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 2010  giugno 30 Mercoledì calendario

Cimmino Adriana

• Bari 24 settembre 1957. Avvocato. Fondatrice della Camera minorile di Bari. Moglie di Giuseppe Scelsi, pm del caso D”Addario, nel 2010 chiese i danni a Libero, Panorama e Bruno Vespa: «Mi avete diffamata e avete delegittimato il lavoro di mio marito» • «[...] chiede il risarcimento del danno patrimoniale, morale, biologico ed esistenziale a chi l’ha descritta come una moglie sottomessa a un marito dominante e ai suoi ”biechi interessi di lavoro”, danneggiando la sua immagine di mamma (di tre ragazzi, di cui uno maggiorenne) e di avvocato, compromettendo la sua vita di relazione. E l’avrebbero fatto nell’alveo di un più ampio ”attacco compiuto dai giornali del gruppo Berlusconi all’inchiesta del dottor Scelsi”, sostiene lei, con ”l’evidente fine di colpirla in quanto moglie del sostituto procuratore titolare di una delicata inchiesta alla ribalta della cronaca e che ha lambito il presidente del Consiglio”. Destinatari della richiesta sono l’Editoriale Libero, il direttore Maurizio Belpietro e una cronista del quotidiano, la Arnoldo Mondadori editore (in quanto società editrice del settimanale Panorama), il direttore responsabile Giorgio Mulé, e il giornalista Bruno Vespa, per un capitolo del suo libro ”Donne di cuori”. [...] Di Adriana Cimmino si disse, anzi si scrisse, che aveva fatto da ”collante” tra il pm che indagava sulle escort a Palazzo Grazioli e l’avvocato di Patrizia D’Addario. Che, per conto di suo marito, aveva anche fatto da mediatrice contribuendo a suo modo a quel presunto ”complotto” antipremier. Articoli e libri, scritti da settembre 2009 [...] l’hanno, secondo la sua versione, bersagliata e infamata. [...] ”Il ruolo di ”collante’ attribuitole - attacca il suo legale - è volutamente sfregiante, sia da un punto di vista personale che professionale”. Un danno amplificato dal ”rimbalzo della notizia - si legge ancora - tra un quotidiano, un settimanale e un libro di successo che ha goduto e gode di presentazioni e ”lanci’ straordinariamente efficaci. E tra questi, certo non ultimo, quello del presidente del Consiglio il quale, appunto, ha effettuato una o più presentazioni del libro della sua casa editrice”. Pesante, quasi al punto da diventare ”un vero e proprio abuso”. Soprattutto quando l’attacco all’inchiesta di Scelsi degenera in un ”attacco diretto al responsabile dell’indagine - scrivono - il quale dapprima viene dipinto come mosso nel suo lavoro da finalità politiche e poi come promotore di un complotto antipremier”. Essere un ”collante” tra i protagonisti di questo complotto, dunque, diventa reato. E chi vi si associa ne è complice. ”Aver coinvolto il nome di Adriana Cimmino nella raffigurazione di un’azione delittuosa - conclude l’avvocato Carbone - moltiplica le conseguenze dannose”. [...]» (Mara Chiarelli, ”la Repubblica” 30/6/2010).