FULVIO MILONE, La Stampa 1/7/2010, pagina 20, 1 luglio 2010
IN ITALIA LA META’ DEI COLPI IN BANCA DI TUTTA EUROPA
Se continua così, alla fine del 2010 l’Italia si aggiudicherà il poco invidiabile record del 45-50 per cento delle rapine compiute in tutte le banche d’Europa. Parola della Fiba, la federazione dei bancari che fa capo alla Cisl. Stima esatta o approssimata per eccesso? L’Abi, associazione delle banche italiane, non nasconde i suoi dubbi sul calcolo. Anche il Viminale è scettico, e contesta sia nel merito che nel metodo la ricerca del sindacato. Sta di fatto che l’anno scorso, nel nostro Paese, si sono verificati 1.744 assalti (1 ogni 15 sportelli) contro i 4.150 registrati nel continente. Siamo al 40,2 per cento, non è affatto poco.
Lo studio è stato elaborato dall’Osservatorio nazionale della Fiba, e non si limita ad una semplice graduatoria dei colpi messi a segno nelle banche europee. Il sindacato segnala che, secondo i primi dati del 2010, le rapine in Italia diminuiscono complessivamente del 15 per cento: una flessione cominciata nel 2008 dopo 8 anni di crescita costante. Ma il dato, di per sè incoraggiante, non è omogeneo in tutta la Penisola. La percentuale sale rispetto agli anni precedenti in Campania (119 aggressioni), Marche (53), Piemonte (144) e Veneto (802). Per quanto riguarda le città, i reati vengono segnalati in «consistente aumento» a Pescara, Napoli, Torino, Perugia e Verona. Stazionaria Roma dove, però, la percentuale nel 2009 sarebbe già salita del 20 per cento rispetto all’anno precedente.
Ma il dato più preoccupante, secondo Fiba-Cisl, resta quello internazionale. E’ vero, nel 2009 è andata meglio che nel 2008, quando in Italia sono state compiute 2.160 delle 4.726 messe a segno in Europa: quasi il 50 per cento. Ma nel 2010, ripete il sindacato, rischiamo di tornare a quei livelli. Nel nostro Paese, denuncia inoltre il sindacato, i banditi hanno gioco più facile che altrove: i «colpi» falliti si attestano a un misero 10 per cento, «a differenza di percentuali molto più alte del resto d’Europa».
La ricerca, però, non convince l’Associazione delle banche. Spiega Piefrancesco Gaggi, responsabile dell’Area infrastrutture dell’Abi: «Un raffronto fra i Paesi europei è molto difficile, perché la metodologia seguita nelle segnalazioni è diversa da Stato a Stato. La Francia, ad esempio, calcola ai fini statistici solo le rapine con arma da fuoco, che da noi rappresentano un quarto degli assalti». Sta di fatto che le aggressioni agli sportelli in Italia sono tanti, troppi. «Dipende dal fatto che nelle nostre filiali circola troppo contante - spiega Gaggi -: da noi, al contrario che nel resto d’Europa, i pagamenti ”cash” sfiorano il 90 per cento. Ma il dato più importante per noi è il netto calo delle rapine: un risultato incoraggiante ottenuto grazie ai 750 milioni spesi ogni anno dalle banche per la sicurezza e all’azione delle forze dell’ordine». Anche il Dipartimento della pubblica sicurezza avanza seri dubbi sulle statistiche del sindacato: «Le rapine in banca in Italia stanno subendo una graduale e costante flessione, tanto che nel biennio 2008-2009 si è registrato un trend in diminuzione del 32,2 per cento».
Ma 1.744 assalti in banca restano comunque tanti. L’Abi, in uno dei suoi studi periodici sulla sicurezza agli sportelli, ha esaminato anche il modus operandi del rapinatore italiano. Due volte su tre i banditi portano via non più di 15 mila euro. Colpiscono prevalentemente il lunedì e il venerdì fra le 11 e le 13,30. I bottini più ricchi si registrano nel primo giorno della settimana, prima dell’apertura della filiale (41 mila euro), o nel pomeriggio dopo la chiusura al pubblico (68 mila euro). Due terzi delle rapine durano meno di tre minuti: le armi preferite (48 per cento) sono piccoli coltelli e taglierini. In aumento i colpi messi a segno con armi finte (4 per cento) e con minacce (24 per cento).