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 2010  giugno 28 Lunedì calendario

Bouton Daniel

• Parigi (Francia) 10 aprile 1950. Banchiere. Dal 1997 al 2008 presidente e amministratore delegato della Société Générale (dimissioni in conseguenza del clamoroso buco da 4,9 miliardi causato dalle speculazioni non autorizzate del trader Jérôme Kerviel) • «[...] allievo della Scuola nazionale d’amministrazione (Ena) e laureato all’Istituto di studi politici, Bouton inizia la carriera al ministero delle Finanze nel 1974. Va al Bilancio nell’81. Passa poi al’Economia per ritornare al Bilancio come capo di gabinetto di Alain Juppé. Nel 1991 entra in SocGen dove nel ”97 diviene pedegé. [...]» (Valeria Sacchi, ”La Stampa” 23/3/2008) • «[...] ha la faccia di uno che non è mai stato giovane, carico di glorie monetarie e amministrative pare aver sempre passato il suo tempo a annichilire gli avversari di Borsa. un uomo di granito, insensibile alla fama ormai immortale e planetaria di bancario più gabbato della storia [...] un enarca [...] e si potrebbe arrestar lì la sua biografia. Sì, proprio uno di quei tipi sussiegosi con un posto riservato alla destra del destino [...] ispettore delle finanze a 23 anni, direttore di gabinetto di Alain Juppé quando il delfino di Chirac era al bilancio, poi [...] alla guida della Société Générale appena privatizzata [...] ”una brillante macchina intelletuale” lo riverivano i suoi interessati estimatori dei giorni grassi. [...] Tanto per non darsi obbiettivi di piccolo cabotaggio monsieur Bouton si descrive così: ”Sono una macchina da guerra che prende decisioni”. Però non sono sempre quelle giuste: la crisi dei mercati asiatici e la crisi russa gli hanno spiegazzato il pedigree, oltre che i conti di quella che una volta era la prima banca di Francia. Il suo motto era ”stand alone” e lo opponeva patriotticamente a chi gli suggeriva di indaffararsi a cercare alleanze perché nel settore bancario tirava aria di tempesta e la guerra diventava senza esclusione di colpi. Preferiva esibirsi, lui, in acquisti di misteriose banche dell’ex impero sovietico che era il suo supermercato personale. [...] Una parte della destra non lo ama: ai tempi del patriottismo economico ha dato una mano all’indiano Mittal a scalare la francesissima Arcelor. [...]» (Domenico Quirico, ”La Stampa” 29/1/2008) • «[...] Sarkozy aveva subito chiarito che qualcuno avrebbe dovuto pagare per Kerviel, e aveva chiesto pubblicamente la testa di Bouton. Inizialmente, il Cda aveva preso le parti del suo presidente, ma in seguito Bouton è stato relegato a un ruolo non esecutivo. Ogni notizia negativa su SocGen era un pretesto buono per dare addosso al presidente, dalle perdite in Europa dell’Est alle performance poco brillanti nell’asset management. Bouton è colpevole in prima persona di alcuni passi falsi della banca, non ultimo un piano di stock option che sfruttava il prezzo basso dell’azione per gonfiare le tasche dei manager. In più le sue scarse doti di comunicatore si sono dimostrate un grave handicap durante la crisi. [...]» (’La Stampa” 30/4/2009).