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 2010  giugno 23 Mercoledì calendario

IL POSTO? STA SUL SITO

Il business social network, o siti di social network professionali (non alla Facebook, per intendersi), stanno diventando il luogo d’elezione per chi è a caccia di profili da selezionare, come pure per chi si sta guardando intorno per cambiar lavoro. Avere un profilo ben fatto, aggiornato, e un buon numero di contatti di alto livello, rappresenta oggi un biglietto da visita molto apprezzato, per non dire indispensabile, agli occhi di coloro che scandagliano il web alla ricerca di potenziali candidati. Secondo una recente ricerca dell’American society for training & development (Astd), il 72% dei lavoratori che ha usato un social media a scopo professionale lo ha trovato utile, un 25% addirittura molto utile o moltissimo. Se il nome più citato è quello di Linkedin, che viaggia intorno ai 70 milioni di iscritti ed è leader a livello mondiale, le preferenze accordate però dagli utenti in vari Paesi, fra cui l’Italia, premiano in modo crescente Viadeo, il network lanciato sei anni fa in Francia. Che oggi, con i suoi 30 milioni di utenti, sotto la guida del fondatore e Ceo, Dan Serfaty, si è imposto come il business social network di riferimento in Francia, Spagna, Cina, India, Brasile e Messico. E in Italia ha toccato la soglia dei 700mila iscritti. «L’Italia, dove siamo dal 2008, è oggi il nostro secondo mercato in Europa – dice Serfaty – e progredisce al ritmo di 70mila nuovi iscritti al mese. Ha un grande potenziale: fra due anni puntiamo a raggiungere 4 milioni di utenti, quelli che abbiamo attualmente la Francia. Il networking, del resto, è proprio della cultura italiana». Il profilo dell’utente-medio italiano di Viadeo è quello di una persona di 30-35 anni, con scolarità elevata, residente prevalentemente al Nord o al Centro, meno al Sud, con un rapporto tra uomini e donne di 60 a 40. Nel 75% dei casi si tratta di quadri e impiegati di medioalto livello, il 15% circa sono imprenditori, il resto studenti, collaboratori freelance, persone in cerca di lavoro. Ma perché tante persone hanno preso ad utilizzare così intensamente i social network professionali?
«Viadeo è come un’autostrada – spiega Serfaty – che ti permette di entrare in contatto molto velocemente con gente che non conosci. In Italia, poi, abbiamo riscontrato una forte tendenza fra gli utenti, dopo essersi conosciuti su Viadeo, ad organizzare rapidamente incontri nel mondo reale. E noi cerchiamo di favorirli: l’obiettivo è di attivare entro fine anno in ogni città dei gruppi verticali, di quattrocinque professioni, dove le persone si incontrano regolarmente. Li abbiamo già lanciati in Francia, ad esempio a Parigi, Lione, Marsiglia, Nizza».
Nella prospettiva dei professionisti della ricerca e selezione del personale, i business social network permettono di entrare in relazione con target di candidati molto interessanti. Specie quando si è a caccia di profili particolarmente qualificati, o senior, e comunque di candidati cosiddetti passivi, che non si stanno cioè spontaneamente proponendo (nel qual caso si parla di candidati attivi), ma che probabilmente se contattati non disdegnano di valutare posizioni più allettanti. Per questo entro settembre Viadeo attiverà anche in Italia uno spazio dedicato ai recruiter professionisti, come ha già fatto in Francia, Cina e Messico. «Le persone non mettono il curriculum su una job board (un sito di recruitment tradizionale, ndr) quando un lavoro ce l’hanno – sottolinea Serfaty – perché rischiano di avere problemi con la propria azienda. Il profilo su Viadeo invece lo mettono, perché serve per fare business, mantenere e ampliare la rete di relazioni, insomma per molti motivi. E la visibilità è enorme». Quali sono stati i riflessi dovuti alla crisi negli ultimi due anni? «Anche noi abbiamo sofferto – risponde Serfaty – però abbiamo visto una crescita incredibile nel numero di iscritti che pagano un abbonamento per usufruire completamente dei nostri servizi. In tempi di crisi, evidentemente, quando si ha timore per la propria azienda e il proprio lavoro, si passa meno tempo su Facebook e più tempo su Viadeo».