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 2010  giugno 27 Domenica calendario

STORIA D’ITALIA IN 150 DATE

2 settembre 1902
Vaso di Pandora
L’avvocato e consigliere al comune di Bologna Tullio Murri lascia la seduta della Giunta e in corridoio la portiera dello stabile in cui vive gli comunica una notizia allarmante: un puzzo nauseabondo si sta diffondendo per tutta la casa dall’appartamento di sua sorella Linda. La polizia sfonda la porta e trova nel letto matrimoniale il cadavere in decomposizione del conte Francesco Bonmartini, marito di Linda. stato assassinato. Con tredici coltellate. Ci sono segni di lotta, c’è un portafoglio vuoto e un paio di mutandine femminili. Si pensa a una rapina ma anche, fin da subito, a una messinscena. Il caso è sulla prima pagina di tutti i giornali perché Tullio e Linda Murri sono figli di un luminare della medicina bolognese, Augusto Murri, alfiere del positivismo ateo. Il professore, quindici giorni dopo il delitto, informa gli inquirenti che l’assassino è suo figlio Tullio: ha ucciso il conte suo cognato durante un violentissimo diverbio. Dovuto a che cosa? Qui si scatenano i giornali che faranno diventare il «caso Murri» una sorta di romanzo d’appendice, straripante di congetture, allusioni, calunnie, falsità di ogni genere e di forti tensioni ideologiche che spiegano il clamore anche internazionale dell’affare.
I colpi di scena intorbidano tutto: si scopre un piccolo appartamento adiacente alla casa del delitto il cui proprietario è un affermato medico cinquantenne, Carlo Secchi, che lo usa per i suoi convegni con Linda Murri, di cui è l’amante. lui l’istigatore del crimine? Ma potrebbe essere Linda la vera mandante, che si sarebbe servita del fratello per liberarsi del marito. Incesto? L’idea dell’incesto viene estesa anche al padre di lei, l’illustre professore, e ci sono o sembrano esserci altri complici, altri amori illeciti: Rosa Bonetti, cameriera di Linda, che forse è l’amante di Tullio Murri e inoltre Pio Naldi, un giovane medico che confessa di aver partecipato al delitto. L’Italia ha l’impressione che si sia sollevato il coperchio di un mondo corrotto, in apparenza rispettabile, ma invece dedito alle peggiori turpitudini. Ecco il risultato di un’educazione atea e permissiva, trionfa la parte cattolica. Da quella opposta si sottolinea la ricchezza di questi borghesi arroganti che si sentono al di sopra della morale comune. Così violente sono le polemiche che il processo verrà celebrato non a Bologna, ma a Torino e durerà mesi e mesi con enorme «successo» di pubblico. L’assassino è condannato a trent’anni di carcere, come Pio Naldi. Tutti gli altri ricevono condanne pesanti e la sola Linda Murri se la cava con otto mesi di carcere, graziata dal Re. Mandante e movente non saranno mai accertati.