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 2010  giugno 29 Martedì calendario

Bhutto Fatima

• Kabul (Afghanistan) 29 maggio 1982. Poeta. Scrittrice • «Ha lo stesso naso vistoso della defunta zia Benazir, che lei però accusa di essere ”moralmente responsabile” dell’assassinio di suo padre. Ha una laurea presa alla Columbia University, ma se diventasse premier chiederebbe agli Stati Uniti di riportare a casa i loro droni. Soprattutto [...] è l’erede della dinastia politica più famosa e insanguinata del Pakistan ma non è sedotta dal potere. Preferisce colpirlo con la penna, specie se a incarnarlo è l’’untuoso” zio presidente, Asif Zardari, di cui lei non dimenticherà mai l’insensibilità con cui al telefono le disse: ”Ah, non lo sai? Hanno ucciso tuo padre”. Era il 20 settembre 1996: proprio con il ricordo di quel giorno Fatima [...] scrittrice e opinionista per Daily Beast (il sito fondato dalla star del giornalismo americano Tina Brown) e per il magazine New Statesman, ha deciso di iniziare il libro che racconta la tragica epopea della sua famiglia. [...] Songs of blood and sword ricostruisce gli eventi che portarono all’impiccagione del nonno, il premier Zulfikar Ali, all’uccisione della zia Benazir e dello zio Shahnawaz e all’assassinio del suo adorato padre, Murtaza, con cui da bimba Fatima si divertiva a spalmarsi il viso di schiuma da barba, senza essere bacchettata perché scimmiottava un gesto maschile. ”Sembra che ogni 10 anni si debba seppellire uno dei Bhutto morto ammazzato” [...] ritiene la coppia Bhutto-Zardari colpevole dell’assassinio di suo padre, critico della corruzione nel governo della sorella Benazir, ucciso dalla polizia di fronte alla villa di famiglia di Karachi in cui Fatima tuttora vive. Il presidente è stato assolto dall’accusa di aver tramato l’omicidio, ma nel libro Fatima cerca di dimostrarne la responsabilità, raccontando anche dell’ossessione della zia per la rivalità politica con il fratello. ”Se arrivi al potere per le tue credenziali genetiche” dice di Benazir, due volte primo ministro, assassinata nel 2007, ”allora non c’è posto per due eredi”. La commissione Onu incaricata di far luce sull’omicidio dell’allora candidata alle elezioni ha concluso [...] che poteva essere evitato, se la sicurezza fosse stata più stringente. Fatima non crede che il potere politico sia un diritto acquisito per nascita. ”Preferisco servire il mio paese al di fuori del parlamento” assicura. Oltre a scrivere, fa volontariato nelle carceri femminili di Karachi. Subito dopo l’insediamento del nuovo governo nel 2008, l’irriverenza ereditata dal padre le è costata la chiusura della sua rubrica su un quotidiano pachistano. Con le sue critiche rischia di fare la fine dei suoi avi? ” un pericolo” ammette. ”Ma ci sono persone che basano il loro potere sull’occultamento della verità, altre che spendono la loro vita a cercarla”» (Valeria Fraschetti, ”Panorama” 29/4/2010).