Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 28 Lunedì calendario

Torna di moda il turismo del pieno in Svizzera. Il 10% della benzina venduta nel paese continua a essere acquistata da automobilisti provenienti dai paesi limitrofi

Torna di moda il turismo del pieno in Svizzera. Il 10% della benzina venduta nel paese continua a essere acquistata da automobilisti provenienti dai paesi limitrofi. Secondo i dati raccolti dall’Ufficio federale dell’energia (Ufe) e dell’Unione petrolifera (Up), i transfrontalieri della benzina hanno riempito i serbatoi nel 2008 con 390 milioni di litri di benzina e 70 milioni di litri di diesel garantendo alla Confederazione maggiori entrate per oltre 340 milioni di franchi. «Pur non essendo la Svizzera un paese in cui il prezzo dei carburanti è particolarmente basso, come invece nel Lussemburgo, in Polonia o nella Repubblica Ceca, negli ultimi anni, il prezzo della benzina è stato sempre inferiore a quello dei paesi confinanti», si legge nel documento. «Per la benzina, il differenziale di prezzo fra la Svizzera e l’estero è passato dai 15-20 centesimi al litro nel 2001 ai circa 45-50 nel 2009. Per il diesel è diverso: prima del 2003, in Svizzera, era più caro che all’estero e gli svizzeri andavano a fare il pieno oltre confine. A partire dal 2003, ha cominciato a essere leggermente più conveniente, a seconda del paese di riferimento». Secondo gli esperti, la causa del crescente differenziale di prezzo per la benzina e dell’inversione di tendenza per il diesel è stata soprattutto l’andamento del cambio fra il franco svizzero e l’euro: in altre parole, se il cambio fosse rimasto costante, il differenziale di prezzo non avrebbe praticamente subito variazioni dal 2003 a oggi.«Molti tedeschi fanno il pieno all’estero, e la Germania perde il 5-8% delle vendite nazionali di carburanti e, di conseguenza, circa 2,4 miliardi di euro (incluse le imposte sul fatturato) di entrate fiscali», hanno avvertito gli analisti dell’Ufficio federale dell’energia. «In Austria accade il contrario: il turismo del pieno rappresenta circa il 23% delle vendite di benzina e il 32% di quelle di diesel, e porta introiti ragguardevoli alle casse statali austriache». E in Svizzera? «Da noi il turismo del pieno ha subito un forte incremento negli ultimi anni», hanno ammesso i ricercatori elvetici. «Per la benzina si è passati dai 260 milioni di litri del 2001 ai 386 milioni di litri del 2008, corrispondenti a circa il 10% della quantità venduta complessivamente nel nostro paese. Le maggiori entrate fiscali per la Svizzera sono state pari a 286 milioni di franchi per l’imposta sugli oli minerali e a 52 milioni di franchi per l’Iva. Nello stesso periodo, il turismo del pieno per il diesel è passato da -70 milioni di litri a circa +70 milioni di litri, corrispondenti al 4,2% della quantità venduta complessivamente in Svizzera nel 2008».