Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 30 Mercoledì calendario

LUANDA LA CITT PI CARA DEL MONDO

a Tokyo o a New York? Il panino più costoso del mondo non lo troverete in Giappone ma neppure sotto la Statua della libertà. Dovrete far rotta più a sud, in Africa, nella caotica e inquinata capitale dell’Angola, la Luanda degli azulejos e del lungomare che strizza l’occhio all’Atlantico. Dodici euro e 79 centesimi, prezzo medio, servizio incluso, per un pasto al fast food. Due volte più caro che a Milano, tre volte il prezzo che paghereste al 451 di Lexington Avenue, New York, nel piccolo McDonald’s di fronte all’ufficio postale. A dir la verità, andando oltre alla media, sotto gli ombrelloni del Cafè del Mar, sulla Ilha de Luanda, poltroncine e divanetti bianchi sotto i gazebo della spiaggia di fronte alla città, un sandwich club con formaggio, prosciutto, pomodoro e cipolla, costa ancora di più: anche 16 euro e 64 centesimi, che però valgono da soli un tramonto rosso fuoco.
Sarà colpa della globalizzazione che sposta equilibri e primati, o forse del nord che si trascina sempre più a sud, ma nella classifica del costo della vita nelle principali città del globo, elaborata da Mercer, multinazionale della consulenza nelle risorse umane, quest’anno è Luanda a balzare al primo posto scalzando addirittura la capitale del Giappone, Tokyo. Una rivoluzione copernicana nell’estate del mondiale africano.
Luanda è la città più cara al mondo per i dipendenti delle multinazionali che lavorano in una sede estera. Troppo cara, scandalosamente cara. Ma il giudizio della classifica di Mercer, che mette a confronto i costi sostenuti dalle società per garantire ai propri manager lo stesso tenore di vita del loro paese d’origine, fa conquistare impudicamente a uno dei paesi più poveri del mondo (nonostante le ricchezze del petrolio) lo scettro di luogo più costoso della terra. Per verificarlo sono stati analizzati oltre 200 prodotti – dall’alloggio all’abbigliamento, dai trasporti alle spese per il tempo libero – in 214 città sparse nei cinque continenti. Il panino di Luanda, naturalmente, non è paragonabile all’hamburger di Lexington Avenue perché nel paese africano i fast food sono una rarità e i 12 euro e 79 centesimi una spesa obbligata. Ma l’affitto di un appartamento di due camere da letto, non ammobiliato, la dice lunga sull’ingordigia di Luanda: oltre 5mila euro al mese rispetto ai 3.200 di Tokyo, ai 2.900 di New York e ai duemila di Milano. Gli spaghetti, poi, certamente in Angola non sono di casa, ma cinque euro e 99 centesimi al chilo sono quasi il doppio dei tre euro e 5 centesimi di New York. I manager americani se ne faranno una ragione, gli italiani probabilmente no.
Le sorprese, però, non sono finite. Perché dopo Luanda e Tokyo, al terzo posto della classifica c’è un’altra città africana. N’djamena,capitale del Ciad,paese che dipende per il 40% dagli aiuti internazionali e con uno dei Pil pro capite più bassi del mondo, solo 1.662 euro all’anno. una new entry, ma non è l’unica.
Perché la classifica di Mercer è impietosa con l’Africa. Tra le 50 città più costose ben nove sono africane, con Libreville, capitale del Gabon, ancorata alla settima posizione, più cara perfino di Zurigo, Hong Kong e Copenhagen. Verrebbe da pensare che sia una vita da nababbi, quella degli expatriates nel continente nero. In realtà, dicono gli esperti di Mercer, assicurare gli stessi standard di vita in Europa e in Africa non è la stessa cosa. C’è il problema della sicurezza, innanzitutto,e poi la sanità,l’educazione dei figli, la scelta dei cibi. E di tutte le altre spese quotidiane che in occidente sono low cost ma che nei paesi del terzo mondo hanno prezzi alle stelle.
 per questo che per trovare una città italiana nella classifica mondiale bisogna far scorrere il dito giù verso il quindicesimo posto, dove si trova Milano, due spanne sopra Londra, mentre Roma è ancora più in basso, in ventiseiesima posizione, una casella sopra New York. In Europa è Oslo la città più cara, undicesima in classifica, e Tirana è il fanalino di coda: solo duecentesima. Più a sud, in Medio Oriente, la lista si apre a Tel Aviv (diciannovesimo posto) e termina a Tripoli, in Libia, posizione numero 186. San Paolo ha il primato continentale dell’America (ventunesimo posto) mentre negli Usa la più costosa è sempre New York. Winston Salem, cittadina di 215mila anime nella contea di Forsyth nel North Carolina, sede della più grande industria di tabacco, la R.J. Reynolds, può invece attribuirsi la bandierina della località più economica degli States.
E l’Asia? La fabbrica del mondo? Perso con Tokyo lo scettro di continente più caro, inserisce ben sette città cinesi in graduatoria. E lancia un chiaro messaggio alle multinazionali dell’occidente: è il Pakistan il paese più economico. In coda alla classifica scaglia il nome di Karachi, 12 milioni di abitanti, capitale economica e finanziaria del paese: 214 a su 214. Cioè ultima. Nell’era della globalizzazione è forse la casella migliore.