Luca Ricolfi, Panorama 1/7/2010, 1 luglio 2010
GLI STUDENTI DEL SUD HANNO VOTI PI ALTI MA SONO MENO PREPARATI: ECCO IL PARADOSSO DELLA SCUOLA ITALIANA
Chi non ricorda l’insegnante ultrasevero e quello di manica larga? Quanto era facile prendere un 8 con l’insegnante X e quanto era difficile prendere un 6 con l’insegnate Y? sempre stato così, ed è abbastanza normale che sia cosi. La scala dei voti, da 1 a 10, è interpretata in modo personale da ogni insegnante. Però, per fortuna, a nessuno di noi è capitato di avere insegnanti tutti severi o tutti di manica larga. In una carriera scolastica, entro certi limiti, insegnanti «mollaccioni» e insegnanti «impestati» si compensano, ristabilendo un minimo di giustizia scolastica.
Questa regola, di cui quasi tutti abbiamo avuto esperienza, vige all’intemo di un territorio e per un determinato ordine di studi, per esempio per i ragazzi che abbiano fatto le scuole nella stessa città, passando attraverso le elementari, la media inferiore e il liceo. La regola, tuttavia, salta completamente se consideriamo ragazzi che abbiano fatto scuole secondarie differenti, o che abbiano studiato in aree differenti del Paese. Qui i test Pisa, che misurano gli apprendimenti degli studenti dei principali paesi del mondo, rivelano un fatto sconcertante: i voti scolastici ottenuti nelle varie materie dipendono poco da quanto lo studente sa, molto da quale tipo di scuola superiore ha frequentato (liceo, istituto tecnico,
istituto professionale), moltissimo dalla regione in cui risiede.
Due libri, in particolare, hanno finalmente squarciato il velo su questa palese iniquità: Merito? No grazie, di Anna Bianco (Bonanno, 2009), Il capitale umano, di Piero Cipollone e Paolo Sestito (Il Mulino, 2010). Da essi è possibile farsi un’idea quantitativa precisa dell’inflazione scolastica, ossia di come i voti salgano in funzione del tipo di scuola e delle varie zone del Paese.
Prendiamo, a titolo di esempio, gli studenti quindicenni dei licei e calcoliamo qual è, in media, il voto che ottengono in matematica quando la loro preparazione è pari alla media internazionale. Ebbene, gli studenti del Nord-Ovest ottengono mediamente un 3 e mezzo, quelli del Nord-Est un 4, quelli del Centro un 5+, quelli del Centro-Sud un 7+, quelli del profondo Sud (Calabria, Basilicata, Sicilia, Sardegna) un 8. Poiché la maggior parte degli studenti viene promossa, questo significa che la sufficienza corrisponde, nelle varie aree del Paese, a livelli di preparazione del tutto diversi, con gli studenti meridionali drammaticamente meno preparati dei loro coetanei del Nord.
Perché gli insegnanti del Sud sono cosi indulgenti’? Una possibile spiegazione, già
avanzata un paio di anni fa dal ministro Mariastella Gelmini (con conseguente putiferio), è che il loro livello medio di preparazione sia relativamente basso. Un’altra spiegazione è che tengano bassa l’asticella perché ritengono (erroneamente) che gli allievi non siano in grado di fare di più. In ogni caso il risultato è una doppia ingiustizia: i ragazzi del Nord sono penalizzati perché escono dalla scuola con voti troppo bassi, quelli del Sud sono penalizzati perché escono dalla scuola con una preparazione inadeguata.