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 2010  giugno 29 Martedì calendario

QUEI QUARANTA SPORT OFF LIMITS PER CHI NON RINUNCIA AL BRIVIDO "MA NON UNA MODA DA ESALTATI" - ROMA - I

nomi sono per lo più in inglese. E spesso sono semplicemente l´accostamento di due parole. Downhill, skateboard, snowkite, kitesurf, base-jumping. Sono gli sport estremi, discipline che nascono un po´ a tentativi, un po´ per gioco. Idee che prendono forma magari dall´accostamento di due diverse specialità. Fusioni ad alto rischio, insomma, i cui imperativi sono adrenalina e libertà. Per combattere la monotonia della vita quotidiana o per sfidare se stessi.
Neve, terra, acqua e aria. Un ambiente per ogni stagione perché gli sportivi del rischio non sanno rinunciare al brivido. Mai. Tanto che ormai è boom. Se un tempo c´erano solo paracadutismo e alpinismo (ormai tanto istituzionalizzati da avere una definizione in italiano), oggi l´attività fisica a rischio pelle d´oca è multiforme. Sono una quarantina le discipline offerte e in continua evoluzione: fantasia e il brivido sembrano andare di pari passo. Una crescita che, secondo le stime di Lorenzo d´Amelio che gestisce uno dei principali blog di settore (sportestremi.org), ha avuto un incremento del 200 per cento in 10 anni. Il suo portale vanta duemila accessi al giorno e 600 mila pagine visitate al mese.
Partiamo dalla terra, in cui accanto alla bmx e allo skatebord (considerati canonici), compaiono il downhill, percorso cross a cronometro in mountain bike, lo streetluge, slittino da strada senza freni, e il parkour, corsa metropolitana in orizzontale e in verticale. Poi la neve. E anche qui c´è l´imbarazzo della scelta. Accanto al tradizionale alpinismo in tutte le sue declinazioni, ci sono lo speedriding (fusione tra sci e parapendio), l´heliski, lo sci con l´elicottero, e lo snowkite, lo sport dell´anno che prevede di scendere tra la neve su una tavola legati a una specie di aquilone. Versione estiva è il kitesurf che condivide "l´estremismo" di mare con varie forme di surf e con l´apnea, anche quella sotto i ghiacci. Infine l´aria: in cui figurano lo skysurf, paracadutismo con una tavola ai piedi, e, sempre con il paracadute, il base-jumping dove "b.a.s.e." (che indica il posto da cui ci si butta) è l´acronimo di edifici, torri, ponti e scogliere. E chi pensa che si tratti di sport per "folli" sbaglia: spesso gli "estremisti" sono professionisti tutto l´anno in giacca e cravatta in cerca di divertimento. E ce n´è per tutte le età: dai bambini ai pensionati, quota quest´ultima sempre più in crescita. Uomini, la maggioranza, ma ora anche tante donne. E guai a chiamarli "estremi": chi dello sport al cardiopalmo ha fatto una professione non ama questa definizione. «La mia disciplina è come tutte le altre - dice Alvaro Dal Farra, campione di freestyle motocross, la disciplina in cui si fanno con la moto salti e acrobazie che solo a vederle fanno paura -. Certo, se ti fai male rischi la vita, come nella maggioranza delle discipline fisiche. Per questo bisogna essere più attenti. Ma questo sport è il mio modo di esprimere la mia creatività». Così Alessandro Di Giacomo, paracadutista: «L´emozione della discesa libera è indescrivibile. uno sport che, se praticato con attenzione, non è estremo». Ma può anche essere fatale: in Italia le vittime di questo sport dall´inizio dell´anno sarebbero già sette.