Carlo Marroni, Il Sole-24 Ore 24/6/2010;, 24 giugno 2010
SI RAFFORZA IL PARTITO DEL PAPA CONSULTO BERTONE BAGNASCO
In tempi difficili, come quelli che sta vivendo la chiesa di Benedetto XVI, è un chiaro segnale di pacificazione. Il cardinale Tarcisio Bertone oggi sarà a Genova per festeggiare San Giovanni Battista (con tanto di partecipazione alla processione e alla benedizione del porto) e celebrare anche i suoi 50 anni di sacerdozio. Il segretario di Stato ha accettato l’invito dell’arcivescovo Angelo Bagnasco, suo successore alla guida della diocesi e presidente della Cei dal 2007. Un invito per nulla scontato (così come la sua accettazione) visti gli attriti neanche troppo nascosti che sono intercorsi tra la Santa Sede e la Cei sul caso-Boffo e la conduzione dei dossier di politica italiana. Ma i tempi passano e soprattutto le emergenze sopravvengono.
Il caso di Propaganda Fide, che ha coinvolto direttamente il cardinale Crescenzio Sepe, sta accelerando un processo di cambiamento all’interno della Chiesa, di certo sta rimescolando le carte. Sepe non molla, e lo fa capire chiaramente, tanto che la Santa Sede, da un iniziale prudente distacco si è mostrata perlomeno formalmente solidale con il porporato (che voci ostili definiscono «del tutto isolato»). Ora la partita giudiziaria si intreccia con quella politica e i vertici della Curia vogliono capire bene le intenzioni del cardinale di Napoli. Qui Bertone ha messo in campo Bagnasco, chiamato a fare da mediatore con Sepe, con il quale si è sentito al telefono. La "pace di Genova", quindi, sembra uno snodo importante per il futuro della mappa del potere nella Chiesa, che sta cambiando di continuo dopo gli scandali della pedofilia e l’onda lunga del caso dei lefebvriani.
Dopo un biennio faticoso, Bertone ha consolidato il suo potere, con nomine-chiave sia in Curia (Ior, Osservatore romano, diplomazia) sia in Italia: un suo fedelissimo, Alessandro Versaldi, sarà il futuro arcivescovo di Torino. Di più: Velasio De Paolis, il prelato ministro del bilancio, sarò il commissario dei Legionari di Cristo e quindi permetterà a Bertone il controllo diretto su una delle realtà più forti sia in campo di formazione dei nuovi preti sia in campo finanziario. Quindi Bertone è forte, ma dentro i Sacri Palazzi si ripete che ad avere in mano la macchina della Curia è Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, il numero tre della Curia. Filoni complici anche le frequenti assenze del Segretario impegnato in viaggi di stato- ha preso un notevole potere, vede spesso Benedetto XVI, ha in mano tutti i dossier, sia interni che internazionali. Molto vicini a lui sono considerati il nuovo assessore agli affari interni, il giovane monsignore americano Peter Brian Wells, e il nuovo capo dei ghostwriter del Papa, Giampiero Gloder. Da tempo sono state fatte circolare voci su una promozione-sostituzione di Filoni alla Propaganda Fide (al posto dell’indiano Ivan Dias,di salute cagionevole ma per nulla intenzionato a mollare prima della scadenza), ma il Sostituto non sembra affatto intenzionato a lasciare la Segreteria di Stato, motore politico della Chiesa universale. Dentro la Curia si muovono poi altri potenti prelati, che per storia e carattere, giocano delle partite in proprio, come Attilio Nicora,capo dell’Apsa e ministro del Tesoro, che probabilmente dovrà gestire una riforma della Propaganda Fide, portando il bilancio della Congregazione dentro quello consolidato.
C’è poi la cosiddetta "ala diplomatica" cresciuta sotto Angelo Sodano e Achille Silvestrini, ancora fortissima nei rapporti internazionali e in quelli economici, e che vede in sella ancora Leonardo Sandri - capo delle Chiese orientali - nei confronti del quale Bertone, durante il viaggio a Cipro, ha mandato segnali di tregua (pare accolti). Tutt’altro che in declino è il cardinale Camillo Ruini: nell’ultimo rimescolamento delle nomine Cei ha visto un rafforzamento dei vescovi a lui legati, così come i presuli vicini a Sant’Egidio.E anche Bagnasco ha consolidato le sue posizioni, riaffermando il primato sulla politica "nazionale" che Bertone nel 2007 (e durante il caso Boffo) aveva cercato di avocare a sé.
Correnti vecchie e nuove in Curia e in Cei – dove progressisti e conservatori si intrecciano nel "confronto" tra teologi e diplomatici – cercano ancora una stabilità. E allora, proprio in questi momenti, è il Papa che direttamente prende in mano la situazione. accaduto sulla gestione del caso pedofilia e ora sta accadendo con la nomina del futuro prefetto della potente Congregazione dei vescovi, ancora per poco diretta da Giovanni Battista Re: il candidato australiano George Pell è saltato e Ratzinger ha deciso senza sentire nessuno per il canadese Marc Ouellet, amico di vecchia data e teologo balthasariano. Lo stesso è accaduto per il nuovo capo del dialogo con i cristiani e gli ebrei: al posto del tedesco Walter Kasper arriva il vescovo di Basilea, Kurt Koch. Dentro le mura si parla di "Partito dell’appartamento" – presidiato dal segretario Georg Gänswein, defilato per scelta ma molto influente - composto di personalità ecclesiastiche vicine al Papa, tra cui spiccano il cardinale di Vienna Christoph Schönborn – non sempre allineato, ma di grande spessore e già indicato come tra i forti " papabili" – lo spagnolo Antonio Canizares - esponente di spicco della conservatrice chiesa di Spagna - e Rino Fisichella,che lascerà la Lateranenseper guidare il nuovo dicastero per l’evangelizzazione.
E le Congregazioni religiose? Di solito defilate manifestano una presenza crescente. Oltre ai salesiani, famiglia da cui proviene Bertone ( è salesiano Enrico Dal Covolo, futuro rettore della Lateranense), anche i gesuiti sono sempre più presenti in Curia: oltre al portavoce padre Federico Lombardi, direttore di Radio Vaticana, due vice ministri, Luis Ladaria Ferrer e Cyril Vasil, sono della famiglia di Sant’Ignazio. Un casella dovrebbe poi andare ai francescani, dopo che avverrà il pensionamento del cardinale brasiliano Cláudio Hummes.