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 2010  luglio 01 Giovedì calendario

WULFF PRESIDENTE SOLO AL TERZO VOTO

Christian Wulff ha accolto con un sorriso un po’ tirato la notiziaieri della sua elezione alla presidenza della Repubblica. Felice, ma anche snervato. Sono stati necessari ben tre drammatici scrutini ad Angela Merkel per imporre il suo candidato. Molti commentatori tedeschi hanno subito sottolineato lo smacco all’autorità del cancelliere e si interrogavano ieri sera sulla stabilità del governo federale.
Nelle prime due tornate, Wulff non è riuscito ad assicurarsi la necessaria maggioranza assoluta, nonostante in teoria avesse i numeri dalla sua. Solo nel terzo scrutinio, l’ormai ex premier democristiano della Bassa Sassonia è riuscito a vincere, raccogliendo 625 voti sui 1.244 della speciale assemblea. Il rivale Joachim Gauck, proposto dall’opposizione socialdemocratico- verde, ha ottenuto 494 suffragi. Gli astenuti sono stati 124. Il voto è stato una Zitterpartie ,
come dicono i tedeschi, una vicenda da tenere il fiato sospeso. Nella maggioranza democristiano-liberale sono stati numerosi i francotiratori. In teoria, il governo avrebbe potuto imporre il suo candidato fin da subito, avendo a disposizione 644 voti. Ma non pochi deputati hanno voluto segnalare la loro insoddisfazione per la politica dell’esecutivo.
Alla fine, l’elezione di Wulff, 51 anni, è stata facilitata dalla decisione di Die Linke di ritirare la candidata, Luc Jochimsen, e di astenersi. Nelle tredici elezioni presidenziali tenute in sessant’anni di repubblica federale, solo due volte è stato necessario il terzo scrutinio: nel 1969, per il socialdemocratico Gustav Heinemann, e nel 1994, per il democristiano Roman Herzog.
In un primo breve discorso dopo l’elezione a decimo presidente federale, Wulff si è detto felice di essere riuscito, nonostante tutto, a essere eletto con la maggioranza assoluta dei suffragi, quando in realtà al terzo scrutinio sarebbe bastata la maggioranza relativa. «A tutti coloro che hanno fatto una scelta diversa - ha detto il nuovo capo dello stato - presento i miei rispetti. Farò di tutto per venire incontro alle vostre attese ». «Abbiamo assistito a una massiccia dichiarazione di scontentezza nei confronti del cancelliere e del suo governo», commentava ieri Thomas Hanke, del quotidiano Handelsblatt. Siamo dinanzi a un «voto di sfiducia per la signora Merkel». L’elezione presidenziale- dopo l’abbandono improvviso di Horst Köhler alla fine di maggio - è coincisa con un momento delicatissimo per il governo di centro-destra.
Litigiosa e sfilacciata, la maggioranza è in evidente difficoltà. In questi mesi, democristiani e liberali hanno litigato sull’opportunità di tagliare le imposte, sulla possibilità di aiutare finanziariamente Opel, su come riformare il troppo generoso sistema sanitario. Le tensioni si ripercuotono all’interno dei due partiti: sia la leadership della signora Merkel che quella del liberale Guido Westerwelle sono in discussione.
Al cancelliere vengono rimproverati una deriva verso sinistra e troppi tatticismi, mentre il leader dell’Fdp è criticato per una gestione confusa del partito. La difficile vittoria di Wulff per una carica protocollare ma prestigiosa è l’ennesimo smacco per la signora Merkel: prima la sconfitta della coalizione democristiano-liberale nel Nord-Reno Vestfalia in maggio, poi l’abbandono del premier dell’Assia Roland Koch,poi ancora le dimissioni di Köhler.
In un primo tempo, la candidatura Wulff sembrava assicurare una facile vittoria al cancelliere Merkel. Ma l’opposizione socialdemocratica e verde ha messo in campo un candidato d’eccezione, l’ex dissidente della Ddr Gauck, 70 anni: popolare e carismatico ha riscosso subito grande successo, raccogliendo l’appoggio di molti democristiani e liberali.
La signora Merkel può dire che alla fin fine il suo candidato ha avuto la meglio; ma cosa risponderà a chi gli farà notare che qualche giorno fa in un sondaggio una maggioranza di tedeschi aveva preferito Gauck a Wulff? L’effetto ottico non è dei migliori. Per la Frankfurter Allgemeine Zeitung il risultato del voto è «un avvertimento».
Ai minimi nei sondaggi d’opinione, nessuno, né la Cdu né l’Fdp, vuole elezioni anticipate. anche vero però che, nelle intenzioni, l’elezione di Wulff doveva essere l’occasione per una nuova partenza: la vittoria sofferta del nuovo presidente segnala una strada tutta in salita. Per rafforzare la sua autorità, il cancelliere deve sperare nell’economia in ripresa, nella disoccupazione in calo, e in una prossima pausa estiva che potrebbe calmare le molte tensioni degli ultimi mesi.