Lettera a Vanity Fair 30/06/2010, 30 giugno 2010
LETTERE
Ieri è morto il mio coniglietto. Era rimasto con me molti anni. Piango come una stupida e non riesco a smettere. E non ho il coraggio di dirlo a nessuno o quasi, e vado in giro con gli occhiali da sole. Perché è così difficile spiegare a chi non ama gli animali quello che si prova ad averli e a perderli? Perché dovrei sentirmi sciocca e infantile per queste lacrime? Perché non dovrei essere felice se mio figlio di tre anni è cresciuto con una presenza che lo ha reso più sensibile, più responsabile, più generoso? Poldo, ci mancherai per sempre.
Fraཿ