Alessandra Farkas, Corriere della Sera, 24/6; M. Ver., La Stampa, 24/6; Daniela Roveda, Il Sole 24 Ore, 24/6, 24 giugno 2010
AGGIORNAMENTO MAREA NERA
William Allen Kruse, 55 anni, capitano di una barca reclutato da British Petroleum nelle operazioni di contenimento del greggio nel Golfo del Messico, si è suicidato con un colpo di pistola alla nuca. Secondo Stan Vinson, il coroner, Kruse non era malato e non aveva problemi mentali «ma non sorprende che la marea nera avesse preso un posto importante nella sua testa, com per molti altri pescaltori della zona che a causa della perdita di greggio hanno perso il lavoro». Un altro tecnico in servizio nella zona sarebbe morto annegato in una piscina. «Abbiamo aperto un’indagine per determinare le cause del decesso», ha detto da Washington Thad Allen, l’ammiraglio della Guardia Costiera americana. Le due vittime si aggiungono agli undici che hanno perso la vita dopo l’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon, avvenuta lo scorso 20 aprile.
Ieri si è verificato anche un terzo incidente, la collisione di un robot subacqueo con il tappo messo sul pozzo lo scorso 3 giugno per arginare il flusso di greggio, e Bp ha dovuto rimuoverlo, provocando una nuova, sostanziosa perdita di greggio. Per correre ai ripari le autorità Usa hanno intenzione di sostituire al più presto i macchinari compromessi con nuove attrezzature. «Speriamo di poterle far funzionare entro martedì prossimo», spiega l’ammiraglio Allen, «l’obiettivo è aumentare il volume del contenimento fino a 53mila barili di petrolio al giorno».
Gli incidenti sono coincisi con la prima giornata di lavoro del nuovo capo di Bp America, Bob Dudley, un dirigente 55enne del Mississippi che ha preso il posto dell’ormai screditato Tony Hayward, sempre più inviso al pubblico e ai media, dopo la sua disastrosa performance di fronte al Congresso Usa la settimana scorsa.