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 2010  giugno 30 Mercoledì calendario

L’attuale prima prova dell’esame di maturità è nata dieci anni fa per rinnovare la pratica di scrittura del tema tradizionale verso la comprensione e l’uso consapevole e intelligente di documenti e testi di altri

L’attuale prima prova dell’esame di maturità è nata dieci anni fa per rinnovare la pratica di scrittura del tema tradizionale verso la comprensione e l’uso consapevole e intelligente di documenti e testi di altri. La prova si è purtroppo progressivamente ridotta a vaniloquio su tematiche complesse, svolta a partire da documenti scelti per mettere di tutto un po’ e non scontentare nessuno. La diversità delle fonti, la vastità e l’indeterminatezza delle collocazioni spazio-temporali, le varietà culturali ne impongono una trattazione superficiale, accostamenti impropri e spesso inopportuni. Si rischia così di suggerire una cultura da chiacchiera da bar o, se si preferisce, da talk show, dove ciascuno dice la sua possibilmente su argomenti importanti di cui sa poco o nulla. Quest’anno, per trattare il rapporto fra i giovani e la politica, in piena logica da par condicio televisiva gli allievi hanno dovuto commentare testi di Mussolini, Togliatti, Moro e Giovanni Paolo II. Ma il discorso scelto di Mussolini è una delle pagine più agghiaccianti e tragiche della nostra storia, quello in cui assume la responsabilità «politica, morale e storica» dell’omicidio Matteotti, assolve il fascismo «passione superba della migliore gioventù italiana» e ufficialmente apre la fase di fascistizzazione dello Stato. Nella Repubblica democratica la trattazione in positivo di quel documento implica due apologie di reato: di fascismo e di istigazione alla violenza. Gli allievi, quindi, sempre che lo sapessero, non potevano che criticarlo. E se qualche allievo ne ha tessuto le lodi? Quali perplessità e lacerazioni apriranno la correzione e la valutazione di questa prova, dichiaratamente politica, tra insegnanti, tra l’altro, cui il Ministro ha recentemente proibito di… far politica a scuola? Questa traccia l’ha scelta solo il 4,3%, ma non è una consolazione. 59 anni, insegnante, Torino