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 2010  giugno 29 Martedì calendario

Sharif Nawaz

• Lahore (Pakistan) 25 dicembre 1949. Politico. Ex primo ministro (1990-1993, 1997-1999). Leader del Pml-N (Pakistan Muslim League, Nawaz Group), considerata per importanza la seconda formazione politica del Paese dopo il Partito Popolare • «[...] venne eletto Primo ministro del Pakistan nel 1997, con una schiacciante maggioranza in Parlamento. Sotto la sua guida il Pakistan siglò uno storico accordo di pace con l’India, e fece detonare la sua prima bomba atomica, entrando nel club delle potenze nucleari. Fu lui ha nominare Pervez Musharraf capo delle forze armate, una decisione che gli costò molto cara. Musharraf ideò senza dirgli nulla la famigerata spedizione sulle montagne del Kargil: l’esercito pachistano occupò la strategica catena montuosa infliggendo pesanti perdite all’India. Ma l’avventura rischiava di mettere in guai seri il Paese, che non aveva la forza per sostenere un altro conflitto con il più potente vicino. Sharif cercò allora di liberarsi dell’inaffidabile Musharraf. Il 12 ottobre 1999, mentre il generale tornava dallo Sri Lanka, nominò un altro capo delle forze armate e cercò di dirottare il volo di Musharraf lontano dal Pakistan. Ma l’esercito bloccò la manovra. Sharif venne arrestato, processato per cospirazione e corruzione, rinchiuso nella prigione-fortezza di Attock Fort. Finché l’intercessione del principe saudita Abdullah convinse Musharraf a esiliarlo. All’epoca molti si chiesero perché gli Usa non usarono la loro influenza sul Pakistan per salvare Sharif. ”Nel nuovo scenario - spiega un ufficiale delle forze di sicurezza che vuole mantenere l’anonimato - Sharif non era più la carta giusta nella regione. Nella guerra globale al terrorismo l’esercito pachistano era un subappaltatore importantissimo. Gli americani preferivano trattare direttamente con i militari” [...]» (Syed Saleem Shahzad, ”La Stampa” 11/9/2007) • «[...] Riciclatosi come campione della democrazia negli anni dell’esilio, Sharif è stato tutt’altro che immune ai vizi che addebita a Musharraf. Entrambi devono la loro fortuna ai legami con l’establishment militare. Musharraf, nonostante le ambiguità, ha sempre ambito a rappresentare ”l’ala Sandhurst” dell’esercito pachistano, Sharif ha preferito flirtare con quella jihadista (al punto che c’è chi gli attribuisce generici contatti con Osama bin Laden e chi parla di veri incontri). Protégé di Zia ul Haq ed erede di una ricca dinastia industriale di Lahore con interessi che spaziano dall’acciaio, alla carta e allo zucchero, Sharif comincia la sua scalata nel 1981, quando a 32 anni è nominato ministro delle Finanze del Punjab, il più giovane ad aver mai ricoperto questo incarico. primo ministro due volte dal ”90 al ”93 e successivamente dal ”97 al ”99. La prima volta cadde perché accusato di corruzione (un destino che lo accomuna alla nemica Benazir Bhutto), la seconda fu cacciato da un colpo di stato portato a segno da un generale da lui stesso promosso e accresciuto pericolosamente di status durante la guerra del Kargil, Pervez Musharraf. [...] Lo Sharif vecchia maniera era un accentratore. Cercò di avocare il più possibile a sé tutti i poteri dello stato emendando la Costituzione. Si spinse tanto in là da voler esercitare lo stesso controllo anche sull’esercito e questo fu probabilmente il motivo della sua fine. Prima d’allora però, fedele a Zia e alla sua piattaforma conservatrice, si spese per islamizzare il paese e si proclamò ”comandante dei fedeli”, salvo poi rinnegare le sue scelte in un disperato tentativo di riposizionarsi sul fronte laico. Operazione che fallì perché condotta in extremis e perché quella parte del paese continuò a sentirsi meglio rappresentata dal Partito popolare pachistano di Bhutto. Il lascito della sua esperienza al governo non è rassicurante. I due momenti che segnano la sua storia al vertice sono la disastrosa guerra del Kargil nel ”99 ed il lancio dei test nucleari nel ”98. Un evento che segnò il culmine della sua popolarità. Il Pakistan diventò il primo stato musulmano a dotarsi della Bomba. Una scelta che Sharif ha rivendicato orgoglioso [...] Washington gli chiese ripetutamente di lasciar perdere – ha ricordato - ma lui ignorò quelle richieste. [...]» (’Il Foglio” 27/11/2007).