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 2010  giugno 27 Domenica calendario

L’ITALIA CHE CE LA FA

Vorrei aggiungere un commento alla lettera del signor Salvatore Piccirillo pubblicata sul Sole 24 Ore di ieri («L’Italia che funziona»). L’Italia è un paese che, fondamentalmente, funziona, pieno di gente seria che lavora, produce e crea ricchezza. Ma ciò non fa notizia e spesso ci ritroviamo a parlare solo di quella minoranza che lavora poco e male, e vive alle spalle degli altri. Il problema vero è che, per quanto minoranza, non stiamo comunque parlando soltanto di una piccola percentuale della popolazione, ma di una fetta tutt’altro che irrilevante (sebbene pur sempre minoritaria). Non dobbiamo permettere a questa corposa minoranza di rovinare la vita a tutti!
Marco Cavicchioli email • Dovremmo convincerci tutti che la maggioranza degli italiani (anzi, del genere umano) è fatta di gente per bene: acquisteremmo in ottimismo e saremmo meno propensi alla costante recriminazione. Naturalmente, saremmo tutti più felici se i fastidiosi, gli approfittatori, gli incapaci e gli stupidi non ci ronzassero intorno con tanta solerzia: poiché per farli fuori non possiamo ricorrere al ddt, non resta che costruire meccanismi sociali che non solo impediscano loro di fare danni, ma che ne rendano difficile il successo. E qui emergono molte debolezze del carattere nazionale: il processo di selezione delle classi dirigenti è spesso vischioso, corporativo, complice; la cultura civica debole; l’impegno politico, quando c’è, più interessato e fazioso che non limpido e appassionato. Insomma, le virtù private stentano a generare vantaggi pubblici. Ne siamo consapevoli almeno dai tempi di Machiavelli: ma non illudiamoci di entrare, varcati i confini, nel paradiso in terra. Salvatore Carrubba