla rinfusa ai sedili non prenotati, sedute più risicate, qualunque tipo di genere di conforto a bordo a pagamento. Il problema è che chi si accinge a partire quest’estate con una compagnia low cost troverà che a traballare è l’ultimo caposaldo, la loro stessa ragione sociale: la convenienza. Caro carburanti e tariffe aeroportuali alle stelle sono diventati un problema per tutte le compagnie. Ma le low cost, pur di continuare a sbandierare offerte stracciate, hanno scorporato ogni costo possibile dal biglietto. Così il ticket «nudo» resta conveniente in apparenza. Ma se ci aggiungi anche solo un bagaglio in due (può costare anche oltre 20 euro a tratta) o l’assicurazione (altri 10- 20 euro), il prezzo decolla come un jumbo jet. I fan sfegatati osserveranno che basta viaggiare col solo bagaglio a mano. Ma davvero è sempre possibile?E poi c’è il dubbio:la mia valigia rispetta le dimensioni prescritte (che non sono uguali per tutte le compagnie)?
E poi c’è la soprattassa su alcune carte di credito. E alcuni applicano anche una maggiorazione per chi non fa il check in on line. Altro che niente fronzoli, partire low cost è diventata una gara a ostacoli. Senza tenere conto che si parte e atterra da aeroporti più lontani dalla città, dunque bisognerà mettere in conto anche un costo di collegamento col centro maggiorato. Detto questo, se prenoti con diversi mesi d’anticipo, viaggi col solo bagaglio a mano e becchi l’offerta giusta sul sito (i prezzi sembrano cambiare da un minuto all’altro come un titolo di Borsa) ci potrà ancora scappare un weekend a Londra con 30- 40 euro. E, a parte il fatto che non è più il volo a un centesimo di una volta, fuori dagli stretti canoni imposti al viaggiatore low cost, è assai probabile trovare offerte assolutamente concorrenziali sui siti delle compagnie maggiori. Sulla tratta Roma-Milano la media prezzi dei viaggi low cost, prenotati «last minute» nel 2009, è aumentata del 58%. Naturalmente, va dato atto a O’Leary e compagni di averci davvero regalato una stagione di viaggi spensierati. E anche di aver indotto le compagnie di bandiera, complice la deregulation degli slot aeroportuali, a venire incontro al viaggiatore con offerte più appetibili. Pesa naturalmente anche la crisi del settore che non risparmia nessuno. Ma certo, quell’epoca per il momento sembra destinata a tramontare. Qualche low cost minore, vedi SkyEurope, ha chiuso. Le grandi, come EasyJet o RyanAir, si stanno riposizionando e ai viaggiatori non resta che sperare che la politica dei costi aggiuntivi eviti di trasformarsi in una trappola spenna passeggeri. Rischio ora alto, specie se ci sono di mezzo intermediari, come testimonia la lettera di una lettrice che pubblichiamo in questa stessa pagina.
Un indirizzo internet simbolo di quella stagione, volagratis. com (che consente di comparare le offerte di più compagnie) si è arreso anche lessicalmente: l’indirizzo web resta uguale, ma il nome è diventato, più realisticamente, ”vola quasi gratis”.