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 2010  giugno 25 Venerdì calendario

RIVISTA DI STORIA ECONOMICA CREATA DA LUIGI EINAUDI

Ha appena compiuto un quarto di secolo, ma è in realtà una signora bien agée, dato che i suoi natali risalgono al 1936: la Rivista di Storia Economica fu infatti fondata quell’anno da Luigi Einaudi, all’epoca corrispondente dell’Economist, al quale il regime fascista aveva appena chiuso un altro periodico, Riforma sociale. Quando poi Einaudi viene costretto all’esilio in Svizzera, nel ”43, smette le pubblicazioni anche la Rivista di Storia Economica che, dicono gli attuali direttori Pierluigi Ciocca e Gianni Toniolo, «nasceva dalla consapevolezza che le interazioni tra teoria e storia potevano produrre fatti più copiosi della somma di quelli che ciascuna disciplina esprimeva».
La Rivista rimase chiusa fino al 1984, quando Ciocca propone a Paolo Baffi di riportarla in vita. Baffi allora invita nel suo studio in Via Nazionale il figlio di Luigi, l’editore Giulio, e gli espone il desiderio di rilevare la testata. Ma Giulio Einaudi, racconta il professor Toniolo, «mentre sente Baffi parlare si commuove profondamente, e orgogliosamente propone che sia la Einaudi ad editarla», sia pure evidentemente con il sostegno della Banca d’Italia. Che da parte sua crede al progetto, è convinta sia necessario affiancare la conoscenza del passato alla diffusione che in Italia avevano già i modelli e le tecniche econometriche, «perché solo un ritrovato senso della storia può rieducare economisti e policy makers al rispetto dei punti di vista diversi dal proprio». Dal Paolo Baffi che racconta il rapporto di Via Nazionale con gli economisti stranieri, a Michael Bernstein sulla Grande Crisi, alla Banca d’Italia vista da Paolo Sylos Labini, alla crescita dell’industria tessile italiana di Stefano Fenoaltea fino ad inediti come il telegramma di Irving Fisher a Mussolini, e alla lettera del governatore Luigi Einaudi al ministro del Tesoro Epicarmo Corbino, innumerevoli i contributi della Rivista, che da qualche anno è pubblicata dal Mulino e ha appena festeggiato il suo quarto di secolo a Bologna con una lecture sull’immigrazione del demografo Massimo Livi Bacci.