Massimo Piombo, il Giornale 27/6/2010, pagina 15, 27 giugno 2010
LA MILANO COLTA INNAMORATA DI PUPI SOLARI
Qualche giorno fa il sindaco di Milano, Letizia Moratti, ha chiamato a Palazzo Marino Pupi Solari per conferirle il premio Milanodonna (prima di lei era stata la volta di Mirella Freni, di Gae Aulenti e di Valentina Cortese). E davvero bisogna dire che poche altre donne potevano meritarlo più di quanto non lo meritasse Pupi Solari: donna, è proprio il caso di dire, d’altri tempi, dal piglio e dallo stile straordinari, dotata di una sensibilità, di una coerenza e di un temperamento assolutamente rari. Il suo negozio si trova in Piazza Tommaseo, in una delle zone più belle e più discrete di Milano, da vecchia e salda borghesia milanese d’una volta: niente insegne chiassose, nessuno sfoggio di ricchezza da «triangolo della moda», pochi e bellissimi palazzi ottocenteschi o del primo Novecento, splendidi cortili segreti, nascosti dietro i grandi portoni in legno, e anche qualche giardino inaspettato, che fa capolino dietro un muro.
Questo negozio è, fin dal lontano 1969, un punto di riferimento per intere generazioni di persone e di famiglie: infatti Pupi Solari ha puntato l’attenzione prima sull’abbigliamento per bambini, poi per donna, e anche per gli uomini. Ma il suo negozio ha delle caratteristiche davvero uniche e direi quasi fuori moda rispetto alle «normali» boutique e ai negozi d’abbigliamento di cui pure Milano abbonda: intanto ha una coerenza davvero rara, che lo ha fatto rimanere uguale a se stesso per decenni; poi ha creato un suo «stile» personale, molto riconoscibile, una cura dei dettagli anche apparentemente più insignificanti, che rappresentano in maniera esemplare il «tocco» della sua creatrice, che ogni mattina lo adorna di fiori e ne cura i minimi particolari, con una meticolosità davvero unica. E poi, molto spesso, con lo humour e la verve che la contraddistingue, fa gli onori di casa, invitando le clienti più affezionate a prendere il tè, come se, invece che in un negozio d’abbigliamento, ci si trovasse nell’intimità di un appartamento... E i discorsi possono spaziare in tutte le direzioni, dall’arte alla musica alla letteratura, perché anche la sua conversazione rivela la solidità di un’ottima formazione culturale.
Per me Pupi Solari, con la sua alta statura, il suo sorriso franco e la sua vitalità ed energia molto milanesi, è come un capo indiano, anche se naturalmente in versione femminile: saggia, ponderata, energica, di una cortesia e di un’attenzione non formale, ma sostanziale, con chiunque. E poi è una donna che, ovunque vada, dispensa amore: tra i suoi collaboratori, tra i suoi clienti, tra le amiche e gli amici; non è un caso se, anche nella sua vita privata, ha molto amato ed è stata sempre altrettanto amata. Il suo negozio è un po’ un simbolo e un luogo di ritrovo per una certa Milano, quella positiva, quella vera, che è anche colta. Di donne così, o comunque di questo stampo, a Milano ce ne sono ancora, e il premio Milanodonna è una bella occasione per dar loro il giusto onore che si meritano.