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 2010  giugno 28 Lunedì calendario

SIGNORINI VS BONGIORNO-HUNZIKER (2

articoli) -
Ma quale giallo, al massi­mo biondo, biondo platino. Nel nuovo pantheon democra­ti­co degli imbavagliati dal regi­me, dopo Bertolino, la Dandi­ni, Luttazzi e la Gialappa’s band, mancava solo lei, Mi­chelle Hunziker da Sorengo, Svizzera. Ci entra di diritto, con un bel bavaglio rosa su t-shirt griffata e fisico modella­to dal pilates, insieme alla com­pagna di rubrica giornalistica imbavagliata, l’avvocata finia­na Giulia Bongiorno, altrettan­to scattante ma leggermente più ferrata su codici e intercet­tazioni. Il diabolico disegno del Cavaliere, attuato con geli­do calcolo assoldando i miglio­ri censori sul mercato, doveva rimanere segreto ma è stato purtroppo scoperto. Si è atteso un po’, solo qualche annetto, con la scusa di un restyling radi­cale del mondadoriano Chi , ma è tutto calcolato: la rubrica della coppia Hunziker-Bon­giorno, due nemiche del gover­no, doveva saltare e così è sta­to. Non solo per via della dispet­tosa finiana, che in Commissio­ne giustizia alla Camera non perde occasione per mettere i bastoni tra le ruote ai provvedi­menti berlusconiani, ma an­che per la Hunziker, una peri­colosa sovversiva sotto le vesti (di solito poche) di amabile po­lentona della porta accanto, in realtà un disfattista e amica del­le Procure politicizzate, che so­lo per una distrazione del regi­me ha ancora un contratto mi­lionario con la Mediaset di ca­sa Berlusconi. Una tremenda svista anche il fatto che un fa­moso spot anti-stalking della Onlus di Hunziker-Bongiorno sia stato patrocinato proprio da Mediafriends, l’associazio­ne benefica di Rti, Mediaset e Mondadori, trasmesso su tutti i canali Mediaset, presentato a Striscia la notizia (Canale 5), e interpretato tra gli altri anche da Silvia Toffanin, fidanzata di Pier Silvio Berlusconi e madre dell’ultimo nipote del Cav.Tut­te coincidenze che non devo­no ingannare: questo governo vuole imbavagliare le persone libere come la Hunziker. Ora chissà che la falce illiberale non si abbatta su altre soubret­te progressiste.
La nuova frontiera della resi­stenza passa dalle pagine pati­nate del settimanale di indi­screzioni, avvistamenti vippo­si, rubriche glamour e foto di deretani preferibilmente de­snudi. Che ci faceva lì «Doppia difesa», la rubrica di passione civile anti-stalking delle Thel­ma& Louise (copyright Dago­spia ) de’ noantri? Spazzata via dal restyling grafico dell’ulti­mo numero, occasione nella quale di solito i periodici rive­dono, ridecidono e, se è il caso, cassano le rubriche meno effi­caci e meno lette... Che tra que­ste ci fosse proprio lo spazio della coppia dissidente finian­svizzera, dev’essere sicura­mente una malignità messa in giro dalla solita propaganda di regime. Che poi la rubrica di de­nuncia sociale non rientrasse più negli obiettivi del marke­ting Mondadori, che punta a catturare più investitori tra le grandi maison della moda e nella fascia glamour, è solo un’astuzia per depistare dal tre­mendo sopruso alla libertà di stampa.
La lezione di Santoro ha fatto scuola, gli epigoni si moltiplica­no. In Rai l’ufficio legale ha regi­s­trato un picco di cause di rein­tegro, dal momento che ogni spostamento nel palinsesto, governando Berlusconi, equi­vale ipso facto a una odiosa ra­diazione dei nemici politici. E anche la nuova opposizione, quella degli amici finiani, se­gue le orme di Don Michele. E quindi è giusto che Flavia Peri­na, altra finiana di ferro e diret­trice del Secolo d’Italia , accor­ra in aiuto della compagna di partito imbavagliata, e anche della pasionaria Michelle. « una meschina ritorsione per il ruolo svolto dalla Bongiorno», ha spiegato scaldandosi. Così anche il Fatto è rimasto colpito da quest’ultima bassezza del regime arcoriano, evidenzian­do un particolare di inaudita gravità antidemocratica: «La Hunziker non è stata nemme­no avvisata, lo ha scoperto aprendo il numero in edicola questa settimana». Allarmi più che legittimi, un Paese che non avvisa la Hunziker della sop­pre­ssione della sua rubrica dif­ficilmente può dirsi democrati­co.
Perciò, a ben vedere, qui si apre un altro filone bavaglie­sco nella questione Chi . Per­ché non è solo la rubrica di Hunziker-Bongiorno ad esse­re finita sotto le forbici dell’in­telligence berlusconiana, ma anche «Vippissime news», una paginetta di notizie gossippare evidentemente sgradite al go­verno che ha provveduto a far­le rimuovere con opportuno editto bulgaro. Certo, sempre meno bulgaro di quello che ha colpito la Bongiorno e la Hun­ziker. Qualcuno le restituisca il maltolto. Oppure, in alternati­va, le consegni un Tapiro d’oro.
Paolo Bracalini

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Strepiti. Commenti al ve­triolo. Dietrologie sull’asse Al­fonso Signorini-Marina Berlu­sconi. La scomparsa dalle pagi­ne di Chi della rubrica Doppia difesa scatena un coro di reazio­ni indignate: dalla finiana Fla­via Perina al Fatto quotidiano , ce l’hanno tutti con il direttore­censore Signorini che ha can­cellato l’appuntamento sett­i­manale con Giulia Bongiorno e Michelle Hunziker. Lui allarga le braccia: «Me l’aspettavo».
Cosa si aspettava?
«’Doppia difesa” è andata avanti per tre anni e non se l’è mai filata nessuno. Adesso che ho deciso di toglierla scopro che era un cardine del pensiero nazionale. Dovrei essere den­tro una bolla di orgoglio, ma non ce la faccio. tutto ridicolo. Però non sono scemo e avevo avvertito i miei: vedrete, c’è di mezzo la Bongiorno che è la pre­sidente della commi­ssione Giu­stizia della Camera ed è una au­torevole voce della politica ita­liana.
Quindi, preparatevi a die­trologie di ogni tipo. Non mi sba­gliavo ».
«Chi» è un settimanale del­la Mondadori di Berlusco­ni, la Bongiorno è legata a Fini. Ovvio che si parli di epurazione.
«Un attimo. Questa rubrica l’ho inventata io. Tre anni fa».
Tre anni sono tanti.
«Sì,ma per i lettori .Qui la poli­tica non c’entra niente, come non c’entra niente Marina Ber­lusconi, evocata dalla stampa. Figurarsi. L’idea che qualcuno abbia voluto imbavagliare la Bongiorno è patetica».
Però lei ha tolto la rubrica.
«Perché a differenza di quello che pensano certi critici preve­nuti, il direttore riflette sul pro­dotto di cui è responsabile. Col tempo, mi sono reso conto che la rubrica non era in linea con il temperamento del giornale».
Linea politica?
«Ma per favore. Chi è un gior­nale
d’intrattenimento, d’eva­sione. Invece tutte le settimane
Doppia difesa parlava di stupri, violenze, storie cupe e livide am­bientate negli inferni della so­cietà: un lavoro nobile, impor­tante, apprezzato, ma alla lun­ga un corpo estraneo a Chi ».
E allora?
«Allora la Mondadori ha com­mi­ssionato un’indagine di mer­cato su un campione di 10mila
lettori».
Cos’hanno risposto?
«Hanno bocciato la rubrica. Esattamente per le ragioni che già avevo messo a fuoco nella mia testa. A questo punto, in oc­casione del restyling di Chi , ho deciso di eliminare due rubri­che, Doppia difesa e Vippissime news , e ne ho reinventate altre due. Mi spiace deludere chi si straccia le vesti, ma si tratta di un banale ammodernamento del prodotto editoriale».
Se è così, perché non ha av­visato la Bongiorno e la Hunziker?
«Questo è falso. I miei più stretti collaboratori avevano preavvertito le due signore e avevano loro spiegato che tutte le testate della Mondadori sono a disposizione dell’associazio­ne – Doppia difesa”.La Bongior­no e la Hunziker troveranno sempre spazio sui periodici Mondadori».
Davvero lei non ha preso ordini da nessuno?
«Ma sta scherzando? Oltretut­to, ripeto, questa non è una ru­brica politica. Non c’è nessun giallo, nessun mistero, nessuna censura. La Bongiorno è perso­na che stimo moltissimo, che in­vi­to spesso e inviterò ancora al­l’ Alfonso Signorini Show su Ra­dio Montecarlo. Con la Hun­ziker poi, ho ottimi rapporti. Non c’è nessun caso. Anzi, mi aspetto una mossa dalle due si­gnore ».
Quale?
«Dovrebbero dire la verità perché i silenzi e le reticenze ali­mentano un clima di sfiducia, scivoloso, ambiguo. E qua inve­ce non c’è nessuna ambiguità. Giulia e Michelle conoscono be­nissimo la verità perché sono state informate per tempo. Nes­suno si è mai sognato di censu­rare il Bongiorno-pensiero. E tutte e due sanno anche che le loro parole troveranno sempre spazio nei miei giornali e in quelli della Mondadori».
La direttrice del «Secolo» Flavia Perina si dice colpi­ta più dal caso Bongiorno che dal caso Brancher.
«Addirittura? Io non posso in­seguire tutte le chiacchiere che si fanno. Ritengo invece che un direttore abbia il diritto e il dove­re di mantenere fresco il pro­prio giornale. Io ho solo cercato di svecchiare Chi .Me l’aspetta­vo, ma resto comunque scon­certato nel vedere che si confon­dono ad arte restyling e censu­ra ».
Stefano Zurlo