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 2010  giugno 07 Lunedì calendario

INTERVISTA A GIULIA MICHELINI

Assetata di potere, in cer­ca di vendetta, crudele con chi tenta di ostacolarla. Ro­salia Abate, la donna boss della mafia di Squadra anti­mafia - Palermo oggi 2 . Ed è anche Giulia Michelini, l’at­trice che le presta per la se­conda stagione il volto nella fiction che si conclude giove­dì su Canale 5 ( in prima sera­ta). Un volto che, in realtà, più che cattiveria ispira dol­cezza. Ha solo 25 anni, Giu­lia, ma è già la nuova stella della fiction made in Italy. Ri­chiestissima, l’abbiamo già vista in varie stagioni di Di­stretto di polizia e di Ris , e in
La scelta di Laura . E al cine­ma ha recitato, tra gli altri, in
L’ultimo bacio , Ricordati di me e Baciami ancora di Muc­cino, ma anche in La ragaz­za del lago
di Andrea Molaio­li e Cado dalle nubi , film rive­lazione di Checco Zalone. Lei, però, si è fatta conosce­re anche per le sue bizzarrie: poco più di un anno fa, al Chiambretti night , scoppiò un piccolo «caso Michelini» quando, agitata oltre ogni misura, non riuscì a rispon­dere a quasi nessuna do­manda dell’intervista di Pie­rino, continuando a muover­si scompostamente, impap­pinandosi e farfugliando. Un paio di mesi fa è tornata da Chiambretti e ha rimedia­to alla figuraccia, spiegando che non era riuscita a gestire l’imbarazzo (e che non era ubriaca o drogata come qualcuno azzardò).
Partiamo da lì: quindi si trattò di timidezza.
«Quando so di dover finge­re, sono brava. Quando de­vo parlare di me, come da Chiambretti, è diverso: mi sento esposta, non riesco a fingere. Ma sto imparando».
Come si è trovata nei pan­ni del boss di «Squadra an­timafia »?
« stata una bella prova, un ruolo difficile su cui ho la­vorato a fondo. Soprattutto, un ruolo interessante: di soli­to alle donne giovani sono offerti ruoli secondari o ”leg­gerini” ».
Quindi Rosy non le è mol­to affine.
«Sono più portata per i ruo­li solari e divertenti. Penso di non aver ottenuto il mio 100 per cento nonostante il mio impegno. Ma è comun­que andata bene».
I suoi genitori sono magi­strati. Com’è che lei è di­ventata attrice?
«Me la sono sudata. Penso che in fondo avrebbero pre­ferito fossi diventata medi­co o avessi seguito le loro or­me. Ho iniziato a lavorare in tv a 17 anni, per loro è stata dura da digerire, dovevano firmare i miei contratti e la scuola ne risentiva».
Le fiction sulla giustizia e la mafia, le miniserie «Al­do Modo - Il presidente» e «Paolo Borsellino»: c’è lo zampino dell’aria respira­ta a casa?
«No. Però sono riuscita sempre a capire la storia e avevo una certa familiarità con i termini tecnici e lo svol­gimento delle vicende».
 d’accordo con chi dice che per chi fa tv è difficile lavorare anche nel cine­ma?
«Sembra un cliché, ma cre­do che purtroppo sia vero. Dipende molto dall’intelli­genza dei registi, ma ci sono parecchi pregiudizi in pro­posito ».
Lei però ha lavorato tanto anche sul grande scher­mo. Meglio la fiction o la tv?
«Ho avuto la fortuna di fa­re serie di livello medio-al­to, e so che è un genere che rispecchia la società di oggi, nel bene e nel male. Non snobbo la tv ma confesso che sono un po’ stanca, vor­rei concentrarmi sul cine­ma, spero di avere presto del­le occasioni».
 vero che ha rifiutato un ruolo per Ken Loach?
«No. andata così: mi ha cercata per propormelo, ma ero irreperibile. Non avrei mai detto no, spero in una se­conda chance».
Lei ha anche un bimbo di 5 anni. Riesce a gestire ma­ternità e carriera?
«Ci riesco, anche se è diffi­cile. Bisogna mettere in con­to che in certi momenti si tra­scura l’una o l’altra».
«Squadra antimafia - Pa­lermo oggi 2» si conclude giovedì. Dove la vedremo prossimamente?
«In due film per il cinema: a breve in Immaturi , di Pao­lo Genovese, e in autunno in
Febbre da fieno di Laura Lu­chetti. In tv, non si sa se ci sarà una terza stagione per questa serie e se Rosy Abate ci sarà ancora».