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 2010  giugno 28 Lunedì calendario

Sibilla Aleramo (Rina Marta Felicina Faccio), 14 agosto 1876 Alessandria, 13 gennaio 1960 Roma • Figlia di Ambrogio Faccio, ingegnere, ed Ernesta Cottino, prima di quattro figli: Cora (1879), Aldo (1881) e Jolanda (1883) • Infanzia in giro per l’Italia

Sibilla Aleramo (Rina Marta Felicina Faccio), 14 agosto 1876 Alessandria, 13 gennaio 1960 Roma • Figlia di Ambrogio Faccio, ingegnere, ed Ernesta Cottino, prima di quattro figli: Cora (1879), Aldo (1881) e Jolanda (1883) • Infanzia in giro per l’Italia. Quando Rina ha un anno, lasciano Alessandria per Vercelli, dove Ambrogio insegna chimica. Nel 1881 vanno a Milano, in via Santa Barbara, per associarsi al cognato e tentare un’attività commerciale • Nel 1888 il padre si trasferisce a Porto Civitanova Marche per dirigere una vetreria. Rina non può proseguire gli studi perché non c’è una scuola e quindi dai 12 ai 15 anni lavora come contabile nella ditta diretta dal padre • La madre, figura debole, umile e sottomessa al marito, la cui personalità e dominante, confinata alla vita di provincia, cerca di uccidersi buttandosi dalla finestra • In fabbrica Rina conosce Ulderico Pierangeli, un operaio, il quale le rivela che il padre ha per amante un’ex operaia. Poco dopo Rina e Ulderico si fidanzano. Si sposano il 21 gennaio 1893 • La madre viene rinchiusa nel manicomio di Macerata • Il 3 aprile 1895 nasce Walter, il figlio di Rina • Dopo un’avventura con un forestiero, scoperta dal marito, Rina tenta di suicidarsi bevendo laudano • Per vincere l’isolamento Rina comincia ad inviare articoli a vari giornali. Viene così a contatto con il mondo del femminismo e con Alessandra Ravizza • Nel 1899 Rina va a dirigere una rivista, L’Italia femminile, a Milano, dove il marito si è trasferito per avviare un commercio di frutta e verdura con l’estero • Vanno a vivere ai Bastioni di Porta Volta • Ma a causa delle ingerenze dell’editore, Rina si dimette a metà del 1900. Gli affari del marito anche vanno male, e viene richiamato a Porto Civitanova a sostituire il padre di Rina, licenziato per i troppi scioperi dei suoi operai • Prima di tornare a Porto Civitanova, Rina diventa l’amante del poeta Guglielmo Felice Damiani • Porto Civitanova le va stretta, non ama più il marito, così nel 1902 abbandona tutti e due e si trasferisce dalla sorella che vive a Roma, vicino a Pineta Sacchetti • A Roma lascia Damiani per Giovanni Cena, un altro poeta. Con lui va a vivere a Via Flaminia 45, vicino a Piazza del Popolo • Inizia a scrivere la sua vita, poi pubblicata nel romanzo ”Una donna”. Cena a spingerla in questa direzione e a suggerirle lo pseudonimo di Sibilla. Il cognome, Aleramo, lo sceglie lei ispirandosi al verso della poesia Piemonte di Carducci: «… e l’esultante di castella e vigne suol d’Aleramo…). Il libro è un grande successo, fa discutere stampa e associazioni femministe • Nel 1908, al I Congresso femminile nazionale, Rina conosce Lina Poletti, che si innamora di lei • Anche se inizialmente non ricambia, Rina dopo un po’ cede alle lusinghe di lei, e il suo rapporto con Cena entra in crisi • «Vi amo entrambi» dice Rina di Cena e Poletti. E a lei: «Amica, all’uomo che ho amato ho dato il mio sorriso. A te, donna, vanno le mie lacrime» • Nel 1910 Rina lascia Lina e anche Cena • Inizia un rapporto con Vincenzo Cardarelli, che finirà un paio d’anni dopo, soprattutto per le difficoltà sessuali del Cardarelli, impotente (i due resteranno amici a lungo, fino alla pubblicazione de Il Passaggio, romanzo autobiografico in cui Rina descriverà il suo rapporto col Cardarelli. Lui non glielo perdonerà) • Un amore breve con Giovanni Papini, che la lascia per ritrovare la quiete familiare (la moglie aveva scoperto la tresca), Franco Gerace (amico di Benedetto Croce, a cui Rina chiederà aiuto per far tornare Franco da lei quando lui la lascerà), poi con Umberto Boccioni (che però si defila rapidamente, spaventato dall’impeto della passione di Rina, mentre lei continuerà a cercarlo), Michele Cascella, Giovanni Boine (un amore durato un mese e finito per l’intervento di Maria, la donna di Boine), Raffaello Franchi. Molti di questi, allo scoppio della guerra, partirono per il fronte • «Siamo soli, noi due, nel mondo, e sapendolo bisogna pure che ci si accosti, ogni tanto» (Rina a Boccioni) «Egregia amica, siate ragionevole, non infantilmente e letterariamente esaltata. Voglio essere lasciato in pace» (risposta di Boccioni a Rina) • Clemente Rebora, che regalò a Sibilla un frustino perché da sola provvedesse a fustigare e disciplinare la sua esuberanza emotiva • Nel 1916 Rina incontra Dino Campana e i due si innamorano. Il poeta però è già afflitto da gravi disturbi psichici, fa tremende scenate di gelosia, la picchia. La storia dura un anno circa, tra alti e bassi. Nel 1918 Campana viene internato nel Manicomio di Castel Pulci, dove morirà nel 1932 • Nell’aprile del 1917 la madre di Rina muore • Nel 1918 Rina inizia un amore con Giovanni Merlo, giovane che faceva il servizio militare, che dura due anni • Nel 1920 comincia una relazione con Tullio Bozza, 29 anni, schermidore, che muore due anni dopo • Tra il 1926 e il 1929 ha una storia con Giulio Parise, 24 anni. Il giovane è «perfetto come un’invenzione della fantasia» ma si sottrae ad un completo rapporto sessuale con lei, limitandosi a ricambiare i suoi baci o a consentirle di accarezzare il suo corpo nudo • Nel 1927 muore il padre di Rina • Vive questi in gravi difficoltà economiche e per questo cerca di avvicinare i fascisti. Mussolini in persona la raccomanda presso il Corriere della Sera, con il quale cerca di collaborare da tempo, ma invano • Nel 1933 finalmente ottiene dal Duce un sussidio di 1.000 lire al mese • Ama Enrico Emanuelli, 23 anni, giornalista, che però dopo poco la lascia e parte per la Russia («Il tuo grido, la tua voce, la tua compagnia saranno per me cose indimenticabili; ma il sogno che ho vagheggiato per un po’ di tempo ormai sembra irrealizzabile. Invano mi cercherai: io fuggirò» le scrive lui) • Nel 1933 la Aleramo, dopo 30 anni, rivede il figlio Walter • Nel 1935 ha una relazione con Salvatore Quasimodo, che lei chiama Virgilio, ma dura solo otto mesi • Nel 1935 uno dei suoi rapporti più lunghi, quello con Franco Matacotta, che durerà circa dieci anni anche se con delle lacerazioni. Lui la tradisce, cerca di lasciarla, lei lo implora di restare insieme • Nel 1946 si iscrive al Pci. Nel 1947 muore il marito di Sibilla, che lei non vede da quarant’anni • Muore di cirrosi epatica il 13 gennaio del 1960.