MARCO SODANO, La Stampa 29/6/2010, pagina 9, 29 giugno 2010
CICALE O FORMICHE I TAGLI SONO PER TUTTI
Cicale o formiche importa poco: tutte le Regioni si preparano a impugnare le forbici. Lo Stato taglia i trasferimenti di fondi ai governatori, questi si vedranno costretti a tagliare quelli ai cittadini. Meno servizi, dalle Alpi alla Sicilia. Dalla regione più virtuosa - l’efficientissima Lombardia - a quella dei buchi di bilancio, la traballante Calabria.
Qui Milano
Roberto Formigoni nel giro di due anni perderà la bellezza di 1,3 miliardi di euro, il salasso più alto d’Italia. Anche se la sua sanità, la bestia nera dei bilanci regionali (vale in media l’80% dei conti), non produce deficit e riesce a garantire il rapporto spesa-pil più basso d’Italia: il 6,7% contro una media nazionale dell’8,7%, 1600 euro l’anno a cittadino contro una media che supera i 1700.
In dodici anni di riforma (dalla Bassanini in giù) la Lombardia è riuscita a risparmiare sulla sanità riducendo i ricoveri ospedalieri (da 176,7 ogni 1000 residenti nel 1997 a 135,3 nel 2008, ultimo dato disponibile). Meno letti in corsia, più prestazioni in ambulatorio, meno ricoveri medio-lunghi e più day hospital. Eppure i risparmi non bastano mai: di recente è stata annunciata, per la sola città di Milano, la riduzione dei consultori pediatrici, da 26 a 19. Forbici anche sul fondo sociale regionale: lo Stato nel 2009 aveva trasferito più di 92 miloini, quest’anno ne arriveranno 73, ovvero il 21% in meno. Navigando in cattive acque, con la delibera di riparto - quella che decide la divisione dei fondi tra Regione e comuni - il Pirellone ha deciso che quest’anno tratterrà 34 milioni di euro - il 47% di quanto ottenuto dallo Stato - contro i 12 del 2009 (ovvero il 13%)».
Sia come sia i trasferimenti per la sanità saranno ridotti di 20 milioni nel 2011 e nel 2012, il trasporto pubblico rinuncerà a 279 milioni il primo anno e a 314 il secondo, gli incentivi alle imprese saranno tagliati di 120 e poi di 135 milioni, e via riducendo. I dirigenti regionali che guadagnano più di 90 mila euro l’anno si vedranno decurtare il compenso del 5%, quelli che vanno oltre i 120 mila arriveranno al 10. L’ultima trovata è stata quella di dimezzare la diaria ai consiglieri regionali che si presentano in assemblea con più di quindici minuti di ritardo: ma è chiaro che il risparmio sarà irrisorio, più che altro è una questione di etichetta. E il Welfare regionale? Chiaro che anche quello prenderà una batosta difficile da digerire. Solo qualche giorno fa il gruppo consiliare del Pd ha ricordato che è a rischio il piano di sostegno all’affitto per le famiglie in difficoltà. Nel 2009 la Regione ha aiutato quasi 60mila famiglie, sborsando 156 milioni di euro. Quest’anno tira una brutta aria.
Qui Reggio Calabria
All’altro capo dello stivale - e all’altro capo della classifica degli enti locali virtuosi -, c’è la Calabria guidata da Giuseppe Scopelliti. Che una sanità alla Formigoni se la sogna: i suoi conti registrano un debito di due miliardi e 166 milioni di euro. Scopelliti, uomo di centrodestra, sostiene di aver ereditato il tutto dal suo predecessore (di centrosinistra) Agazio Loiero. Il quale a sua volta imputava l’origine del buco al suo predecessore Giuseppe Chiaravalloti (di centrodestra) e via risalendo fino al 1970. Da Loiero il governo ha ottenuto - dopo che Maurizio Sacconi ha bocciato la prima stesura del piano sanità - la chiusura di undici ospedali, i primi cinque quest’anno e gli altri nei prossimi.
Secondo capitolo, mettere un freno alla spesa farmaceutica più alta del Paese: si possono recuperare 90 milioni l’anno, anche grazie alla distribuzione diretta. E anche qui non si può che procedere al blocco delle assunzioni. Il turnover per medici e infermieri sarà limitato «allo stretto indispensabile per assicurare prestazioni sanitarie di qualità». Perché anche la mancanza di qualità pesa sui conti di Catanzaro: 350 milioni l’anno che la Calabria versa ad altre regioni italiane per i «viaggi della speranza», cioè per le prestazioni sanitarie che i calabresi, non fidandosi dei loro ospedali, vanno a cercare altrove.
Appena insediato, Scopelliti è andato a mettere il naso nei libri contabili. Racconta: «Ho scoperto che le auto della Presidenza della Giunta, per motivi strani che dovrò verificare, andavano in manutenzione ogni 15 giorni. E ho trovato un provvedimento di bilancio che distribuiva a pioggia 4 milioni l’anno a una miriade di associazioni senza uno straccio di documento che ne attesti la reale attività». Esiste un’associazione degli ex consiglieri regionali che riceve ogni anno 105 mila euro, e c’è la lodevole usanza - caso unico in Italia - di destinare un premio ai laureati per lo stage: stanziamento complessivo 3 milioni di euro. A giudicare dal tasso di disoccupazione, uno dei più alti d’Italia, né la laurea né il premio producono granché. Ma per farsi un’idea di come la spesa calabrese corra in assoluta libertà basti pensare che il taglio del 10% dei rimborsi ai gruppi consiliari e del 25 ai rimborsi per i trasferimenti dei consiglieri frutterà la bellezza di un milione 300 mila euro. Poca cosa rispetto al taglio da 366 milioni in vista, ma quello che conta è il segnale politico. Ammesso che si vada fino in fondo, la stagione delle cicale è finita.