[1] T.C., Novella 2000, n. 25, 24/06/2010, p. 38 [2] Novella 2000, n. 26, 01/07/2010, p. 42, 24 giugno 2010
morto Ciccio, il gatto che Vittorio Feltri amava da 17 anni al punto da autodefinirsi ”gattolico praticante”
morto Ciccio, il gatto che Vittorio Feltri amava da 17 anni al punto da autodefinirsi ”gattolico praticante”. […] La tragedia è privata e anche professionale: Feltri ha sempre sostenuto che gli editoriali più belli li ha scritti mentre il suo Ciccio gli stava accoccolato sulle ginocchia, procurandogli, tra l’altro, il mal di schiena. […] Un anno fa al mensile Quattro Zampe, aveva spiegato di avere due mici, entrambi trovatelli: il più giovane era Sparky, bianco e nero, tipo Norvegese, nato nel 2000, ma il preferito era Ciccio, un gatto tigrato, che aveva trovato sua moglie fradicio e spaurito in un giardino […]. «Per conoscerlo, tornai apposta a Bergamo da Milano. Lui stava già sul mio letto, ha dormito con me finché ha avuto dieci-undici anni». [1] *** Feltri è tornato a sorridere. Il direttore del Giornale si trascinava in redazione immusonito per la morte del gatto Ciccio. Finchè non è spuntato il muso di un cucciolo, sempre grigio e tigrato, ma con gli occhi azzurri, regalo di una collega. Sollevo in redazione: Feltri è tornato di buonumore e graffiante. Il nuovo amico l’ha subito ribattezzato Ciccio. In onore di quello storico, certo. Ma anche perché, dice lui, «tutti i gatti si chiamano Ciccio». [2]