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 2010  giugno 24 Giovedì calendario

Le vendite di nuove case negli Usa affondano complicando le prospettive dell’occupazione e mettendo a nudo la debolezza della ripresa americana

Le vendite di nuove case negli Usa affondano complicando le prospettive dell’occupazione e mettendo a nudo la debolezza della ripresa americana. A svelare un dato di dimensioni inattese è stato il Dipartimento del Commercio. un arretramento del 78 per cento dal record positivo che risale al luglio 2005. (Maurizio Molinari, La Stampa 24/06/2010) L´annuncio ha costretto le Borse ad una seduta nervosa (Dow jones pressoché invariato, Nasdaq e S&P500 -0,30%). In Europa i ribassi sono stati superiori all´1% (a Piazza Affari l´indice Ftse All Share e il Ftse Mib hanno perso l´1,21%). Esaurito lo stimolo degli incentivi (fino a 8mila dollari di bonus fiscali per gli acquisti entro aprile, che hanno fatto salire le vendite di un 29% totale tra febbraio e aprile) i dati di maggio hanno fatto registrare un calo del 33%. il livello più basso dal 1963, cioè da quando negli Usa vengono raccolti questi dati. Gli esperti si aspettavano un decremento del 20% con sole 405mila nuove case vendute rispetto a 504mila, ma il mercato è stato più crudo: solo 300mila. Si aspettano ora ulteriori cattive notizie, come vendite sempre più deboli, crollo dei prezzi, nuova caduta dei consumi, con la disoccupazione in America ancora ferma al 10%. La Federal Reserve ha quindi confermato ieri i tassi d´interesse a 0,25%. (Angelo Aquaro, la Repubblica 24/6/2010) L’arretramento negli acquisti viene soprattutto dal ceto medio-basso che continua a pagare i costi più alti della crisi economica innescata dalla tempesta finanziaria del 2008 dovuta al crollo dei mutui subprime. A ciò bisogna aggiungere che l’arretramento degli acquisti è generalizzato in tutta la nazione: se negli Stati dell’Ovest ha registrato un passo indietro del 53 per cento, nel Nord-Est è stato del 33 per cento, nel Sud del 25 per cento e nel Midwest del 24 per cento. La conseguenza immediata è una brusca diminuzione delle costruzioni che il mercato aveva in qualche maniera già registrato quando in marzo l’indice arretrò dello 0,5 per cento toccando il livello più basso degli ultimi 40 anni. Colpisce anche il livello dei prezzi: andando a esaminare da vicino la media annuale delle 300 mila case vendute ci si accorge che il costo medio è di poco superiore ai 200 mila dollari con un arretramento dell’1 per cento da aprile e del 9,6 per cento dall’anno precedente. Meno case costruite significa anche meno lavoro: la costruzione di ogni nuova casa contribuisce a creare in media tre posti di lavoro e a generare un indotto di 90 mila dollari. (Maurizio Molinari, La Stampa 24/06/2010) Un ulteriore campanello d´allarme alla vigilia del G20 di Toronto dove i i Grandi dovranno tracciare le linee della ripresa. Proprio ieri sul Wall Street Journal era stato pubblicato il riassunto del messaggio che l´amministrazione Obama porterà in Canada: in sintesi, è troppo presto per concentrarsi solo sulla riduzione del deficit, l´Europa non può rinunciare alle politiche di stimolo, non penalizzare la crescita nel breve periodo. (Angelo Aquaro, la Repubblica 24/6/2010)