Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 23 Mercoledì calendario

CHE COSA SUCCEDE ALLA MANOVRA?

La manovra approda in Parlamento e si riparla
di «assalto alla diligenza». Di cosa si tratta?
Il termine lo coniò a fine Anni Ottanta l’ex presidente del Consiglio Giuliano Amato. Definisce il tentativo dei parlamentari di stravolgere la manovra finanziaria approvata dal governo con una pioggia di emendamenti. Di fatto, il tentativo di ridurre i sacrifici e aumentare le spese.
E cosa sono i «vol au vent»?
In questo caso a inventarsi il termine fu l’allora ministro del Bilancio Paolo Cirino Pomicino: «Uno stuzzichino a tutti, maggioranza e opposizione». I «vol au vent», molto in voga negli Anni Ottanta, altro non sono che piccoli stanziamenti di spesa concessi dal governo per mantenere il sostegno parlamentare di deputati e senatori.
Esistono ancora queste pratiche?
Fortunatamente sempre meno. Dopo aver accumulato il terzo debito pubblico al mondo, dall’inizio degli Anni Novanta, con la firma del Trattato di Maastricht e l’evoluzione bipolare del sistema politico, la priorità di tutti i governi, di destra e sinistra, è stata quella di ridurre la spesa pubblica, non di aumentarla. Ciò non toglie che in Parlamento il tentativo di deputati e senatori di ottenere piccoli e grandi stanziamenti è invincibile.
Quanti sono gli emendamenti alla manovra 2011-2012?
Al Senato, dove la manovra è in prima lettura, ne sono stati depositati 2.550, raccolti in 13 tomi di circa trecento pagine l’uno. Poi la manovra dovrà affrontare le richieste dei deputati.
Se li si mette su una bilancia tutti insieme quanto pesano?
Calcolando che un foglio di carta A4 pesa poco meno di cinque grammi e le pagine di emendamenti sono oltre 3.900, tutti gli emendamenti fanno 19 chili e 450 grammi. Sono tanti?
Non così tanti rispetto al passato. La Finanziaria per il 2006 del governo Prodi arrivò a quota 6.900, quella per il 2004 del governo Berlusconi I a 4.063.
Che tipo di richieste vengono avanzate?
C’è di tutto. Dalle proposte più serie (ma costose) come la tassazione fissa sugli affitti al 20%, alle più bizzarre. La palma dell’emendamento più originale quest’anno va alla proposta bipartisan che punta ad istituire un fondo da un milione di euro per sostenere la ricerca contro il cinipide, un parassita originario della Cina che attacca le piante di castagno.
Che ne sarà tutti questi emendamenti?
Qualcuno verrà accolto, la grandissima parte verrà azzerata dalla richiesta del voto di fiducia da parte del governo. Diversamente l’aula del Senato dovrebbe discutere gli emendamenti uno per uno. Se il governo e il ministro Giulio Tremonti non imponessero la fiducia, il decreto che contiene la manovra da 24,9 miliardi non sarebbe approvato nei 60 giorni imposti per legge e decadrebbe. Le conseguenze per i titoli pubblici sui mercati internazionali sarebbero devastanti.
Ma non c’è stata la riforma della legge di bilancio?
Sì, ma non sono ancora stati riformati i regolamenti parlamentari. La nuova Finanziaria voluta da Tremonti, quella che viene discussa in Parlamento in autunno, programma i risparmi di spesa per tre anni e contiene solo le tabelle delle spese. Il decreto in discussione al Senato, di fatto imposto dall’Europa, anticipa la manovra, e però i regolamenti non lo tutelano dalle richieste di modifica.
Accadono cose simili in altri Paesi?
In nessun Paese europeo il governo e il ministro del Tesoro possono essere messi sotto scacco dal Parlamento sulle questioni di bilancio. A titolo di esempio, l’articolo 113 della Costituzione tedesca prevede che il governo possa porre il veto su qualunque progetto di legge che aumenti le spese o diminuisca le entrate. In Francia è del tutto vietato proporre emendamenti di questo tipo. In Gran Bretagna il Cancelliere dello Scacchiere, il corrispondente di Giulio Tremonti, è il personaggio più influente dopo il primo ministro, e abita al numero undici di Downing Street. La legge di bilancio viene approvata in seduta segreta dal consiglio dei ministri, dopodiché il budget viene messo in una vecchia cartelletta di cuoio, la stessa da due secoli, e consegnata alla Camera dei Comuni. La manovra può essere approvata solo con gli emendamenti approvati dal ministro.
E negli Stati Uniti?
In questo caso le cose funzionano un po’ all’italiana: il Presidente si deve sudare il via libera parlamentare al budget e deve fare i conti con potentissime lobby legate a questo o a quel deputato. Però ha il «potere di veto» che gli permette, sui provvedimenti chiave, di imporre la sua volontà.