Giovanni Uggeri, Il Sole-24 Ore 27/6/2010;, 27 giugno 2010
«GRUPPO E CUORE PER LA RIPARTENZA»
«Quando abbiamo segnato contro la Nuova Zelanda, in tre o quattro si sono abbracciati, uno si grattava il naso, un paio tornavano verso la porta e un paio andavano verso la panchina... Lì ho capito che non saremmo andati lontano. Guardavo adesso Uruguay-Corea del Sud e si vedeva in giocatori anche mediocri una forza e una determinazione inimmaginabili nei nostri. Al gol decisivo gli uruguaiani erano tutti abbracciati... ». Così fotografa la fine ingloriosa della nostra nazionale l’ex ct Arrigo Sacchi, vicecampione del mondo a Usa ’ 94 e oggi commentatore Mediaset.
Che cosa serve, quindi, per far vincere l’Italia?
Un grande scandalo. Le due volte che siamo stati campioni nell’era contemporanea venivamo da due scandali ciclopici, le scommesse nell’82 e calciopoli nel 2006. Ovviamente è una battuta, ma purtroppo sono queste le situazioni in cui diamo il meglio.
Lippi non ha sbagliato nulla?
Qualche errore l’ha fatto,certo.Ma è sbagliato e troppo facile cercare un capro espiatorio e accanirsi contro di lui. Marcello ha dimostrato ampiamente il suo valore in passato.
Ha guardato più indietro che avanti, ad esempio.
Si è fidato troppo del vecchio gruppo che era appagato. Guardavo gli 11 che hanno giocato contro la Slovacchia e 8 venivano da un campionato mediocre. Ci è mancata la freschezza, la voglia di vincere, la coesione. Ma i problemi sono anche altri.
Quali?
La nazionale è lo specchio del nostro calcio. Abbiamo club superindebitati, stadi semivuoti teatro di accoltellamenti, dirigenti sportivi spesso inadeguati e presidenti che acquistano squadre solo per farsi pubblicità o per altri interessi reconditi. E poi abbiamo la pretesa che d’improvviso la nazionale esprima valori che nel nostro calcio non ci sono. Si raccoglie quello che si semina.
Ma il discorso tecnico è così legato a quello organizzativo e culturale?
Certo. Se non ci sono dirigenti (e tifosi) che sanno aspettare, che apprezzano il bel gioco, che rispettano gli avversari non si va da nessuna parte. In campionato siamo tra le squadre più vecchie d’Europa (Milan e Juve sono sui trent’anni, l’Arsenal è a 24). Cosa ce ne facciamo di tutti questi vecchi giocatori? E continuiamo a trascurare i giovani. Quest’anno sono stati sostituiti 16 allenatori su 20. Le sembra serio?
Torniamo alla nazionale, dia un consiglio a Prandelli.
Deve rendere coeso il gruppo, poi incideranno altre variabili. Si ricordi che nel ’70 abbiamo compiuto un’impresa memorabile e abbiamo perso solo con la squadra di gran lunga più forte del mondo.All’aeroporto li hanno accolti con i pomodori. la cultura calcistica di questo paese e non è molto migliorata dopo tanti anni.
Ma ci sarà pure qualche aspetto tecnicotattico per esprimere bel gioco e vincere?
Le nazionali sono un’espressione tecnica incompleta. Per vincere ci vuole una feroce determinazione e un forte spirito di squadra e di gruppo. Con queste precondizioni i buoni talenti possono cercare di esprimersi al meglio.
Effettivamente anche il livello del gioco in questo mondiale risulta piuttosto scadente. Bene le sudamericane, benino le asiatiche ma disastrose le africane. Come mai?
Penso che i giocatori africani vivano il ritorno in nazionale con molto meno appeal di quelli sudamericani. Nelle nazionali africane sostanzialmente comanda il giocatore più forte. Ma il calcio non è uno sport individuale, altrimenti sarebbero fortissimi. Le prove di Drogba ed Eto’o in questo mondiale sono state ridicole. Li ho visti giocare ed era imparagonabile l’umiltà e la disponibilità che hanno nei loro club.
Anche altri fuoriclasse (Rooney, Cristiano Ronaldo, Kakà, Torres, Lampard) stanno deludendo.
Il calcio è armonia. L’armonia e l’organizzazione di gioco esaltano il fuoriclasse. La disarmonia rende i brocchi più scarsi di quel che sono.
Le piace l’Argentina di Maradona?
Propone uno schema molto particolare con un solo centrocampista puro. La squadra è molto unita attorno a lui e ha grandi talenti. Spero per lui che vada molto avanti.
E le europee, perché sembriamo inferiori?
Non lo siamo ma c’è un modo d’intendere il calcio sbagliato. In Inghilterra e nei paesi nordici è rispetto delle regole e vincere meritando. In Spagna e Portogallo è vincere divertendo e divertendosi. In Italia è rivendicazione sociale. importante solo vincere, non importa come. Il terreno ideale per la corruzione e per tutte le degenarazioni possibili. Per questo sembriamo inferiori. Invece bisogna vincere convincendo, solo così si fa crescere tutto il mondo.