Stefano Mannucci, Il Tempo 23/06/2010 Chiara Pellegrini, Libero 23/6/2010, 23 giugno 2010
«Quando la mia famiglia viveva a via Ripetta fu spinta ad andar via. Dicevano che col nostro edificio avrebbero realizzato un nuovo padiglione del San Giacomo
«Quando la mia famiglia viveva a via Ripetta fu spinta ad andar via. Dicevano che col nostro edificio avrebbero realizzato un nuovo padiglione del San Giacomo. Invece fu una ristrutturazione edilizia vorticosa. Gli acquirenti ci consolavano ricordando che altrove avremmo avuto il bagno in casa. Proprio come il Celentano della via Gluck. Mezzo secolo fa i romani furono costretti ad andarsene dalle loro case inseguendo il sogno di non dover più pisciare in ballatoio in pieno inverno» (Renato Zero). Stefano Mannucci, Il Tempo 23/06/2010 RENATO ZERO COMPIE SESSANT’ ANNI E SI REGALA UNA FESTA LUNGA SEI GIORNI [DA RIASS PER CATALOGO] Altro che Zero, sono sessanta le candeline che il Renato della musica italiana si prepara a soffiare il prossimo 30 settembre. «Avrò festeggiato al massimo una decina di compleanni, ma questa volta ho voluto che fosse in grande», ha garantito Zero davanti ai giornalisti. Niente feste private, ma un evento unico e irripetibile: 6 concerti dal 29 settembre al 6 ottobre. Borgataro ”de fero” è figlio di Ada Pica, un’infermiera, e di Domenico, un poliziotto di origine marchigiana, ha vissuto la sua adolescenza nella borgata romana della Montagnola ha voluto fare un regalo alla sua città. O forse Roma lo fa a lui, vi- sto che il sindaco della Capitale, Gianni Alemanno, gli ha messo a disposizione, per quindici giorni, lo spazio di piazza di Siena a villa Borghese. Davanti ai suoi fan, i ”sorcini”, si presenterà, ogni sera, con una scaletta differente. «E poi ci saranno dei duetti fantastici, ma voglio aspettare prima di fare qualche nome. Mica si possono fare cose improvvisate: ”Scusa caro nun posso venì sto alle Maldive”», scherza. Però qualche nome trapela, come quello dell’amica Raffaella Carrà, con quale condivide il ricordo di ”Fantastico 3”. E poi la voce italiana della lirica, Cecilia Gasdia, «la sto corteggiando». Probabili gli amici comici da Panariello a Fiorello, ma è tutto in stand by. Le canzoni cambiano ogni sera, «sicuramente ci sarà qualcuno che si lamenta, perchè manca qualche brano», ma c’è un canovaccio musicale, che farà da trait d’union da un concerto all’altro, con le sue hit più note dal – Triangolo” al ”Il carrozzone”, da ”Cercami” a ”Mi vendo”, da ”Ancora Qui” a ”Il Cielo”, da ”Amico” e, manco a dirlo, ”I migliori anni della nostra vita”. Alle sei serate romane, (i biglietti saranno in vendita da domani esclusivamente sul sito di Ticketone), farà da corollario lo ”Zero village”, un luogo d’incontro dove partecipare ad iniziative e visitare, per la prima volta, la mostra dei suoi indimenticabili ed eccentrici costumi di scena. A chi gli chiede se per caso non abbia in mente di sfoggiare in scena piume e paillettes ri- sponde sincero «nun m’entra più un caz... solo i guantini. Le mani sono rimaste uguali». Nell’incontro con la stampa Zero non lesina battute, persino sulla Nazionale e azzarda: «Io Cassano l’avrei fatto giocare, avrebbe fatto solo bene. Peggio di così!», mentre il suo figlio adottivo, Roberto Fiacchini ride ascoltando il padre disquisire di calcio. Poi Zero si fa più serio parlando dell’Abruzzo e delle difficoltà burocratiche che le colleghe cantanti, capeggiate da Laura Pausini, hanno incontrato per usare dei fondi raccolti dal concerto di San Siro del 2009. «Le ragazze hanno ragione», ha detto Zero, «Spesso la burocrazia uccide qualsiasi slancio». Chiara Pellegrini, Libero 23/6/2010