Frammenti, 1 luglio 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CALEARO, MASSIMO"
Sul contratto dei metalmeccanici. Massimo Calearo, presidente di Federmeccanica: «Siamo in una situazione dove se diamo 100 al lavoratore, alle imprese costa 193. Contemporaneamente i nostri dipendenti fanno fatica ad arrivare alla fine del mese» [...] Il contratto «Dovrebbe contenere solo dei paletti minimi, una cintura di sicurezza valida da Enna a Bolzano per lasciare poi al contratto aziendale, dove c’è, la trattativa legata alla redditività riscontrata in loco [...] Anche in Federmeccanica ci sono aziende che vanno bene e altre che vanno male, ma noi dobbiamo fare un contratto nazionale minimo che consenta alle aziende in difficoltà di uscire dal tunnel. Mentre le imprese che vanno meglio distribuiranno quello che possono a casa loro» (Enrico Marro, Corriere della Sera 21/7/2005)
Calearo «O si permette alle aziende di lavorare il sabato ogni volta che è necessario, senza dover ricorrere alle solite liturgie sindacali per cui l’ok arriva quando ormai le commesse se ne sono andate, oppure noi il contratto nazionale di lavoro non lo facciamo». (Il Resto del Carlino 8/12/2005)
Massimo Calearo, presidente dell’Unione industriali: «La nostra città è la prima nel rapporto Pil-export; Vicenza da sola esporta più di tutta la Grecia. Per i nostri prodotti il mercato Usa è uno sbocco fondamentale». Vicenza avrà in cambio dell’ampliamento della base militare importanti benefici economici. Tipo la revisione del regime dei dazi per le imprese orafe che esportano sul mercato Usa. Calearo: «Le aziende orafe istraeliane e turche non pagano dazi per entrare nel mercato Usa mentre il prodotto italiano paga il 5%. Una concorrenza impari. Attenzione, quello che abbiamo ottenuto dagli americani non andrà solo a vantaggio nostro ma di tutte le aziende dell’oro italiane, da Vicenza a Valenza Po» (Chiara Beria Di Argentine, La Stampa 19/1/2007)
La Consob ha sanzionato due società del gruppo Unicredit con una multa complessiva di 779.700 euro per irregolarità sul fronte dei derivati. [...] Tra i multati «finali» [...]ci sono nomi importanti della finanza italiana di oggi. [...] il presidente di Federmeccanica Massimo Calearo (9.700 euro). (G. Str., Corriere della Sera 31/8/2007)
«Il cuore dell´industria italiana è al nord che ha sete di infrastrutture. E che fa la politica? Riduce Malpensa. Ecco, il caso-Alitalia è la riprova di una politica che non sa fare l´interesse generale». Massimo Calearo è imprenditore settentrionale, guida l´associazione degli industriali vicentini e anche l´importante federazione dei metalmeccanici. Sul fisco, quando non ha escluso lo sciopero, ha detto di aver interpretato il sentimento diffuso tra i suoi associati. Ora guarda al declino dell´Alitalia con un mix di malinconia e di rabbia per un disastro largamente annunciato. (Roberto Mania, la Repubblica 31/8/2007)
Del resto, col passare delle ore, Federmeccanica e Confindustria hanno offerto solidi argomenti ai sospetti che già circolavano ai piani alti del sindacato [sul nuovo contratto Fiat]. Massimo Calearo, presidente dell’associazione delle imprese metalmeccaniche, commentava così: «Questa decisione dimostra come i tempi biblici che contraddistinguono i nostri negoziati non siano più compatibili con la velocità del mercato». [...] nel mirino c’è il contratto nazionale, dicono i sindacati. normale, spiega Calearo, che le imprese che vanno meglio intanto comincino a dare qualcosa ai lavoratori, senza aspettare i tempi lunghi del rinnovo del contratto che, necessariamente, deve tener conto anche delle aziende che sono in difficoltà. (Enrico Marro, Corriere della Sera, 25/10/2007)
Nel giorno dello sciopero dei metalmeccanici le aziende rilanciano l’iniziativa della Fiat di offrire 30 euro al mese come anticipo del contratto nazionale. [...] Per Federmeccanica che, secondo i propri dati, ha quantificato al 30% l’adesione allo sciopero, «percentuale inferiore di tre punti alle manifestazioni precedenti di analoga portata». Per il presidente Massimo Calearo si tratta di un chiaro «segnale della base per procedere sulla defiscalizzazione di tutto il salario e non solo dello straordinario». [...] Sia Calearo che Angeletti, infatti, ritengono che il contratto nazionale delle tute blu si «possa chiudere entro l’anno». (Roberto Bagnoli, Corriere della Sera 31/10/2007)
Per i veneti ci sarà una vicepresidenza [di Confindustria] (che ora non hanno) e il candidato più forte sembra essere Massimo Calearo, leader di Federmeccanica e di Vicenza. (La Repubblica 20/12/2007, ROBERTO MANIA)
Le novità potrebbero arrivare da Massimo Calearo, in pole position per la poltrona reclamata dai veneti, che andrebbe all’internazionalizzazione. (STEFANO LIVADIOTTI, L’Espresso 10/01/2008)
[Intervista a Paolo Mieli] Che ne pensa della discesa in campo di esponenti di spicco di Confindustria, come Matteo Colaninno e Massimo Calearo, nelle file del Pd? «Dal momento che non è sceso in campo Montezemolo, queste mi sembrano candidature fatte a titolo personale, che danno il senso dell’immagine che Veltroni vuole imprimere al Pd: un partito non delle barricate, ma delle compatibilità». (Libero 5 marzo 2008, Barbara Romano)
«A Vicenza c’è la vecchia storiella della lampada di Aladino sotto il Palladio. Esce il Genio e domanda: ”Dimmi cosa vuoi e al tuo vicino darò il doppio”. Il vicentino ci pensa su e risponde ”caveme un ocio”. Capìto come siamo?» (Massimo Calearo, industriale candidato col Pd). (Giovanni Cerruti, La Stampa 7/3/2008).
Come ha sancito Fausto Bertinotti, tra l’operaio scampato all’incendio della Thyssen e l’ormai ex presidente di Federmeccanica Massimo Calearo candidati insieme nel Pd, o è di troppo l’uno o è di troppo l’altro. Per carità: potrebbero esserlo tutti e due. [...] le polemiche su Calearo dimostrano però ancora una volta tutti i limiti d’una certa sinistra nel capire il Nord Est. (Gian Antonio Stella, Corriere della Sera 7/3/2008)
Massimo Calearo sceglie il realismo. L’ex presidente di Federmeccanica, oggi capolista in Veneto per il Pd di Veltroni, condanna duramente il comportamento di Pechino, ma non crede negli assalti ai mulini a vento: «Bisogna fare operazione di sistema insieme a Unione europea, Stati Uniti e Giappone. L’Italia non può mettersi a fermare la diga», confida alla «Stampa» [...]. Anche perchè in Cina «non siamo protagonisti ma comparse», e «il ritardo delle nostre imprese è talmente elevato» che non è «con un po’ di buonismo che si risolvono i problemi». Come dire che gli inviti al boicottaggi olimpici non servono. Anche un uomo solido e concreto come Calearo è ipnotizzato dalla Cina? La realtà forse è più complessa per chi deve - contemporaneamente - difendere gli interessi strategici delle imprese italiane e lanciare l’allarme sui diritti di un popolo sottoposto a repressioni sempre più violente come quello tibetano. (La Stampa 16 marzo 2008, EMANUELE NOVAZIO)
i più esposti su una linea filoprodiana, da Matteo Colaninno a Massimo Calearo, dopo avere tentato di entrare nella nuova presidenza, siano corsi a rintanarsi sotto la coperta veltroniana. (Il Giornale 14 marzo 2008, Lodovico Festa)
Campagna elettorale che ha diviso Vicenza sulla candidatura nel Pd di Calearo. (Carlo Bonini, la Repubblica 19/3/2008)
La Confindustria non ha battuto ciglio quando due suoi membri, come Matteo Colaninno e Massimo Calearo, hanno accettato di candidarsi nel Pd. (Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport, 20/03/2008)
La dipartita veltroniana di Massimo Calearo, ex presidente di Federmeccanica e degli industriali vicentini, è stata invece criticata in un´intervista dalla mamma non tanto per l´abbandono dell´azienda, ma per l´imprevedibile candidatura a sinistra, invece che a destra. (Repubblica 23 marzo 2008, ALBERTO STATERA)
In cambio del loro appoggio Emma aveva promesso una vicepresidenza pesante, cioè con importanti deleghe. Il vicentino Massimo Calearo, leader della Federmeccanica, ambiva a questa poltrona. Ma poi ha optato per un’altra gara, quella delle elezioni politiche, candidandosi nelle liste del Pd. I giochi così si sono riaperti. (Panorama 20 marzo 2008, Angelo Pergolini)
GLI ELETTI DI CAMERA E SENATO NELLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2008 (prima delle opzioni). CAMERA. Veneto 1[...] PD (8): Massimo Calearo, [...] (La Stampa 16/4/2008)
Walter Veltroni ha tentato di connotare il Pd come il partito del lavoro e dell’impresa mettendo in campo i nomi di Massimo Calearo e Roberto Colaninno. (Il Sole 24 Ore 20 aprile 2008, Lina Palmerini)
Ssh, zitti, zitti, che i parlamentari si stanno concentrando per il prossimo voto. Che ricambio a Montecitorio e a palazzo Madama. Tutti giovani, molte deputate più adatte alle passerelle che alla sfilata in Transatlantico. [...] Erano usciti dall’aula proprio quando c’era l’occasione di fare andare sotto il governo due industriali di sinistra come Massimo Calearo e Matteo Colaninno. (ItaliaOggi 29 maggio 2008, Franco Bechis)
Massimo Calearo che bloccò la corsa del trevigiano Nicola Tognana a Viale dell’Astronomia. (Alessandra Puato, Corriere Economia, 19/01/2009)
L’album del veltronismo aveva le sue figurine recenti e pregiate: così si ignorano i destini politici possibili di Marianna Madia, la precaria veltroniana (che però non era precaria, e oggi è deputata), di Massimo Calearo, l’imprenditore strappato al nemico (compresa la suoneria di Forza Italia sul telefonino e gli elogi all’obiezione fiscale), [...]. (Luca Telese, il Giornale 19/2/2009)
«Il malessere delle piccole e medie imprese è evidente. Si sentono abbandonate, la stretta creditizia fa paura», spiega l’imprenditore vicentino Massimo Calearo, ex presidente di Federmeccanica, ora deputato del Pd. Critico verso l’idea di Giulio Tremonti di coinvolgere i prefetti per evitare che le banche chiudano i rubinetti. Ma, assicura, non per partito preso: «A Vicenza ci sono 80 mila imprese. Che può fare il nostro bravo prefetto? Sarebbe più sensato affidare il compito alle Camere di commercio ». (Sergio Rizzo, Corriere della sera 16/3/2009)
Di Segni è stato invitato al Cenacolo di Marco Antonellis, salotto composto da una ristretta cerchia di giornalisti, industriali e politici [...] La discussione è condotta da Francesco Verderami del Corriere della Sera. C’è anche Massimo Calearo, ex leader di Federmeccanica poi deputato del Pd. (Fabrizio D’Esposito, Il Riformista 02/07/2009)
Massimo Calearo, deputato, ex presidente di Federmeccanica, è uscito dal Pd per aderire al Gruppo misto della Camera: «Ero stato chiamato da Veltroni al progetto di un grande partito all’americana. Oggi mi pare che il Pd sia alla ricerca di un nuovo Ulivo» (la Repubblica 6/11/2009)