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 2010  giugno 24 Giovedì calendario

MI RIVOLEVA BERLUSCONI MEGLIO SFIDARLO CON LA7" - ROMA

Il ritorno. Enrico Mentana, Chicco per gli amici, Mitraglia per la cronaca televisiva in virtù del modo di offrire notizie a raffica, 55 anni, si riprende la sua fetta di video. Vuole scalare la classifica, parte da un piccolo 3 per cento. Punta alla serie A, «come il Chievo», dice. Da luglio sarà il nuovo direttore del TgLa7, al posto di Antonello Piroso: 320 mila euro lordi l´anno. Più i premi. Per il momento è una coabitazione, infatti Mentana non ha ancora firmato. Ma Piroso sembra destinato alla conduzione di Matrix, su Canale 5.
Sono passati 16 mesi dal traumatico addio a Mediaset, dopo lo speciale annullato sulla morte di Eluana Englaro. Ha detto che in questo periodo il suo lavoro è stato ostacolato da qualcuno. Il solito Berlusconi?
«Non è Berlusconi l´elemento di ostruzione. O almeno, non il solo. Gli ostacoli sono nel sistema, in Italia sono in tanti a non volere una 7 competitiva. Per loro il duopolio è modello perfetto».
Però stava tornando a Mediaset.
«Ho incontrato Berlusconi. Per caso. Mi ha detto: "Vieni da noi". Ha capito, alla fine, quanto fosse utile avere qualcuno diverso dagli altri sulle sue reti. Ci ho riflettuto a lungo. C´era un´idea di maggiore pluralismo ma non un vero progetto su di me. Gli spazi lì ormai sono tutti occupati. molto più interessante la sfida strategica di un tg a La7, anche se di nicchia. una rete piena di solisti cui manca un prodotto collettivo come può essere un tg forte».
Sarebbe stata una bella rivincita tornare a Canale 5.
«Non era quello lo spirito. A Mediaset ho lavorato benissimo. Ho fatto cose che restano nella mia storia professionale e credo, immodestamente, anche nella piccola storia del giornalismo tv. Ma quell´avventura si è conclusa in maniera traumatica. Poteva ricominciare solo con un nuovo progetto».
 incredibile che nel novero delle offerte ricevute in questi mesi manchi la Rai.
«Mi ha cercato Mauro Masi per offrirmi il Tg3. Ho chiesto il voto unanime del cda e il gradimento preventivo della redazione. Sapevo che sarebbero state condizioni tombali, così è stato. Poi mi hanno offerto un´altra direzione. Non valeva nemmeno la pena di parlarne».
Il Tg1 di Minzolini fa informazione libera?
«Non faccio le pagelle dei colleghi. Ho lavorato nove anni al Tg1 e 12 al Tg5. Sono due bastimenti, io mi metto in scia con la mia goletta. So solo che quando si è tanto grandi si hanno dei difetti di agilità. Cercherò di approfittare dei loro punti di debolezza».
Sarà in conduzione?
«Certamente sì. Non solo per vanità. Il tg è più competitivo se chi ne ha la responsabilità può cambiare in corsa la scaletta, scegliere al volo la notizia che merita di più. Penso a un tg specchio della realtà, che dà tutte le notizie, completo. E voglio uscire dallo schema bloccato di chi è filo governativo e chi è antiberlusconiano».
Ha sempre fatto spallucce di fronte al conflitto d´interessi. Ora che l´ha provato sulla sua pelle?
«Il conflitto d´interessi esiste, mi pare ovvio».
Anche nel ddl intercettazioni?
«Non c´è bisogno del conflitto d´interessi per sostenere che quella è una legge sbagliata. Il potere, tutto il potere, vive l´informazione non filtrata come un fastidio. Detto questo, i vincoli della legge si possono superare. Il giornalista deve saper rischiare e il coraggio garantito per legge non te lo dà nessuno. Non credo che una notizia vera possa essere sanzionata. Anche se c´è una legge che lo dice».