Georgia O’Keeffe, pioniera della pittura americana di Hunter Drohojowska-Philp, ed. Johan & Levi, Milano 2010, pagg. 541, 30 giugno 2010
Georgia O’Keeffe, Sun Prairie (Wisconsin) 15 novembre 1887, Santa Fe 6 marzo 1986 • Nata in un caseifico cinque chilometri e mezzo a sud est di Sun Prarie • Figlia di Francis Calixtus O’Keeffe e Ida Ten Eyck Totto, i suoi genitori si erano sposati per accrescere il terreno a disposizione delle due famiglie • Origini irlandesi (il padre era figlio di emigrati, scappati dalla contea di Cork perché afflitti dalle tasse) e austriache (i genitori della madre erano dovuti scappare perché il padre, il conte George Victor Totto, era legato alla rivolta ungherese del 1848 contro il dominio austriaco) • Due fratelli, Francis Calixtus (1885), Alexius Wycoff (1892), quattro sorelle, Ida Ten Eyck (1889), Anita Natalia (1891), Catherine Blanche (1895), Claudia Ruth (1899) • Infanzia nella fattoria di famiglia, una casetta in legno che il padre aveva costruito con fatica e risparmiando parecchi anni, un caseificio annesso
Georgia O’Keeffe, Sun Prairie (Wisconsin) 15 novembre 1887, Santa Fe 6 marzo 1986 • Nata in un caseifico cinque chilometri e mezzo a sud est di Sun Prarie • Figlia di Francis Calixtus O’Keeffe e Ida Ten Eyck Totto, i suoi genitori si erano sposati per accrescere il terreno a disposizione delle due famiglie • Origini irlandesi (il padre era figlio di emigrati, scappati dalla contea di Cork perché afflitti dalle tasse) e austriache (i genitori della madre erano dovuti scappare perché il padre, il conte George Victor Totto, era legato alla rivolta ungherese del 1848 contro il dominio austriaco) • Due fratelli, Francis Calixtus (1885), Alexius Wycoff (1892), quattro sorelle, Ida Ten Eyck (1889), Anita Natalia (1891), Catherine Blanche (1895), Claudia Ruth (1899) • Infanzia nella fattoria di famiglia, una casetta in legno che il padre aveva costruito con fatica e risparmiando parecchi anni, un caseificio annesso. Mentre il padre si occupava dei campi, la madre si prendeva cura dei sette figli. Georgia, viziata, aveva una stanza per sé, poteva fare ciò che voleva, al contrario delle altre sorelle • Georgia, zigomi alti, carnagione chiara e occhi azzurri, lunghi capelli neri. La giornata tipo: sveglia all’alba, quando il padre e i suoi braccianti facevano colazione e uscivano per andare nei campi. Poi a scuola. Il pomeriggio i maschietti davano una mano nella stalla con le vacche e i cavalli da tiro, le femmine zappavano ed estirpavano le erbacce in giardino o raccoglievano il tabacco nei campi. Una volta finito, giocavano con le altalene dietro casa. Dopo cena i bambini andavano in salotto ad ascoltare Ida che cantava accompagnandosi al pianoforte, poi la madre leggeva loro qualche pagina da un libro di storia o da un romanzo • A undici anni Georgia inizia a prendere lezioni di disegno assieme alle due sorelle minori, Ida e Anita • A quattordici anni Georgia viene mandata in collegio, all’Accademia del Sacro Cuore delle Sorelle Domenicane di Sinsinawa. L’istituto ammette ragazze di qualunque confessione religiosa, ma la domenica tutte devono indossare un vestito nero «senza traccia di bianco o qualsiasi altro colore». Così nasce l’incrollabile passione di Georgia per i lunghi abiti neri • «Si muove come un blocco unico. Non c’è traccia di linea della cintura nei suoi vestiti neri. Dalla testa delicatamente immobile alle scarpe piccole e robuste, è un ritmo ininterrotto da qualsiasi genere di ostacolo. Delicata, sensibile, di una bellezza squisita, con il candore di una bimba negli occhi impavidi e nella mente allenata da una donna intuitiva» (Blanche Matthias descrivendola anni dopo) • Georgia frequenta l’Istituto per un anno solo. I genitori non possono permettersi di mandare tutti i figli a scuola insieme, così decidono di iscrivere a rotazione i figli nei costosi istituti, convinti che un’educazione parziale sia meglio di niente e decisi a dare a tutti, maschi e femmine, la possibilità di studiare. Georgia e il fratello Francis vanno quindi a Madison dalla zia Lola e si iscrivono alla Madison High School • Nel 1902 gli O’Keefe vendettero gran parte dei loro possedimenti per trasferirsi a Williamsburg, dove comprano Wheatlands, una splendida villetta rivestita di assi di legno bianco e circondata da nove acri di terreno sull’elegante Peacock Hill • Il padre apre una drogheria • Georgia però viene mandata al Chatham Episcopal Institute, più di trecento chilometri a nord • «Giovane strana d’aspetto e di mente / All’altro sesso pare indifferente» (didascalia su Georgia nell’annuario del 1905 del Chatham Episcopal Institute) • Terminati gli studi all’istituto, la direttrice, Elizabeth Willis, scrisse ai genitori incoraggiandoli a mandare Georgia al college dove avrebbe potuto continuare gli studi artistici. Frank e Ida, nonostante le ristrettezze economiche, iscrissero quindi Georgia all’Art Institute of Chicago, scegliendo per lei il programma di studi per l’abilitazione all’insegnamento artistico • Dopo un anno di studi, Georgia torna a casa e si ammala di tifo. Guarita, vuole aiutare i genitori in un momento di difficoltà economiche e decide di iniziare ad insegnare. Ma la sua insegnante, Elizabeth Willis, convince i genitori ad iscriverla alla Arts Students League di New York • La frequenta per un anno, poi torna a Williamsburg. I genitori navigano in cattive acque e lei, che non ha conseguito ancora il diploma per l’abilitazione all’insegnamento, decide di tornare a Chicago dagli zii per cercare un lavoro • Inizia a collaborare con varie agenzie pubblicitarie come disegnatrice di merletti e ricami per promozioni su giornali e riviste. Una leggenda familiare vuole che sia lei l’autrice del logo dell’Olandesina sul detersivo. Ma lei non lo ha mai ammesso • Per due anni lavora solo come illustratrice, non prende in mano i pennelli e non sopporta l’odore dei colori e dell’acquaragia per via delle emozioni che le suscitano • Dopo due anni prende il morbillo ed è costretta a tornare a Williamsburg per curarsi: è il 1910 • La madre e gli altri fratelli si sono trasferiti a Charlottesville: Ida ha la tubercolosi al primo stadio e ha bisogno di un posto più salutare • In breve si trasferiscono tutti lì, poi Georgia ottiene una cattedra di disegno e calligrafia ad Amarillo, in Texas • Nel 1914 torna a studiare al Columbia Teachers College per ottenere l’abilitazione all’insegnamento • Tornata a Charlottesville un anno dopo, si innamora di Arthur Whittier Macmahon, professore di scienze politiche alla Columbia University. Quando lui parte per New York, lei accetta un contratto di due anni al college metodista femminile per l’abilitazione all’insegnamento di Columbia, South Carolina: l’impegno è per quattro lezioni la settimana • «Reagisco in maniera strana ad alcune delle mie cose. Detesto esporle, so di essere assolutamente contraddittoria, ma ho paura che la gente non le capisca e... spero che non le capisca... e ho paura che ci riesca» • A Columbia inizia a scriversi con un insegnante venticinquenne, Marcus Lee Hansen (le sue lettere la facevano sentire come se qualcuno le avesse «sbucciato e cartavetrato l’anima») • «Finalmente una donna su carta» (commento di Alfred Stieglitz ai carboncini di Georgia la prima volta che li vide) • «Sono fondamentalmente le sensazioni di una donna; a modo loro mi soddisfano. Ci sono cose che vogliamo dire, ma dirle è piuttosto snervante» (Georgia sui carboncini mostrati a Stieglitz) • Nonostante la breve relazione epistolare con Lee Hansen, sceglie di continuare il suo rapporto con Macmahon, ma non ricevendo l’attesa proposta di matrimonio, accetta di partire per Columbia, New York, per seguire un corso primaverile di "Metodologia didattica" • Qui conosce di persona Alfred Stieglitz, fotografo, che espone i suoi carboncini alla galleria "291" • Quando muore la madre, Georgia torna a Charlottesville e poi si trasferisce a Canyon, Texas, per insegnare • Un amore mai consumato con il fotografo Paul Strand, 27 anni, uno dei collaboratori e amici di Stieglitz e della 291. Mai approfondito perché lui era rimasto scioccato dalla franchezza con cui Georgia gli scriveva il suo amore («avrei voluto abbracciarti e baciarti appassionatamente»; «quel tuo sguardo mi ha fatto sussultare così») • A Canyon, così, si era creata questa strana situazione: Georgia incoraggiava Strand, scoraggiava Macmahon, che ancora le scriveva, si scriveva con Stieglitz e usciva con Reid, uno studente che la corteggiava e che un giorno le chiese di sposarlo • Reid troncò poi la relazione con Georgia senza troppe spiegazioni (lo avevano avvisato che se voleva ottenere il diploma doveva smettere di frequentarla) • Trasferita a San Antonio dopo aver contratto la spagnola, viene raggiunta da Strand, in missione per conto di Stieglitz: deve scoprire come sta, cercare di convincerla ad andare a New York, e capire se ama lui o Stieglitz • «Georgia è insieme bambina e donna, ma tra le due c’è un conflitto. Leah dice che nessuno potrebbe soddisfarla - non sopporta nessuno accanto a sé per tanto tempo - e in ogni caso dovrebbe essere un milionario» (lettera di Strand a Stieglitz) • Strand, artista povero come Georgia, rinunciò poi a lei caldeggiando invece Stieglitz, che poteva permettersi di mantenerla • Arrivata a New York, si lasciò accudire da Stieglitz, che la ospitava nello studio della nipote, Elizabeth • Stieglitz, sposato con una figlia già grande, 54 anni, diventa l’amante di Georgia poche settimane dopo il suo arrivo a New York. Lei ha 31 anni • «Ogni volta che faccio una fotografia, io faccio l’amore» (Stieglitz) • Georgia, che passò quell’estate a gironzolare per lo studio coperta solo da un kimono bianco, che spesso e volentieri le cadeva di dosso. Stieglitz la fotografa nuda e in pose erotiche • Lasciò presto la moglie e la figlia 22enne, e si trasferì nello studio con O’Keeffe • Dopo qualche mese di passione, Stieglitz chiese a Georgia cosa avrebbe scelto di fare se avesse potuto fare ciò che voleva per un anno. «Dipingerei» rispose. «Bene, così sia». E chiese un prestito a un facoltoso amico per fare in modo che la sua signora potesse dare corso alla sua carriera artistica • Sempre quell’anno, muore il padre di Georgia • «Nessun trucco. Nessuna sfocatura. Nessuna luce diffusa. Nessun ingrandimento. Cristallini nitidi sinceri bocconi mentalmente digeriti di universalità in forma di Donna: testa, tronco, piedi, mani» (Stieglitz descrivendo Georgia a un’amica. Fotografava in continuazione la sua figura intera oppure i singoli dettagli del suo corpo) • Nell’estate del 1919 la coppia si trasferisce a Lake George, nella casa della madre di Stieglitz: uno stile di vita che avrebbero adottato per dieci anni: inverno in città ed estate in campagna • Georgia, che a Lake George ristrutturò sola con l’aiuto di due amiche un vecchio capannone malmesso e lo adibì a suo studio (divenne poi famoso come "la Capanna") • Nel 1921 Stieglitz organizzò una mostra con 145 fotografie mai esposte: di queste 46 erano seducenti immagini di O’Keeffe, nudi parziali, integrali, ma anche immagini di lei vestita in posa. Divenne subito famosa • «Sono lieta di averla vista intera, dato che finora la conoscevo solo a pezzi» (la pittrice Florine Stettheimer a Georgia il giorno in cui la invitò a colazione) • Georgia accettava la doppia vita a cui erano costrette molto lavoratrici dell’epoca: da un lato la responsabilità delle incombenze domestiche, dall’altro la ricerca del tempo per coltivare la carriera professionale • «Non sono mai stata in Europa. Preferisco vivere in una stanza il più spoglia possibile. Sono stata ritratta in diverse fotografie. Dipingo perché il linguaggio del colore mi è particolarmente congeniale» (Georgia descrivendo se stessa in un articolo per la rivista di Stieglitz Manuscripts) • Intanto il rapporto tra Georgia e Alfred andava raffreddandosi. Lui flirtò con Rebecca, la moglie di Strand, e poi con Ida, la sorella di Georgia • «Non è più ricciuta e mascolina, ma una donna dall’aspetto ascetico, quasi pio, con la pelle di un bianco cadaverico, lineamenti delicati e i capelli neri pettinati vigorosamente all’indietro sulla fronte. Pia sì, ma non monacale, perché sotto la quieta compostezza O’Keeffe dà la sensazione di avere qualcosa di intensamente e ardentemente vivo, e di possedere non solo la sensibilità più raffinata, ma anche la capacità di provare emozioni forti e violente» (Helen Appleton Read, sua ex compagna alla Art Students League, poi critica d’arte per il Brooklyn Eagle) • L’11 dicembre del 1924 Georgia e Alfred si sposano nell’ufficio del giudice di pace di Cliffside Park, New Jersey. La cerimonia si distinse per la scarsa ritualità: non ci furono scambi di anelli, e dopo aver recitato il giuramento iniziale O’Keeffe si rifiutò di pronunciare le parole «amare, onorare e rispettare». Nessun ricevimento. Anni dopo, rispondendo a una domanda sul matrimonio, O’Keeffe avrebbe riconosciuto: «So soltanto che io non volevo». Quando le chiesero perché non avesse adottato il nome del marito, rispose: «Perché mai dovrei prendere l’illustre nome di qualcun altro? Quando la gente mi chiamava "Signora Stieglitz", io ribattevo «signorina O’Keeffe"» • Nel 1925 Stieglitz, stressato per il poco successo di una mostra da lui organizzata, ha un doloroso attacco di calcoli renali e O’Keeffe si ritrova costretta a dirigere la galleria e a fargli da infermiera • «Una donna alta ed esile vestita di nero con un grembiule gettato sul grembo. Accanto a lei c’è una tavolozza di vetro, molto grande, molto pulita, i colori sulla superficie perfettamente separati l’uno dall’altro. Appena una tonalità viene miscelata e applicata alla tela, i resti vengono attentamente rimossi dalla tavolozza, che quindi mantiene sempre la sua aura di verginità. Per quanto fosse sceso il crepuscolo, O’Keeffe continuava a dipingere, e a qualcuno che la chiamava al telefono rispose: "Ti dispiace richiamare dopo il tramonto?» (O’Keeffe al lavoro nella descrizione di Frances O’Brien, giornalista) • O’Keeffe annotava su delle schede i colori utilizzati per ogni opera, e si assegnava sfide tecniche: dipingere quadri che potessero essere appesi da qualunque lato, eseguire una tela dall’angolo in alto a sinistra a quello in basso a destra senza tornare indietro. Quando dipingeva un fiore si rifiutava di mostrarlo agli altri finché l’originale non era avvizzito • «Tutti noi abbiamo a che fare con i fiori. Allunghiamo le mani per toccarli, ci chiniamo per odorarli, forse li sfioriamo con le labbra senza pensarci, o li doniamo a qualcuno per fargli piacere. Ma di rado ci concediamo il tempo di osservarli davvero. Ho dipinto ciascun fiore come appare a me, e l’ho dipinto grande in modo che anche gli altri vedessero ciò che vedo io» (Georgia O’Keeffe) • Nel 1928 Alfred si innamora di una giovane donna sposata, Dorothy Norman, 23 anni, ricca, che Alfred presto inserì attivamente all’interno della sua Galleria. Alfred aveva allora 63 anni • La fine del suo rapporto con il marito diventò presto per Georgia una malattia. Per due anni non si videro praticamente mai, lei fu ricoverata per una psiconevrosi e smise di dipingere. Era il 1933 e Georgia ha un storia con Jean Toomer • « bello conoscere la sensazione della tua mascolinità. Muoio dalla voglia di sentire il tuo abbraccio strettissimo e perdermi in te» (Georgia a Toomer in una lettera del 1934) • La relazione finì perché lui iniziò a uscire con un’amica di Georgia, Marjorie Content • Nel 1938 la rivista Life proclama O’Keeffe «l’artista donna più famosa e popolare d’America» • Il 13 luglio del 1946 Alfred Stieglizt muore in seguito a un violento ictus. Malato da anni, viveva ormai separato dalla moglie, anche se tra i due erano tornato un rapporto sereno e affettuoso • O’Keeffe trascorre il suo ultimo inverno a New York nel 1949, poi si trasferisce a Santa Fe, dove ha comprato e ristrutturato un’hacienda • «Non uso mai le cose che compero finché non le ho da due anni» (Georgia a un’amica) • «C’è un po’ di puttana in ogni brava cuoca» (Annotazione di Georgia su un libro di cucina. Ne teneva a dozzine sul comodino accanto al letto e si intratteneva spesso in discussioni sul cibo e la sua preparazione con chi andava a trovarla) • Parsimoniosa. Georgia collezionava animali. Uno dei suo gatti catturava i ratti e ne mangiava solo la testa, lasciando il resto ai micetti. Così Georgia teneva i ratti decapitati nella ghiacciaia, per darli in pasto ai micetti quando necessario • Georgia, che amava viaggiare, non temeva, a 65 anni, trasferte lunghe e faticose: nel 1951 partì per il Messico, dormendo in tenda se necessario e spostandosi in auto • Georgia era diventata così rigida che invitò due amici ad Abiquiu per tre mesi: insieme avevano passato in rassegna i quadri di Georgia e in novembre avevano deciso di bruciarne quaranta • Georgia, che nel 1953 andò per la prima volta in Europa, e non volle conoscere Picasso. «Lui non parla inglese, io non parlo francese, cosa avremmo da dirci?» • Continuò a viaggiare ogni anno fino ai suoi ottant’anni: visitò il Giappone, Taiwan, Hong Kong, Saigon, Bangkok, le Fiji, Tahiti, la Corea, le Filippine, Honolulu, il Medio Oriente, l’Italia, la Cambogia. «Non ho particolare voglia di andare via, ma giro comunque il mondo per vedere cosa c’è, e per capire se mi trovo nel posto giusto» • Nel 1971 le fu diagnosticata una degenerazione maculare, un malattia che determina la perdita della vista • Georgia morì il 6 marzo del 1986, a 99 anni. Il corpo fu cremato ad Albuquerque, O’Keeffe aveva richiesto che non fosse celebrato un funerale né una funzione