Vittorio Feltri, il Giornale 24/6/2010, 24 giugno 2010
VITTORIO FELTRI SU POMIGLIANO
[...] Se Marchionne guardasse alla convenienza aziendale dovrebbe trasferire le linee di montaggio in Polonia o in Serbia, dove la gente ha fame e voglia di sgobbare. Ma l’amministratore delegato verrebbe meno alla parola data alla Cisl e alla Uil, e farebbe una brutta figura. Quindi, che fare? Una soluzione ci sarebbe: adottare la formula Alitalia. E cioè istituire una nuova società e riassumere soltanto il personale che sottoscrive il contratto con le clausole considerate qualificanti e irrinunciabili.
Agendo così, la Fiat sarebbe in grado di ripartire senza pesi morti e magari di avere successo. A meno che i pesi morti firmino con l’intenzione truffaldina, in un secondo tempo, di ribellarsi e ricominciare a infilare i bastoni fra le ruote della fabbrica. Cosa probabile.
Insomma, la situazione, lungi dall’essersi chiarita, minaccia di precipitare. E l’ipotesi di una serrata definitiva di Pomigliano per ritorsione non appare tanto peregrina. Se si realizzasse, sarebbe un guaio non solo per un migliaio di esagitati, bensì per tutti coloro - e con l’indotto sono 15mila - che se non lavorano non mangiano.
E a nutrirli chi provvederà? O noi o la camorra, che non è mai in crisi.