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 2010  giugno 30 Mercoledì calendario

GLI 007 DELLA PORTA ACCANTO E LE VITE COSTRUITE A TAVOLINO

Donald Heathfield è morto nella culla nel 1962 in Ontario. Donald Heathfield è «resuscitato» a metà degli Anni 90 grazie agli 007 di Mosca che hanno rubato la sua identità per passarla ad un cittadino russo infiltrato negli Usa. Il nuovo «Don» e lamoglie Tracey Foley, entrambi sui 40 anni, si sono stabiliti vicino a Boston. Lui gestiva una società di consulenza e viaggiava moltissimo. Lei vendeva case. Coppia perfetta con due figli teenager. Stimati, affabili, dedicati al lavoro. Il Centro, il comando dello Svr a Mosca, gli aveva assegnato il compito di raccogliere informazioni sulla strategia nucleare e l’Iran.
Don e Tracey sono stati addestrati a vivere come americani. Così come gli altri 9 membri della rete smantellata dall’Fbi. Ognuno con un certificato di nascita taroccato, un passaporto falso e un passato costruiti a tavolino. Richard e Cynthia Murphy, residenti a Montclair (New York), partecipavano alla vita del quartiere, chiedevano consigli sulle scuole delle loro due bambine, avevano buoni rapporti con i vicini. Erano contenti di tutto, eccetto della casa. Volevano comprarla perché – dicevano – li avrebbe aiutati a sembrare ancora di più americani ma il «Centro» ha risposto con un nyet. Sembra che tra le persone agganciate dalla Murphy ci fosse anche l’ex tesoriere della campagna elettorale di Hillary Clinton, Alan Patricof.
Anna Chapman, 28 anni, è invece la donna fatale della storia. Bella, provocante, master in economia, sosteneva di vendere appartamenti ma intanto cercava di reclutare esponenti del mondo della finanza. E qualcuno lo ha agganciato nei night di New York dove non è passata inosservata. «Tacchi alti, abiti attillati, dolce, però non volgare. Anche se sembrava sempre in caccia», ha raccontato una modella che aggiunge: «Di recente aveva pescato un uomo molto più vecchio di lei». Tra i suoi «amici» di Facebook c’era, fino a ieri, Nouriel Roubini, un professore molto noto per aver predetto la crisi economica, consigliere molto ascoltato e un grande amante della vita notturna di Manhattan. Non appena è uscito il nome della Chapman, Roubini ha cancellato il suo nome dalla pagina Internet.
Anna è una piccola Mata Hari con il gusto dell’ironia. Come indirizzo per il contratto telefonico ha indicato «Fake Street 99», ossia Strada Falsa. Le sue tattiche di contro-sorveglianza non hanno impedito all’Fbi di individuarla e seguirla. Fino ad organizzare incontri con un agente americano che si è finto russo. Nel primo colloquio Anna non si sentiva tranquilla ed ha chiesto: «Siamo sicuri di non essere sorvegliati?». Il suo istinto non si era sbagliato.
Più esposto il ruolo di Vicky Pelaez, 55 anni, commentatrice di El Diario, giornale in spagnolo stampato negli Usa, e del marito Juan Lazaro, stimato professore che ha vissuto in Siberia. Di origine peruviana, Vicky scriveva articoli piuttosto duri sugli Stati Uniti e si recava spesso in Sudamerica dove riceveva denaro dai referenti russi. Ma a Mosca non erano soddisfatti del livello delle notizie. E uno dei suoi figli ha osservato: «Messaggi criptati? Figuriamoci, mia mamma non era neppure in grado di aprire le email».
Se Vicky vestiva i panni della pasionaria, Mike Zottoli e la moglie Patricia Mills giocavano la carta della simpatia. A Seattle, dove hanno abitato per diversi anni, Mike diceva di essere italiano. Un mattacchione che si presentava come «banchiere». E forse per questo gli hanno affidato l’amministrazione del condominio. Un compagnone «dallo strano accento» che teneva in casa codici segreti per comunicare con un apparato a onde corte. Poi dall’Oregon si sono trasferiti ad Arlington dove li hanno arrestati. Come altre coppie avevano due bimbi piccoli, affidati adesso ai servizi sociali. Nel 2006 Zottoli vola fino a New York e raggiunge un luogo segnalato da Chris Metsos, l’ufficiale pagatore fermato a Cipro e rilasciato su cauzione. Mike deve cercare un angolo dove c’è una bottiglia semi-sepolta: è lì che avevano nascosto, 2 anni prima, una busta con del denaro.
Per gli appuntamenti «al buio» gli agenti usano parole d’ordine tirate fuori dal copione di James Bond. Richard Murphy si reca a Roma per ricevere un passaporto pulito da qualcuno che non conosce. Il meeting è fissato davanti ad una libreria, in via Illiria 14. Murphy – ordina il Centro – deve tenere una copia della rivista Time nella mano destra. Se c’è una situazione d’allarme nella sinistra. A questo punto il contatto chiederà: « Mi scusi, ci siamo visto a Malta nel 1999? E tu risponderai: Sì, a La Valletta ma era nel 2000».
La giornata delle « spie come noi » era fatta di quotidianità noiosa e di rare emozioni. Una doppia vita affrontata con la consapevolezza di essere parte di una missione. Con a fianco altri compagni. Per un ex funzionario del Kgb in azione negli Usa vi sarebbero non meno di 50 coppie di «illegali». Fantasmi usciti da una tomba canadese e diventati i protagonisti di un Grande Gioco. Come ha scritto Anna Chapman sulla sua pagina Facebook, ancora attiva fino a ieri: «Se lo puoi immaginare, puoi farlo; se lo puoi sognare, puoi diventarlo».
Guido Olimpio