Varie, 25 giugno 2010
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Biografia di Robert Vittek
• Bratislava (Slovacchia) 1 aprile 1982. Calciatore. Segnò una doppietta all’Italia nella sfida che sancì la nostra eliminazione (3-2) dai Mondiali 2010 • « alto un metro e ottantasette, ha pochi capelli e la faccia da bodyguard. La versione 2010 di Pak Doo Ik - il dentista nordcoreano, all’occorrenza centrocampista, che nel ”66 affondò l´Italia ai mondiali - è un ragazzotto di ventisette anni di Bratislava, che risponde al nome di Robert Vittek. Lui, il lavoro, l’ha però voluto fare con più cura rispetto al suo illustre antenato: invece che uno, di gol storici ce ne ha fatti due. [...] ”Se me lo avessero detto alla vigilia non ci avrei mai creduto”, ride istericamente. E come non capirlo. La sua carriera è stata una continua corsa al ribasso. Nel Norimberga, la squadra della Bundesliga che lo prelevò bambino dallo Slovan Bratislava, ha giocato poco, male e per lo più negli anni della seconda divisione. Quattro stagioni, con un picco nel 2005 quando, dopo una bella stagione, la Dinamo Kiev fece un’offerta milionaria. Il Norimberga resistette e lo tenne. E fu un errore perché di lì in avanti di Vittek non se ne seppe più nulla. Dopo un paio d’anni grigi, fu venduto al Lille, ma andò anche peggio: dopo un anno fu prestato e poi quasi regalato [...] all’Ankaragucu, in Turchia. Sempre meno gol, in squadre sempre meno prestigiose [...] fino all’Italia di Lippi e della generosa difesa di Cannavaro & C. Al cospetto della quale, Vittek si è sentito tornare ai tempi del 2005. Due gol straordinariamente pesanti contro l’avversaria della vita: la squadra campione del mondo. ” un sogno - ripete con quel suo risolino incontrollato, mentre stringe tra le mani il bongo sudafricano con cui è stato premiato ”man of the match’ - due gol all’Italia… Non so come ho fatto… Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto, tutto qui”. Di chi sia Pak Doo Ik, questo ragazzo felice non ha la più pallida idea. Non sa nemmeno che per quello che fece all’Italia, Pak Doo Ik è a tutt’oggi considerato dalle guide turistiche una delle attrazioni nordcoreane essendo ”uno dei cinque personaggi principali di Pyongyang, insieme con un politico, un compositore, una cantante lirica e un linguista”. Lui non ambisce a niente del genere: ”Oggi mi sento solo il miglior attaccante della storia del calcio slovacco. E mi basta”» (Marco Mensurati, ”la Repubblica” 25/6/2010).