Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 27 Domenica calendario

LA MILANO COLTA INNAMORATA DI PUPI SOLARI

Qualche giorno fa il sin­daco di Milano, Leti­zia Moratti, ha chia­mato a Palazzo Mari­no Pupi Solari per conferirle il premio Milanodonna (prima di lei era stata la volta di Mirel­­la Freni, di Gae Aulenti e di Va­­lentina Cortese). E davvero bi­sogna dire che poche altre donne potevano meritarlo più di quanto non lo meritas­se Pupi Solari: donna, è pro­prio il caso di dire, d’altri tem­pi, dal piglio e dallo stile straor­dinari, dotata di una sensibili­tà, di una coerenza e di un tem­p­eramento assolutamente ra­ri. Il suo negozio si trova in Piazza Tommaseo, in una del­le zone più belle e più discrete di Milano, da vecchia e salda borghesia milanese d’una vol­ta: niente insegne chiassose, nessuno sfoggio di ricchezza da «triangolo della moda», po­chi e b­ellissi­mi palazzi ot­tocenteschi o del primo Novecento, splendidi cortili segre­ti, nascosti dietro i gran­di portoni in legno, e an­che qualche giardino inaspettato, che fa ca­polino dietro un muro.
Questo negozio è, fin dal lontano 1969, un punto di rife­rimento per intere generazio­ni di persone e di famiglie: in­fatti Pupi Solari ha puntato l’attenzione prima sull’abbi­gliamento per bambini, poi per donna, e anche per gli uo­mini. Ma il suo negozio ha del­le c­aratteristiche davvero uni­che e direi quasi fuori moda rispetto alle «normali» bouti­que e ai negozi d’abbigliamen­to di cui pure Milano abbon­da: intanto ha una coerenza davvero rara, che lo ha fatto ri­manere uguale a se stesso per decenni; poi ha creato un suo «stile» personale, molto rico­noscibile, una cura dei detta­gli anche apparentemente più insignificanti, che rappre­sentano in maniera esempla­re il «tocco» della sua creatri­ce, che ogni mattina lo adorna di fiori e ne cura i minimi parti­colari, con una meticolosità davvero unica. E poi, molto spesso, con lo humour e la ver­ve che la contraddistingue, fa gli onori di casa, invitando le clienti più affezionate a pren­dere il tè, come se, invece che in un negozio d’abbigliamen­to, ci si trovasse nell’intimità di un appartamento... E i di­scorsi possono spaziare in tut­te le direzioni, dall’arte alla musica alla letteratura, per­ché anche la sua conversazio­ne rivela la solidità di un’otti­ma formazione culturale.
Per me Pupi Solari, con la sua alta statura, il suo sorriso franco e la sua vitalità ed ener­gia molto milanesi, è come un capo indiano, anche se natu­ralmente in versione femmini­le: saggia, ponderata, energi­ca, di una cortesia e di un’at­tenzione non formale, ma so­stanziale, con chiunque. E poi è una donna che, ovunque va­da, dispensa amore: tra i suoi collaboratori, tra i suoi clienti, tra le amiche e gli amici; non è un caso se, anche nella sua vi­ta privata, ha molto amato ed è stata sempre altrettanto amata. Il suo negozio è un po’ un simbolo e un luogo di ritro­vo per una certa Milano, quel­la positiva, quella vera, che è anche colta. Di donne così, o comunque di questo stampo, a Milano ce ne sono ancora, e il premio Milanodonna è una bella occasione per dar loro il giusto onore che si meritano.