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 2010  maggio 30 Domenica calendario

Il quotidiano francese Le Monde, 125 milioni di euro di debiti e perdite di bilancio attorno ai 25 milioni, per risarcire le banche dovrà aumentare il capitale

Il quotidiano francese Le Monde, 125 milioni di euro di debiti e perdite di bilancio attorno ai 25 milioni, per risarcire le banche dovrà aumentare il capitale. Cause del crollo: il calo pubblicitario, i costi della diffusione e della gestione, la concorrenza web. La testata, fondata nel 1944 da Hubert Beuve-Méry, è gestita dal 1951 da la Societé des rédacteurs (azionisti dipendenti) ma il direttore Eric Fottorino, con un editoriale del 3 giugno, ha annunciato la ricerca di un socio di maggioranza che dovrà impegnarsi a non interferire con le scelte editoriali e sarà attentamente valutato dai dipendenti. Due le cordate favorite per salvare Le Monde: la prima è formata dal gruppo spagnolo Prisa (che già possiede il 15% della testata) alleato con Claude Perdriel, il padrone di le Nouvel Observateur (sinistra radical chic) e con Orange di France Télécom. Sembra sia stato Sarkozy in persona, preoccupato che Le Monde finisca nelle mani sbagliate, a presentare il suo amico Stéphane Richard di France Télécom a Perdriel. La seconda cordata è infatti composta da Pierre Bergé (Lazard Paris), Matthieu Pigasse e Xavier Niel (proprietario di Free) che hanno note simpatie per il socialista Dominique Strauss Khan, possibile prossimo avversario di Sarkozy per l’Eliseo. Fonte: Maria Serena di Natale, Corriere della Sera 30/5/2010, Vittorio Sabadin, La Stampa 4/6/2010; Le. M., Il Sole-24 Ore 17/6/2010; giu.fer., Corriere della Sera 19/06/2010, Corriere della Sera 22/6/2010; INTERVISTA A CLAUDE PERDRIEL «Meglio investire che fare economie nei momenti difficili della carta stampata. Bisogna investire e cambiare per sottrarsi alla fatale caduta delle vendite. Fare economie aggrava soltanto la situazione». Un insegnamento che non tutti gli editori accetterebbero così prontamente, ma se 46 anni di mestiere nel settore non sono pochi si può credere a Claude Perdriel, editore tra gli altri de Le Nouvel Observateur, sceso in campo per conquistare il controllo del gruppo Le Monde, in cordata con France Télécom e gli spagnoli di Prisa. «Vedo un Le Monde a quota 400 mila o anche 500 mila copie diffuse», ha dichiarato Perdriel. «Un quotidiano che inizierà a guadagnare», anche se solo nell’ultimo esercizio ha perduto 25,2 milioni di euro. Del resto a Perdriel si può credere non solo per la lunga carriera da editore, ma soprattutto visto che ha i numeri dalla sua con Le Nouvel Obs che sotto la sua gestione è passato dalle iniziali 15 mila copie alle attuali 500 mila, Sciences et Avenir dalle 35 mila alle 250 mila e infine Challenges dalle 30 mila sulla soglia delle 250 mila. «Nel 1984 Le Nouvel Obs perdeva 15 milioni di franchi l’anno», ha precisato il suo editore, «e quello è stato il momento in cui ho deciso di aumentare la foliazione e inserire le pagine a colori». Gli altri pretendenti? «Ignoranti». Sulle capacità necessarie per risollevare le sorti del quotidiano parigino, Perdriel ha già detto in passato la sua: ci vuole esperienza. I miei concorrenti nella corsa per Le Monde, il trio Pigasse-Bergé-Niel? «Persone totalmente ignoranti del mondo della stampa. Se tentassi io, per esempio, di acquisire un giornale a Madrid con Prisa, non mi cimenterei mai nella sua gestione operativa, proprio perché è un universo che non conosco. Ma se anche vincessero loro tre, sarei disposto a comprarmi Courrier international e Télérama. La prima cosa che farò, in caso di successo, sarà scrivere a tutti i clienti del gruppo Le Nouvel Observateur per invitarli ad abbonarsi a Le Monde, Telérama o a Courrier international». Nessuna spinta da Sarkozy. Si fa presto a essere sicuri di poter rilanciare Le Monde, hanno sottolineato i giornalisti francesi, godendo dell’appoggio neanche tanto celato del presidente della Repubblica, Nicolas Sarkozy. Ma Perdriel non si lascia scalfire: «Lagardère aveva detto in passato di essere addirittura fratello di Sarkozy. Adesso io rimpiazzo il fratello del presidente con France Télécom, una società indiscutibile che avrà il 17% del nuovo Le Monde e nella quale è presente lo stesso Stato francese col 26%». Lagardère ha annunciato, infatti, di voler uscire dal gruppo e di essere pronto a trattare la cessione delle sue quote. E giusto per fugare ogni sospetto di essere il protetto di Sarkozy, «da 46 anni, da quando ho preso in mano Le Nouvel Obs con Jean Daniel, opposizione e indipendenza totale sono le mie parole d’ordine», ha tagliato corto Perdriel. Centro stampa, i costi devono scendere del 25% e «sacrifici» per i lavoratori. Concetti e numeri a sostegno che Perdriel deve spiegare oggi all’assemblea generale della Société des redacteurs du Monde (Srm), finora primo azionista del gruppo, che si è riunita per ascoltare la presentazione dei singoli progetti. Perdriel ha già un’ipotesi per rilanciare anche il centro stampa de Le Monde: «Se vogliamo diventare un centro stampa moderno, lo si può fare solo d’accordo coi sindacati che devono accettare un certo numero di sacrifici. Meglio stampare a Parigi che in Belgio, ma solo se costa il 25% meno caro». Lunedì sarà la volta del consiglio di sorveglianza de Le Monde per la decisione finale. Fonte: Marco A Capisani, ItaliaOggi 21/6/2010