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 2010  giugno 25 Venerdì calendario

STANCA LASCIA LA GUIDA DELL’EXPO

Ieri Lucio Stanca, al suo ultimo consiglio di amministrazione, non si è nemmeno presentato. Ha consegnato alla sua lettera, indirizzata al presidente di Expo 2015 Spa Diana Bracco, le dimissioni da amministratore delegato respingendo le telefonate dei giornalisti con un laconico «non ho nulla da dichiarare, buona sera».
Dunque i consiglieri hanno potuto apprenderne tutto il disappunto nei confronti della Bracco, che nelle ultime settimane lo aveva messo sotto pressione con una serie di missive: «Alla rilettura dei verbali dall’aprile 2009 non ho rilevato alcun dissenso da parte Sua». Quindi Stanca, oltre a entrare nel merito delle contestazioni mosse dall’ex presidente di Assolombarda (controllo dei costi, rapporto con le imprese e "reputazione" dell’iniziativa) ha proseguito interpretando il pressing della Bracco come una «improvvisa e infondata contestazione del mio operato» e come un venire meno della fiducia della società nei suoi confronti.
Un clima cambiato, ricostruisce nel suo atto di difesa l’ex ministro dell’Innovazione, che ha fatto il paio con il nuovo quadro giuridico. Un insieme di elementi che lo hanno indotto alle dimissioni: «Mio malgrado», scrive nella lettera.
A chiarire le dinamiche che stanno dietro all’ennesimo trauma per l’Expo,dopo ilsiluramento di Paolo Glisenti, è Leonardo Carioni, presidente leghista della Provincia di Como e consigliere in quota ministero del Tesoro, ha ricordato a Radiocor i passaggi di un iter non semplice: «Per costruire un budget veritiero anche per i prossimi anni dobbiamo capire i costi del villaggio, delle opere connesse e quanti soldi servono per mandare avanti la società e per il sito. Il masterplan è praticamente pronto, ma prima servono la certezza della cifra e la disponibilità dei terreni con il cambio della destinazione d’uso».
Carioni, che all’inizio non ha risparmiato critiche a Stanca ma che adesso ha assunto una posizione quasi di stupore per l’accelerazione della fine del suo mandato, ha poi aggiunto che sulla decisione hanno pesato anche le pressioni contro il doppio incarico (e stipendio) di manager pubblico e di parlamentare e l’intenzione del governo con la manovra finanziaria di impedire l’assommarsi delle indennità: «Se è arrivato alle dimissioni, è anche per quello».
Ora Stanca potrà dedicarsi all’attività di semplice parlamentare, sfruttando il rapporto personale con Silvio Berlusconi, anche se per adesso non si profilerebbe un suo coinvolgimento nella compagine di governo.
Adesso si apre la partita per la successione. Che, quasi sicuramente, vedrà prevalere Giuseppe Sala, attuale direttore generale di Palazzo Marino, dato per sicuro fin dalla scorsa settimana.
Soltanto che, nelle ultime ore, ci sarebbe un tentativo da parte della componente ciellina della ex Forza Italia di calare una propria carta sul tavolo.
Vorrebbe pesare di più il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, che si ritrova nella particolare condizioni di essere quello, fra i politici locali, che metterà più soldi, e di essere tagliato fuori dalla scelta di chi avrà la guida della macchina Expo.
Fra i nomi della galassia formigoniana che sarebbero più "attivi", ci sarebbe Antonio Rognoni, direttore generale di Infrastrutture Lombarde Spa. Anche se, al di là di questi movimenti interni al perimetro dei berluscones laici e ciellini, appare difficile che Sala, un nome selezionato sull’asse Silvio BerlusconiBruno Ermolli, possa perdere la partita.
In ogni caso il pallino resta in mano alla Moratti, la quale dovrà indire un bando per raccogliere le candidatura al successore e poi formalmente sceglierlo. Anche se nulla vieta che si crei ad hoc la figura di direttore generale, chiamando dall’esterno un manager su cui convergano le indicazioni politiche e che abbia il placet del premier, voce distante ma ultima della vicenda.
In ogni caso, la Bracco assicura che entro la fine di luglio «ci sarà la ridefinizione della governance». Il cda di Expo 2015 spa, in una nota ufficiale, «ha preso atto delle dimissioni dell’onorevole Lucio Stanca e gli ha espresso il proprio ringraziamento per quanto fatto in questi mesi per la realizzazione del grande e complesso progetto Expo 2015».
Interessante, nel passaggio successivo della nota del cda, la segnalazione che «il consiglio ha poi iniziato a esaminare le implicazioni derivanti dall’articolo 54 del decreto legge sulla manovra finanziaria che, al terzo comma, ha modificato la governance della società, attribuendo all’intero consiglio poteri precedentemente in capo all’amministratore delegato».
Dunque, all’interno del board cresce la consapevolezza che, Stanca o non Stanca, qualunque "capomacchina" - Sala o chi per esso- dovrà fare i conti con un quadro giuridico molto complesso.