Varie, 29 giugno 2010
BULGARI Gianni
BULGARI Gianni 1935. Lasciata nel 1987 l’azienda di famiglia ai fratelli minori Paolo e Nicola, dopo avere investito in case automobilistiche e motociclistiche è tornato al vecchio amore: gli orologi di lusso. Nell’autunno del 2005 ha inaugurato un negozio a Via Margutta (Enigma) • «[...] una storia in cui si intrecciano esclusivamente i componenti maschi di casa Bulgari, a partire dal fondatore Sotirios Boulgaris. Greco, abile cesellatore di argento, dopo una serie di disavventure (durante il governatorato ottomano subisce anche la distruzione della bottega) si sposta a Corfù, approda a Napoli e infine a Roma nel 1881. Ai figli racconterà di essere sbarcato con in tasca 80 centesimi. Ma riesce a farli fruttare quasi subito eal Pincio, la terrazza che domina le architetture disegnate da Valadier, conclude il primo affare racimolando 200 lire attraverso la vendita di piccoli oggetti in argento. Nel 1894 Sotirios inaugura il negozio di Via Condotti 28.Il passo successivo vent’anni dopo con il trasloco al civico 10, palazzo Lepri, dove ancora oggi si affacciano le vetrine. Sotirio – nel frattempo sono state abbandonate le ultime lettere sia del nome sia del cognome – non manca di senso degli affari, come tutti i levantini è belluino, crede nella famiglia patriarcale e si fida per lo più di nessuno. Intimamente resta legato all’Epiro e alla Grecia, i tre figli vengono battezzati Giorgio, Costantino e Spiridione,le figlie Athena Sofia, e Alexandra. Al fondatore della gioielleria che scompare nel 1932 si devono un paio di convinzioni di cui le generazioni successive faranno tesoro. La prima è che i soldi non si fanno solo con la ricca clientela romana, ma piuttosto con i facoltosi americani che svernano nei luoghi di villeggiatura del vecchio continente. Ragion per cui vengono aperte succursali a San Remo, Sankt Moritz, Napoli, Lucerna e Sorrento. La seconda è che le donne conviene tenerle fuori dal business di famiglia. Il testimone passa ai figli Costantino e Giorgio. Sarà soprattutto quest’ultimo a maturare una profonda conoscenza in materia di pietre preziose. Nel dopoguerra, il boom economico, che a Roma vede nei palazzinari una nuova classe di ricchi disposti a spendere ingioielli e pellicce, e l’arrivo delle star del cinema (è l’epoca della Hollywood sul Tevere), decretano l’affermazione di Bulgari nel mondo della gioielleria. Ai ricchi recenti si affianca la tradizionale clientela del bel mondo che apprezza le novità proposte da Giorgio. Il successo della famiglia cresce di pari passo con lo splendore dei collier e bracciali, venduti sempre più cari. A via Condotti insiemecon Sofia Loren, Audrey Hepburn, Linda Christian, Evita Peron, e Grace Kelly arriva anche la terza generazione Bulgari. Il ramo di Costantino, che ha avuto solo figlie femmine Anna, Marina e Xenia, passa la mano e verrà liquidato negli anni seguenti. A Giorgio, morto nel 1966, succedono invece i figli Gianni, Paolo e Nicola. A prendere in mano le redini del negozio è il primo, all’epoca poco più che trentenne. Belloccio, tosto, spigoloso Gianni è determinato a farsi seguire dai fratelli in un’attenta politica di espansione. [...] I soldi in famiglia non mancano e i profitti vengono impiegatiper aprire i negozi di New York, Ginevra, Montecarlo e Parigi. I tre figli di Giorgio sonoesperti di prodotto e hanno imparato sin da ragazzini a riconoscere le pietre preziose, ma i tempi sono cambiati. L’azienda è cresciuta e servono novità. Nicola viene spedito a New York a occuparsi del mercato americano e a partire da metà anni Settanta Gianni lancia la linea di orologeria. Gli sventurati anni dipiombo per i Bulgari coincidono con un paiodi sequestri. Nel 1975 viene rapito Gianni, che rimarrà prigioniero dei suoi sequestratori per un mese. Sette anni dopo è la volta di Anna Bulgari e del figlio sedicenne Paolo. L’inizio degli anni Ottanta è il periodo in cui la moda e il lusso made in Italy fanno faville nel mondo. Spopolano le giacche con le spalle destrutturate di Giorgio Armani e imperversa lo stile di Gianni Versace. Un’epoca in cui la maison più affermata del lusso italiano è Gucci, storico marchio fiorentino che realizza fatturati miliardari in nord america. Ad accomunare la storia degli eredi diGuccio Gucci con quelli di Sotirio è un altro passaggio generazionale che coincide con la metà degli anni Ottanta. Nel caso dei fiorentini si risolve con una faida familiare che vedrà gli eredi scannarsi nei tribunali italiani e statunitensi, consegnando così l’azienda prima nelle mani degli arabi di Investcorpe, poi, in quelle più abili di Domenico De Sole e Tom Ford. Per i Bulgari la vicenda è meno traumatica, anche se il disastro è schivato solo all’ultimo istante. A partire dal 1981 ha messo piede in azienda Francesco Trapani, figlio [...] di Lia Bulgari, una delle sorelle liquidate da Gianni, Nicola e Paolo. Trapani, cresciuto tra Napoli e Roma, dopo un’esperienza in banca d’affari a Londra inizia come assistente del direttore amministrativo dell’azienda e poi affiancando lo zio Gianni. Nel frattempo, i rapporti tra i tre fratelli si deteriorano. C’è chi vuole cambiare pelle all’attività tradizionale e chi, invece, preferisce restare ancorato alle radici aziendali. Trapani, fisicamente simile a Gianni, promette bene e finisce sotto l’ala protettiva di Nicola e Paolo. Nel 1984 gli zii decidono di farne il nuovo amministratore delegato al postodi Gianni. Lo scontro è durissimo, anche perché l’azzardo è evidente: Trapani ha 27 anni e immagina un futuro tutto nuovo per Bulgari.La società chiude l’anno con un fatturatodi 70 miliardi di lire, realizzati nei cinque negozi monomarca. Il pacchetto azionario è saldo nelle mani di Paolo e Nicola. [...]» (’Il Foglio” 19/1/2006).