Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  giugno 22 Martedì calendario

KRISTEVA, STUDIOSA DELLE PAROLE, INCONTRA SANTA TERESA D’AVILA

Julia Kristeva arriva all’appuntamento alla Casa delle Letterature direttamente dalla chiesa di Santa Maria della Vittoria, dove è andata a vedere la statua di Teresa d’Avila scolpita da Gian Lorenzo Bernini, quella che ritrae la santa in preda a un’estasi molto simile a un godimento più terreno che spirituale. La passione di Teresa è l’argomento del testo inedito che la Kristeva - filosofa, semiologa, psicanalista, romanziera bulgaro-francese - leggerà questa sera a Massenzio. «Tutti si chiederanno perchè ho scelto di parlare proprio di una santa - anticipa - ma sono convinta che la nostra generazione ha una grande responsabilità nei confronti della cultura e che abbiamo il dovere di ripensare il retaggio della religione».
Sessantottenne, dichiaratamente atea, intellettuale di genio e tra le più controverse dei nostri tempi, qualche anno fa ha accettato la sfida di parlare sul bisogno di credere nientemeno che dal pulpito di Notre-Dame de Paris, la prima chiesa cattolica di Francia. E a Teresa d’Avila ha dedicato un romanzo di oltre seicento pagine intitolato «Teresa, mon amour», pubblicato in Italia da Donzelli, come il resto delle sue opere. Così, dopo la trilogia in cui ha analizzato una filosofa come Hannah Arendt, una psicoanalista come Melanie Klein e una scrittrice come Colette, Kristeva ha rivolto il proprio interesse verso la monaca di clausura che nel Cinquecento riformò l’ordine dei Carmelitani scoprendo che era una donna malata d’amore e di desiderio al pari dei suoi pazienti in cura sul suo divano. Ma che aveva riversato questa esperienza nella scrittura, sublimandola e incorporando dentro di sé il possesso della divinità fino a goderne in ogni parte del corpo. Grazie alla scrittura Teresa diventa protagonista di quel «genio femminile» che accomuna Arendt, Klein e Colette. Troppo facilmente ridotta in passato alla tradizione materna e ai lavori manuali, la genialità delle donne risiede per Kristeva nel fatto che «pensare per loro è inseparabile dalla sensorialità carnale» e che «la preoccupazione per la finitezza del loro tempo si placa nel miracolo della nascita, dello sbocciare».
Kristeva racconta che per avvicinarsi a Teresa è partita da Lacan, il quale sostiene che il godimento della santa non si localizza soltanto nel corpo, ma «passando attraverso il linguaggio incendia l’universo». Nella statua del Bernini, vista da vicino solo dopo la pubblicazione del libro, la studiosa ha scoperto che il marmo è stato trattato dall’artista in maniera tale che sembra vibrare facendo apparire la statua come se fosse immersa in un’acqua fluttuante». Ma ci tiene a precisare di non essere lacaniana, come più volte è stato scritto: «Anche se ho conosciuto Lacan, l’ho studiato e tengo molto in considerazione il suo pensiero, ho scelto una psicoanalisi freudiana». Riconosce in Melanie Klein la più grande innovatrice della pratica psicoanalitica dopo Freud, anche se non esita a riportare il giudizio dissacrante dell’«invidioso e ingrato» Lacan, che la chiama «trippaiola ispirata», riferendosi al fatto che aveva sostituito, al centro della vita psichica, la funzione del padre con il ruolo del grembo materno. Rivela sempre poco della propria vita privata, anche se questa volta è orgogliosa di far sapere che un giovane gruppo musicale norvegese, The Kulta Beats, le ha dedicato una canzone dal ritmo un po’ ossessivo, che si può ascoltare sul suo sito. Le parole? «Raccontano di una sorta di "sorcière", una strega, una donna che non si riesce a capire e tuttavia affascinante».
Lauretta Colonnelli