Luigi Bacialli, ItaliaOggi 1/7/2010, 1 luglio 2010
USER IL LANCIAFIAMME
[Intervista a Vittorio Sgarbi]
Vittorio Sgarbi, neo Sovrintendente al Polo Museale di Venezia, ha appena finito di smantellare verbalmente i nuovi pontili davanti a San Marco («un obbrobrio,vanno subito eliminati») che, non ancora pago, passa alla demolizione di Massimo Cacciari e di Giancarlo Galan colpevoli, quando girava voce di una sua nomina voluta dal ministro Sandro Bondi, di aver messo i cavalli di frisia per impedirgli di sbarcare nuovamente in laguna. Pochi giorni dopo la querelle il critico d’arte ed ex sottosegretario ai Beni culturali dal suo nuovo ufficio dell’ex Palazzo Reale che si affaccia sulle Procuratie di San Marco se la ride e striglia gli avversari da par suo.
«L’ex sindaco Cacciari è esecrabile dal punto di vista umano e morale, ignorante e insolente. Mi attaccò quando una volta al governo portai Maria Teresa Ruben alla direzione regionale dei beni culturali. Quando era direttrice dell’ufficio Unesco e io ero appena arrivato a Venezia mi diede una mano. Cacciari ha detto al riguardo cose pettegole e malevole. Non sa, dopo aver rovinato Venezia con il suo amore smodato per un mercante capitalista come Pinault, al quale ha consegnato palazzo Grassi perdendo così la straordinaria collezione Ferruzzi, che io sono sempre stato protetto dalle donne, pur non avendo fatto nulla per loro e avendone detto spesso peste e corna. Mi amano naturalmente e a prescindere dalle polemiche. Per esempio Caterina Bon Valsassina e Giovanna Nepi Scirè».
D. E Giancarlo Galan che le ha fatto di male?
R. «Quando ero candidato alle Europee nel ’99 lui da governatore sosteneva che si doveva votare Berlusconi e la sua protetta Lia Sartori, dando così un alto senso delle istituzioni, e non per me e Brunetta. Io poi presi centomila voti e fui eletto. Oggi giustamente lo hanno mandato ad occuparsi di agricoltura. Ricordo poi quando da Vespa disse che nel Bassanese la crisi della ceramica era talmente acuta che i bassanesi avrebbero dovuto dedicarsi ad altre attività, quando la ceramica oggi è ancora un eccellenza straordinaria e ci sono geni del calibro di Federico Bonaldi, e ne cito uno per tutti».
D. Nemmeno Orsoni era stato tenero con lei.
R. «Credo più che altro per questioni di appartenenza alla stessa area di Cacciari, invece l’ho conosciuto e mi pare persona cortese e per bene con cui sono certo di poter collaborare per il bene della città».
D. L’unico ad averla accolta con i tappeti rossi è stato il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia.
R. «Sì, mi ha detto di usare il lanciafiamme, immagino contro clientele, potentati locali e vecchie incrostazioni culturali. Devo dargli però un dispiacere. Io sono un antifederalista convinto e mi fanno impressione Fini e D’Alema che oggi si dicono federalisti, proprio loro che hanno fatto dell’unità nazionale una bandiera. Oggi può esserci il federalismo fiscale ma su certi versanti strategici sono indispensabili scelte comuni. Per esempio con il turismo è stato fatto un pasticcio, un referendum aveva abolito il ministero e oggi la Brambilla è un finto ministro del Turismo perché tutte le deleghe sono passate alle Regioni, e ciascuna va per conto suo. Se il federalismo significa fare ciò che ci pare e piace provocando il caos , sarà un disastro. E poi puoi unire ciò che è diviso ma non puoi dividere quel che è unito. Aveva già fallito Cattaneo, come potrebbero riuscirci Bossi e Calderoli? Il federalismo per il Sud sarà una catastrofe, mi dite come faranno a sopravvivere da soli con le tasse di imprese che non ci sono e non ci saranno? Sarà un guaio anche per il Nord, anche i terroni comprano i vini di Zonin, che peraltro ha investito anche in Puglia e in Sicilia».
D. Lei conosce bene anche un altro veneto di cui oggi si parla, il ministro bellunese Aldo Brancher.
R. «Beh, intanto mi hanno sempre fatto effetto Brancher e Tremonti nei panni di ufficiali di collegamento del Pdl con la Lega. Berlusconi avrebbe fatto meglio ad affidare a Brancher il ministero lasciato libero da Scajola, e se fosse vero che è stato promosso per sfuggire ai processi qui avrebbe sbagliato il premier. Ma trovo inopportuno in ogni caso l’intervento stizzito del capo dello stato, secondo cui l’assenza di un ministero vero e proprio non giustificherebbe la richiesta del legittimo impedimento. Non si tratta della mancanza di sedie da spostare o di attività organizzative o di altro ancora, è la serenità di un ministro che viene messa a repentaglio da un’inchiesta giudiziaria e a maggior ragione da una udienza in tribunale, è la serenità intellettuale e della funzione ministeriale che non può essere turbata dagli interventi a gamba tesa della magistratura. Qui ormai può accadere di tutto».
D. In che senso?
R. «Nel senso che siamo in balìa di magistrati che si inventano reati che non ci sono e che ti perseguono per questo. Vittorio Emanuele è stato con una prostituta, e allora? Boncompagni, Sabani e il Merolone accusati di abusi sessuali da fanciulle deluse che speravano di andare in televisione. In presenza di semplice fellatio come si poteva accusare il povero Gigi di violenza? Dell’Utri mafioso: ma allora perché vanno a cena da lui Umberto Eco e Oliviero Diliberto? Perché Dell’Utri non è Riina, non ha ammazzato nessuno, non si è macchiato di reati gravissimi. Eppure è stato condannato a sette anni in secondo grado. giusto sostenere che Balducci era un omosessuale e cercava gli amici in un coro religioso? Ma non saranno fatti suoi? Fiorani ha dato 300 mila euro a Calderoli? Ma io non posso dare centomila euro a una donna solo perché è bella? Dove sta il reato? Io sono stato inquisito per mafia per 8 lunghi mesi e non ho mai frequentato un mafioso in vita mia, risultato: odio quei magistrati perché sono stati profondamente ingiusti con me. Adesso non risparmiano nemmeno i morti e in Belgio sono andati con il piccone a violare la tomba di un cardinale sepolto, immaginavano, con filmetti pedofili. Robe da non credere!»
D. Sindaco di Salemi, direttore del Festival di Spoleto, la Biennale, il Polo museale. Ce la farà?
R. «Diceva Brunetta, quando gli chiedevano di rinunciare al ministero se si fosse candidato a sindaco, che Bassolino era stato ministro del Lavoro e sindaco di Napoli contemporaneamente, e quindi.. Io non ho problemi, ho validi collaboratori ovunque, a Spoleto vado una volta all’anno e il Comune di Salemi è ricchissimo per le accise del terremoto del Belice. Al mio esordio a Venezia andai da Carlo Bernini allora presidente della Provincia e gli strappai 120 milioni di finanziamenti, quando ci davano 80 milioni annui da spartire tra le varie province. Ecco perché fui assenteista, perché con soli 15 milioni da spendere me ne stavo in ufficio a girami i pollici. Oggi è diverso, troverò molti sponsor e spero in un 2% dei finanziamenti al Mose che Renato Brunetta potrebbe farci arrivare con la legge speciale. Fonderò l’arte antica, moderna e contemporanea inserendola su tre piani all’Accademia, alla Cà d’oro e a Palazzo Grimani, questo in nuce è il mio progetto, poi vedremo. Confido molto in Carlo Petrini, che farebbe benissimo all’Expo se la Moratti togliesse il disturbo».
D. E i suoi variabili rapporti con Berlusconi?
R. «Berlusconi è inconsapevole delle sue virtù, come dimostra l’amore che nutrono per lui signore over 55, che invece ignorano personaggi di scarso spessore come Cacciari e Rutelli. Certo, se lui parlasse di donne con Tremonti e di economia con me le cose andrebbero sicuramente meglio.