Annamaria Piacentini, Libero 23/6/2010, 23 giugno 2010
«LA TV NON MI VUOLE PI PERCH SONO UN PO’ VECCHIETTA»
Catherine Spaak torna sul grande schermo nel film ”Alice”, di Oreste Crisostomi, in uscita dal 25 giugno dove veste i panni di Bianca, una fioraia cosmopolita e senza inibizioni che suggerisce e dispensa saggezza alla mite a tranquilla Alice (Camilla Ferranti) con l’unico scopo di vederla realizzata. «La mia fata-fioraiasavivere felice», dice la Spaak, «consiglierei a tutti una vacanza in un posto fiorito per una sana riflessione». Una carriera sempre al top iniziata a 14 anni nel film ”Il buco”, di Jacques Becher, proseguita in Italia film di successo come ”Il sorpasso”e ”La voglia matta”, a cui ha unito il talento di autrice e conduttrice di talk -show. Il suo ”Harem” su Raitre ha avuto più di 15 edizioni: «Ma ora i miei programmi non li vogliono più», denuncia la Spaak, «mi sono stufata di fare proposte a cui neanche rispondono. Ciò è successo anche con i format presentati a Sky. In tv vanno di moda le trasmissioni volgari, un genere molto diverso da quello che vorrei fare io. In compenso mi hanno offerto di partecipare al reality ”La Fattoria”, ma ho rifiutato. Per questo genere sono un po’ ”vecchietta”, anche se in ottima forma. In attesa di tornare a teatro con ”Il piccolo Principe” sto scrivendo il mio quinto libro e faccio meditazione. «Ho sempre creduto nella spiritualità», aggiunge, «in qualcosa che va oltre la vita». Catherine racconta le sue sensazioni riferendosi ad un fatto realmente accaduto: «Anni fa abitavo a Piazza di Spagna e una notte nel mio appartamento ho visto una mano che insistentemente graffiava le tende di velluto rosso. La mattina dopo la persona che dormiva con me mi ha chiesto: cosa è successo stanotte? Ne sono rimasta sconvolta e ho cercato di sapere chi ci aveva vissuto. Era stata una giovane donna che poi si era suicidata. Non ho avuto paura, ma mi sono trasferita in un casale della Sabina dove coltivo i fiori e cerco di essere me stessa. Tanto la tv ricicla solo programmi che non condurrei mai».