Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  maggio 26 Mercoledì calendario

FERROVIE: LA NUOVA CARRIERA DELL’INAFFONDABILE CARDIA

Lamberto Cardia dalla Consob, l’autorità che vigila sulla Borsa, alla carrozza di Stato. La nomina del 76enne magistrato contabile e presidente onorario della Corte dei Conti si è consumata con grande discrezione giovedì in serata ed è stata ufficializzata soltanto ieri. Fino a poche ore prima, il commissario-presidente della Consob dal mandato durato, in via straordinaria, 13 anni – la regola prevede che l’incarico non superi i sette – sembrava destinato a una nuova proroga eccezionale alla guida dell’Autorità di controllo dei mercati. O, almeno, a una dilazione che gli consentisse di passare direttamente alla Corte costituzionale. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco. Neanche per il navigato Cardia. Qualcosa, infatti, non deve aver funzionato come previsto e per lui all’ultimissimo momento – lunedì a Milano è in calendario la sua ultima relazione annuale al mercato – è stato aperto a sorpresa un varco alle Ferrovie. Varco che ha stupito anche il suo predecessore alla testa di Fs Innocenzo Cipolletta, il cui incarico era scaduto con l’approvazione del bilancio 2009 avvenuta il 19 maggio scorso ma che è stato informato della successione solo a cose fatte. All’inizio del mandato Cipolletta ha occupato anche la poltrona di presidente del gruppo Sole 24 Ore, contemporaneamente a quella di Fs, per quasi cinque mesi, nonostante le pressioni dell’allora ministro del Tesoro Tommaso Padoa Schioppa. Nell’estate del 2006, fin dal profilarsi della candidatura del presidente del quotidiano della Confindustria ai vertici delle Ferrovie dello Stato, il ministro dell’Economia aveva infatti stigmatizzato il potenziale conflitto d’interessi di un eventuale doppio incarico, invitando Cipolletta a dimettersi dalla società editrice. Nessuna richiesta invece per la presidenza di Ubs Italia, che l’economista occupava accanto a Biesse, Artemide Group, Indesit Company, Serono Italia e Tecnopolo. Era proprio l’intreccio Fs-Sole a preoccupare Padoa Schioppa: benché in entrambi i casi si trattasse di ruoli non operativi, si temeva che la situazione avrebbe potuto dare adito a interpretazioni maliziose su anomali intrecci tra governo e Confindustria. Tanto più che all’epoca il numero uno degli industriali, Luca di Montezemolo, stava iniziando a concepire il suo progetto di ferrovie private.
E ORA MONTEZEMOLO.
E Proprio con lui dovrà vedersela Cardia – che lascia uno stipendio di 430 mila euro, contro i circa 800 mila (tra parte fissa e variabile) percepiti da Cipolletta nel 2009 – dato che la concorrenza sull’alta velocità della compagnia privata di Montezemolo e Diego della Valle, Ntv, dovrebbe partire dalla prossima primavera. Cardia, che nel 2002 venne confermato commissario Consob col supporto di Gianni Letta (e del cui regno alla Commissione sarà ricordato almeno lo sciopero del 2006 in protesta verso la sua ”gestione autoritaria e clientelare” che appariva ”sempre più orientata a seguire le orme dell’ex governatore di Bankitalia Antonio Fa-zio”), arriva alle Ferrovie in un momento molto delicato.
I conti del carrozzone di Stato stanno appena iniziando a riprendersi, con l’amministratore delegato Mauro Moretti, dopo le eredità della gestione Elio Catania, dimissionato nel 2006 quando il bilancio si stava per chiudere con una perdita record di 2,15 miliardi di euro. In compenso Catania venne premiato con una liquidazione milionaria nonché con la prima poltrona dell’Azienda dei Trasporti Milanesi. In confronto il suo predecessore, Giancarlo Cimoli, poi imbarcatosi in Alitalia, era stato un mago della contabilità, inclusa la sua maxi-buonuscita. Dopo la perdita di 409 milioni del 2007, infatti, i treni italiani hanno ricominciato a generare utili: il 2008 si è chiuso con profitti per 16 milioni, che nel 2009 sono saliti a quota 44 milioni. Resta però il preoccupante nodo del debito, che al 31 dicembre scorso ammontava a 9,7 milioni, contro i 9,2 milioni dell’anno prima.
LE PROTESTE. La nomina di Cardia, che ironia della sorte è stata ufficializzata nel giorno del maxi-sciopero dei trasporti e di un misterioso guasto alle biglietterie informatiche delle Fs, è stata salutata con aperto disappunto dalle associazioni dei consumatori. ”Una pessima notizia per gli utenti italiani”, ha detto il presidente del Codacons, Carlo Rienzi. ”Con Cardia al vertice delle Fs – sostiene Rienzi – si è passati ”dalla padella alla brace” visti i precedenti al vertice della Consob, con una gestione ”non certo eccezionale e scarsa attenzione per i cittadini”. Critici anche i presidenti di Federconsuamtori e dell’Adusbef Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, per i quali ”non si capisce quali siano i meriti acquisiti dall’ex vertice della Consob”