Varie, 27 giugno 2010
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Gnarr Jon
• Reykjavik (Islanda) 1 febbraio 1967. Comico. Fondatore del ”Partito Migliore”, movimento di protesta che nel 2010 vinse le comunali di Reykjavik (34,7%) promettendo sulle note di Simply the best asciugamani gratis nelle piscine e un orso polare allo zoo • «[...] ex bassista punk e leader del gruppo ”Naso che cola”, artista concettuale noto al pubblico per le sue ospitate alla radio e per aver scritto e interpretato testi immortali e autobiografici come ”La mia vita da nerd”, ha messo assieme una squadra fatta di ex attori, cantanti e intellettuali di seconda fascia [...] Nato ribelle, l’imbonitore popolare che nel 2005 ha cambiato il suo cognome da Gunnar a Gnarr per non sembrare banale, prima del crack era una di quelle mezze figure simpatiche destinate al margine della piramide [...] una via di mezzo tra Antonio Ricci e Beppe Grillo, con un po’ di Vasco Rossi, se avesse mai deciso di cantare la politica [...] Pochi giorni prima delle elezioni [...] si era ritrovato in uno studio tv con Olina Provardardottir, membro autorevole della coalizione di governo, e di fronte al suo atteggiamento di sufficienza aveva reagito attaccando: ”Ma non siete voi quelli che hanno concesso a Gran Bretagna e Olanda la restituzione di 5 miliardi di dollari per garantire i loro, dico i loro, investitori? Non vi siete accorti che stiamo fallendo? Ogni volta che vi guardo in faccia penso la stessa cosa: questi non dicono la verità”. Lei, scaricandogli addosso tutta la malevolenza dei suoi occhi gialli e temendo che il re dei clown dopo Reykjavik potesse dare la scalata al Paese come molti sindaci della capitale, aveva replicato astiosa: ”Ora basta, lo scherzo è durato troppo, che cosa ti candidi a fare?”. Gnarr era esploso in una risata ragliante, scomposta e contagiosa che gli aveva fatto cadere gli occhiali alla John Lennon nel bicchiere dell’acqua. Un disastro? Un successone. ”Ho bisogno di un posto fisso e poi la scrivania del sindaco è proprio molto bella”. Applauso, stacco pubblicitario e vittoria assicurata. Lo scherzo era appena all’inizio. [...]» (Andrea Malaguti, ”La Stampa” 27/6/2010).