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 2010  giugno 25 Venerdì calendario

LA D’ADDARIO ALLA CASSA: ARRIVATO IL PREMIO

Roma Un premio alla guêpière . Alla fine ha vinto lei, Patrizia D’Addario,la escort più famo­sa del mondo, quella che ha fat­to traballare il Palazzo, sbricio­lare un matrimonio, alimenta­re sospetti e pruderie ; quella e
che ha azionato il tasto «rec » per confezionarsi prove, per mesi diventata icona di sini­stra perché in grado, si pensa­va, di far sloggiare Berlusconi da Palazzo Chigi; quell’arma biondo platino e dalle curve si­nuose, spunto per la tiritera delle dieci domande e del pre­mier sultano; quella regina del gossip diventata perfino star, flash al festival di Venezia, un libro, un cd, sfilate e serate à go­g o , alla fine ce l’ha fatta. Ha trionfato visto che ha sempre detto di aver fatto quello che ha fatto soltanto per un’«olia­ta ».Voleva superare l’ostacolo di una pratica edilizia che non c’era verso di sbloccare: ades­so quella barriera non c’è più. Il comune di Bari, retto dal pid­dino Michel Emiliano, ha sciol­to le riserve: via libera alla prati­ca D’Addario.
Accompagnatrice d’alto bor­do reinventatasi imprenditri­ce col pallino di fare l’alberga­trice, la signora era rimasta im­pigliata negli ingranaggi della burocrazia del capoluogo pu­gliese. Un terreno di periferia, un rustico, l’ossessione di co­struire un residence. Ma il suo fascicolo rimaneva lì, blocca­to, privo del timbro perché sen­za permessi giusti. Gli uffici co­munali le sbattevano in faccia « niet » uno via l’altro: progetto non in sintonia con il piano re­golatore. Trafile con gli archi­tetti, scadenze, altre richieste e altri intoppi: niente da fare, se non si può non si può. sta­to così che, a differenza di un signor Bianchi o Rossi,la signo­ra D’Addario ha scelto la scor­ciatoia, l’aiutino, il jolly. Disse più volte che ne aveva parlato anche a Berlusconi e, a fronte di una rassicurazione che poi non è arrivata mai, ha deciso il piano B: vuotare il sacco, rac­contare, sputtanare, vendicar­si. Le serate a palazzo Grazioli, la combriccola Tarantini, le fo­to scattate in bagno e i nastri su cui registrare tutto. Da sbobi­nare al mondo intero qualora il via libera alla cazzuola non fosse arrivato. Sarà putiferio. E putiferio è stato.
Ma adesso Patrizia ha avuto la rivincita: quattro giorni fa il fascicolo che porta il suo no­me è p­assato sul tavolo degli uf­fici della ripartizione urbanisti­ca della sua città.
Verifica delle condizioni di fattibilità dei suoi sogni, due o tre raccoman­dazioni per garantire sicurez­z­a dei cantieri e rispetto del pa­esaggio, audizioni degli archi­tetti e oplà: il timbro giusto è arrivato, il nulla osta conces­so. I mattoni della D’Addario s’impilino pure dove e come chiede la signora,l’area è buo­na e non c’è neppure il rischio di alluvione. Manca soltanto l’ultimo inghippo,quello rela­tivo alla Sovrintendenza ai Be­ni ambientali e paesaggistici che di solito fa ulteriori pulci a qualsivoglia progetto. Ma il grosso è fatto,dall’amministra­zione c’è il disco verde per un faldone che ha fatto capolino negli stanzoni dell’ente locale fin dagli anni Settanta, portato lì da papà D’Addario. Poi la fi­glia ne aveva raccolto il testi­mone, variato la destinazione di un intervento già autorizza­to, richiesto nuovi permessi, sbattuto contro funzionari e una montagna di codicilli e di norme edilizie da rispettare.
Proprio per questo pare che nel 2008, snervata da cotanta burocrazia, la signora si sia presentata nella sede del mo­vimento «La Puglia prima di tutto».S’era offerta come pala­dina dei diritti di tutti quei cit­tadini sommersi dalle pastoie burocratiche. Aveva chiesto un posto in lista durante le ele­zioni comunali d­ella primave­ra di quell’anno per contribui­re ad abbattere il sistema in­staurato dal sindaco Emilia­no. Candidatura arrivata pun­tuale quanto il suo flop, visto che ottenne la bellezza di set­te voti sette. Ma il suo gol è sempre stato quello di sbloc­care quello stramaledetto cantiere. Fallita la via politica, la D’Addario ha capito che le armi più utili per andare a re­te erano altre: un telefonino, un registratore e tanto, tanto pelo sullo stomaco. Il gol è ar­r­ivato grazie all’assist dell’am­ministrazione Emiliano. Pro­babilmente è anche tutto re­golare e la marcatura non è vi­ziata da alcun fuorigioco. Se così fosse resta un’inquietan­te domanda: ma ne valeva davvero la pena?