Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  luglio 01 Giovedì calendario

Bisignani Antonio

• Sant’Agata di Esaro (Cosenza) 21 agosto 1968. Politico. Dal 2009 sindaco del paese natale, nel giugno 2010 si dimise: «Fino a un anno fa, la mia vita era serena. Ora non è più così e, per rispetto alla mia famiglia, mi sono dimesso» • «[...] ha gettato la spugna dopo decine di intimidazioni. L’ultima volta un accoltellamento lo ha lasciato mezzo morto [...] da quando ha vinto le elezioni alla testa di una lista civica composta per lo più da trentenni - fa i conti con lettere minatorie, auto incendiate, abitazioni violate: 14 intimidazioni iniziate durante la campagna elettorale. La sera dell’otto maggio 2009, prima della presentazione delle liste, hanno dato fuoco a uno sgabuzzino vicino alla sua abitazione; è dovuto fuggire con la moglie e i due figli. In quell’occasione è stato trovato un biglietto anonimo: ”Adeguati al sistema”. Poi è stato incendiato il divano nella casa degli anziani genitori, che stavano per morire; alle fiamme non sono sfuggite nemmeno la sua auto e quella della cognata. Un giorno, sedendosi sulla poltrona da sindaco ha visto degli sfregi: qualcuno aveva tracciato delle croci. Lo hanno raggiunto, praticamente, dovunque, naturalmente anche con minacce per posta, con esplicite richieste di dimissioni. Anche i componenti della Giunta hanno subito intimidazioni. [...] In paese nessuno sa e nessuno ha visto niente. Ma è chiaro a tutti che l’accerchiamento a Bisignani e alla sua giunta è essenzialmente nato per vicende interne all’amministrazione. ”La nostra parola d’ordine - spiega il suo giovane vice sindaco, Brando - è sempre stata rinnovamento. Ci siamo presentati per cambiare il volto del paese. Siamo trentenni e quarantenni, lontani dai vecchi schemi della politica. Ma in un anno non siamo riusciti a fare praticamente niente. Non appena iniziavamo un cammino, partivano le intimidazioni”. Sant’Agata ha duemila abitanti, tra la piana di Sibari e la catena del Pollino, svuotato dall’emigrazione. Tra i suoi problemi, la costruzione di una diga. Un’immensa opera pubblica progettata come uno dei più grandi bacini idrici d’Europa, che avrebbe dato da lavoro a 350 operai, finita nel nulla come tante [...]» (Giulia Veltri, ”La Stampa” 1/7/2010).