FRANCESCO SEMPRINI, La Stampa 29/6/2010, pagina 16, 29 giugno 2010
L’AMERICA REPUBBLICA FONDATA SULLE PISTOLE
L’America deve essere a mano armata. A dirlo è la Corte Suprema che con cinque voti a favore e quattro contrari ha dichiarato incostituzionale la messa al bando in vigore nella città di Chicago, spiegando che il diritto a difendersi con le armi previsto dal Secondo Emendamento della Costituzione si applica «egualmente sia per il governo federale che per quelli statali».
E allora via libera alle pistole nelle case, a tamburo o automatiche, purché cariche e pronte a essere usate. Ne circolano già 200 milioni, possedute da 90 milioni di persone. Saranno ancora di più. Le lobby delle armi e le frange conservatrici della cittadinanza brindano, mentre per le associazioni per i diritti civili e le autorità locali il rischio è che si ripiombi in un clima da Far West metropolitano come quello di qualche decennio fa. Lo stesso immortalato nella San Francisco dell’ispettore Callaghan, o nella New York del Giustiziere della Notte e dei Warriors
Sebbene la Corte abbia riconosciuto che sono applicabili alcune «ragionevoli misure di controllo», la sentenza ha in sostanza dato ragione ai pistoleri americani, prima fra tutte la National Rifle Association (Nra) of America, istituita nel 1871 «per promuovere ed incoraggiare l’uso delle armi da fuoco su base scientifica». Due anni fa la Corte si era già pronunciata sul Secondo emendamento confermando il diritto a possedere pistole almeno come strumento per difesa personale in casa. La sentenza venne applicata a livello federale e andò così ad abrogare un divieto istituito nella capitale, città unica nel suo genere perché risponde a ordinamento federale.
In questo modo la sentenza ha costituito un precedente giuridico sulla base del quale è stato presentato ricorso al tribunale federale contro un simile divieto vigente da oltre trenta anni a Chicago. A farlo è stato Otis McDonald, 76 anni, cittadino di un sobborgo di Oak Park, alla periferia della metropoli dell’Illinois, che chiedeva il diritto di possedere un’arma a casa per difendersi dai delinquenti che infestavano il suo quartiere. Ad appoggiarlo è stata proprio l’Nra con i suoi potenti mezzi finanziari e di pressione. «Sembrava che la città si curasse più dei malviventi che di me, ed io sono un cittadino onesto, pago regolarmente le tasse».
Era il 1982 quando le autorità di Chicago adottarono quel bando in risposta al dilagante fenomeno di omicidi e violenze. Ed è su questo che si è pronunciata ieri la Corte spaccandosi di nuovo tra favorevoli e contrari in base all’orientamento ideologico dei suoi nove membri. I cinque conservatori e moderati di centro-destra, tra cui Samuel Alito e il giudice capo John Roberts, hanno votato a favore del diritto a possedere armi, mentre i quattro di orientamento più progressista o liberal hanno votato contro. Chi ha lavorato alla costituzione «ha giudicato il possedere e girare con le armi uno di quei diritti fondamentali necessari e funzionali al nostro sistema di regole e di libertà», spiega nella sentenza Alito, un cattolico ultraconservatore. Per il suo collega Stephen Breyer, uno dei quattro oppositori, «il possesso di armi è invece diverso per natura rispetto agli altri diritti definiti dalla Costituzione».
Sulle gradinate del massimo tribunale, poco dopo la sentenza, McDonald si è fermato a parlare ha ringraziato «Gesù Cristo e le persone meravigliose di tutta l’America che hanno appoggiato il secondo emendamento ed il nostro diritto all’autodifesa». « un ritorno al Far West e alla giustizia sommaria - grida una donna poco lontano - avrete sulla coscienza tante altri morti». Con la «pistola libera» a rischio sono tante realtà dell’America a mano armata come Los Angeles dove le gang sono sempre più forti e presenti sul territorio, o nelle zone del confine meridionale battute dalle rotte dei narcos e dell’immigrazione clandestina. «Le pistole sono le armi con cui si commettono il maggior numero di omicidi in questo Paese e in questa città in particolare», avverte Mara Georges, consigliere comunale che denuncia come nel 2008, a Chicago su 412 omicidi compiuti con armi da fuoco 408 sono stati commessi con pistole di calibro piccolo e medio.