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 2010  giugno 24 Giovedì calendario

Genitori infuriati: violato un diritto costituzionale I bambini erano lì, trepidanti davanti alla maestra che parlava con uno dei genitori o con tutti e due, e non vedevano l’ora di sapere i voti

Genitori infuriati: violato un diritto costituzionale I bambini erano lì, trepidanti davanti alla maestra che parlava con uno dei genitori o con tutti e due, e non vedevano l’ora di sapere i voti. Ma alla fine del colloquio, in perfetto burocratese, è arrivata la sorpresa. «E la pagella dov’è?», chiedevano il papà o la mamma allungando il braccio. «No, guardi. Non possiamo consegnarla. stata trattenuta in segreteria». Succede all’elementare «Don Filippo Rinaldi» di via Lemonia, all’Appio Claudio. La singolare ritorsione decisa dalla direzione della scuola, hanno spiegato con qualche imbarazzo le maestre, è stata attuata nei confronti dei «genitori morosi», quelli cioè non in regola con il pagamento dei bollettini della mensa: ottanta euro a bimestre ma se ne salta uno - o c’è un disguido - niente pagella. La storia richiama quella di Adro, il paesino del bresciano dove lo scorso aprile il sindaco leghista minacciò di lasciare a digiuno gli alunni poveri, figli di genitori «insolventi». Lì era il primo cittadino, qui la direttrice didattica. Lì a essere posti «sotto sequestro» erano i pasti, qui le pagelle. Il risultato, ieri pomeriggio, è stato il caos. Bambini delusi, qualcuno in lacrime. E decine di genitori increduli, che dalle classi dove avevano appena svolto il colloquio di fine anno si precipitavano negli negli uffici di segreteria a chiedere lumi. «Ma che modo è? L’istruzione è un diritto costituzionalmente garantito e porta con sé anche il diritto alla pagella. Bisognerebbe chiamare i carabinieri!», gridava un padre infuriato. A guidare la protesta di mamme e papà («Ma io ho sempre pagato, ci deve essere un errore» oppure «Forse ho dimenticato una rata, corro a casa a controllare!») era Rocco Cocina, direttore dei servizi amministrativi di un istituto tecnico romano e quindi «ferratissimo in materia», nonchè padre di due alunne di prima e terza elementare. « un’illegalità bella e buona, frutto di un’insensibilità totale. Primo: potevano avvisarci. Secondo: i versamenti della mensa vanno al Comune e attengono a un fatto amministrativo e non didattico, cosa c’entra la ripicca sulla pagella? Terzo: per i bambini è una forma di discriminazione e violenza inaccettabile. Cosa penseranno stasera quando vanno a dormire? Che loro non se la sono meritata perché i genitori non pagano il mangiare?». A proposito, ma lei è in regola o no? «Ma certo, penso proprio di sì, se ne occupa mia moglie... Se poi è sfuggita una rata, via, non è così che si recuperano i crediti». Fino all’ora di cena alla «Don Rinaldi» c’è stato un gran movimento. L’impiegata in servizio, sommersa da ricevute, bollettini e registri, non ha potuto far altro che rimandare a oggi la soluzione del caso. Come finirà? Ad Adro, due mesi fa, si fece avanti un imprenditore-benefattore che, staccando un assegno da 10 mila euro, saldò il conto per tutti gli alunni poveri. All’Appio Claudio invece dubbi e domande in sospeso sono più di ordine burocratico. Chi ha tentato di fare il furbo sul desinare scolastico che tempi avrà per mettersi in regola? Chi ha dimenticato un solo bollettino sarà «sanato»? E ancora: chi è stato vittima di un disguido con le Poste dovrà forse fare ricorso per «prendere visione» della pagella?