Roberto Capezzuoli, Il Sole-24 Ore 26/6/2010;, 26 giugno 2010
MATERIE PRIME
IL CAFF MACINA RECORD - La corsa del caffè continua. Ieri il testimone della "staffetta" è passato dall’arabica quotato a New York – che comunque ha stabilito a 167 cents/libbra il record degli ultimi 12 anni – al robusta scambiato a Londra, giunto ieri a 1.671 dollari/tonnellata, il massimo dal gennaio 2009.
Nella City il coloniale ha guadagnato il 25% in tre settimane, grazie ad acquisti reali stimolati da una domanda che non accusa rallentamenti, ma soprattutto da operazioni speculative. Chi nei mesi scorsi aveva assunto posizioni al ribasso, dopo la prima settimana di giugno ha visto i prezzi volare per effetto dei timori legati ai raccolti: quelli bassi in Colombia e Centro America e quelli trattenuti dagli esportatori vietnamiti per avvantaggiarsi dei prevedibili rincari.
Gli speculatori hanno dovuto ricomprare i contratti di vendita, innescando l’impennata vista al Liffe tra il 9 e il 14 giugno. La successiva settimana di assestamento dei prezzi però ha attratto nuove vendite allo scoperto, che anche questa volta si stanno trasformando in un disastro per chi ha tentato l’operazione.
Si tratta di volumi ingenti, forse pilotati da importanti case commerciali. Questo, a posteriori, sembra essere il percorso seguito dai futures a Londra (dove per diversi giorni il primo mese di consegna è stato trattato in premio rispetto alle scadenze successive) e poi imitato a New York dal caffè arabica, sul quale pesano anche le considerazioni sul contratto C negoziato all’Ice. A New York si possono consegnare caffè colombiani o "altri dolci" centroamericani, la cui disponibilità è ridotta.
«Di fronte a un’offerta che non sale ”nota Mario Cerutti,direttore della supply chain di Lavazza – il mercato è più facile da comprimere». Per rendere il future
dell’arabica più rappresentativo, l’Ice vorrebbe consentire la consegna anche degli arabica brasiliani, ma trova una forte opposizione in Colombia, oggi quarto produttore mondiale di caffè, e in Messico, che come la Colombia sta accusando un calo di raccolti e export. Sono presupposti che fanno temere traguardi dei prezzi vicini a 2 dollari/ libbra e che hanno fatto dire a Nestor Osorio,direttore esecutivo dell’International Coffee Organization, che i rincari non risparmieranno il dettaglio.
anche il parere di Cerutti: «Da noi non è solo il prezzo a spingere verso i rincari al dettaglio. In Europa pesa, e molto, la debolezza dell’euro». Non sarà necessariamente un rincaro imminente, aggiunge Cerutti, «ma questo movimento speculativo al rialzo può continuare ancora e rendere obbligatoria, prima o poi, una correzione dei listini».